© National Institutes of Health
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In una lettera pubblicata sulla prestigiosa rivista Science, 18 studiosi indicano che l'ipotesi di un incidente resta valida tanto quanto le altre finché non ci saranno evidenze tali da farla escludere
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Un anno fa l'ipotesi che il virus Sars-CoV-2 fosse fuggito da un laboratorio cinese era stata bollata come complottistica, ma a distanza di mesi non sembra più così inverosimile. Tanto che un pool di scienziati in prima linea nello studio della pandemia ha chiesto, in una lettera pubblicata su Science, un'indagine "indipendente" perché al momento l'origine naturale del virus e la fuga da un laboratorio restano ipotesi ugualmente valide.
Gli autori della lettera, 18 ricercatori di alcuni dei principali enti di ricerca e università di Stati Uniti ed Europa, dall'Università di Stanford al Massachusetts Institute of Technology, compreso il più importante ricercatore a livello mondiale sul virus, sostengono che bisogna "prendere sul serio le ipotesi sugli spillover naturali e di laboratorio fino a quando non avremo dati sufficienti". Il gruppo di ricercatori, coordinato da David Relman, dal microbiologo della Stanford University, e Jesse Bloom, virologo della Washington University, prende le mosse dal rapporto congiunto Cina-Oms pubblicato nel novembre 2020, che ha identificato l'origine del coronavirus in un virus di un pipistrello che ha raggiunto gli esseri umani attraverso un animale intermedio, mentre un incidente di laboratorio è "estremamente improbabile".
Secondo gli autori della lettera, invece, questa conclusione non è scientificamente dimostrata perché "non è stata trovata traccia di come il virus sia arrivato per la prima volta all'uomo", e l'ipotesi di un incidente di laboratorio ha ricevuto solo un'attenzione superficiale, tanto che solo poche pagine dell'intero rapporto sono dedicate all'argomento. Secondo i 18 firmatari, quindi, sono necessari ulteriori dati per arrivare a conclusioni certe e, in attesa di averli, le ipotesi di una fuoriuscita dai laboratori o di un salto di specie naturale restano entrambe valide.
Per questo i ricercatori chiedono di dare il via a una nuova indagine che sia "trasparente, oggettiva, basata sui dati, inclusiva di varie competenze, soggetta a una supervisione indipendente e gestita in modo responsabile per ridurre al minimo l'impatto dei conflitti di interesse".