Per Serra "aiutando il Paese a ricostruire il tessuto economico, agricolo ed industriale, queste persone non avranno più ragione di muoversi".
"In Libia c'è un milione di potenziali migranti". A dirlo è il generale Paolo Serra, consigliere militare dell'inviato speciale Onu in Libia Martin Kobler, in audizione al Comitato Schengen. Per Serra "aiutando il Paese a ricostruire il tessuto economico, agricolo ed industriale, queste persone non avranno più ragione di muoversi". Al momento, infatti, molti libici sono senza lavoro a causa del crollo della produzione petrolifera.
"Senza un'attività di sostegno ai controlli ed all'economia - ha sottolineato il generale Serra - il movimento aumenterà. Prima questi flussi provenienti da altri Paesi africani si fermavano in Libia, dove trovavano lavoro come manodopera, visto che la maggioranza dei libici erano impiegati statali e vivevano dei proventi del petrolio. Ora c'è una crisi umanitaria enorme ed è difficile controllare i movimenti dall'Africa subsahariana. Senza un Governo in carica è impossibile far rispettare le leggi, i diritti umani e controllare le frontiere. Da qui lo sforzo dell'Italia e della comunità internazionale".
Il consigliere dell'Onu ha parlato di "condizioni terribili in cui si trovano i migranti in Libia", i centri di smistamento sono centri di detenzione, "veri e propri magazzini di esseri umani", con l'aggravante del razzismo, per cui "le persone di colore nero non sono trattate alla pari con gli arabi bianchi. Anche sulle barche i primi hanno la posizione peggiore. Zuwara, Sabrata e Zliten è il triangolo da cui avviene il maggior numero di partenze".
Il generale Serra ha infine ritenuto plausibile l'ipotesi che l'aumento delle partenze degli ultimi giorni sia legato al progredire del processo di insediamento del premier designato Fayez al Sarraj. "Con un Governo in carica che riesce a controllare i propri confini - ha rilevato - sarà più difficile partire".