Tgcom24 ha intervistato Annett Planka, berlinese dell'Est, Annette Weickert, Claudia Steidl e Martina Erpenbeck dell'Ovest: voci diverse per raccontare quella che i tedeschi chiamano die Wende, la svolta che, ad alcuni di loro, ha cambiato la vita
di Antonella Fagà© Afp
Incredulità ed euforia, lacrime e grida di gioia... Così reagirono migliaia di berlinesi quella notte del 9 Novembre 1989 quando, a Bornholmer Straße, uno dei tanti punti della città divisa dal Muro e presidiati dalla polizia, alle 21:20 circa fu aperto il primo varco tra Est e Ovest. I tedeschi la chiamano "die Wende", la svolta. E quello che successe fu davvero una svolta, epocale e unica... Günter Schabowski, funzionario del Partito di Unità Socialista di Germania, aveva poche ore prima convocato una conferenza stampa e annunciato che tutte le norme per i viaggi all'estero erano state revocate con effetto immediato, "ab sofort", "da subito", aveva detto rispondendo alla domanda di un giornalista. Il telegiornale ufficiale delle reti della Repubblica Democratica Tedesca aprì l'edizione serale delle 20:00 con un titolo a grosse lettere che recitava: "DDR öffnet die Grenze“, la DDR apre i confini. Die Wende aveva inizio.
Tgcom24 ha raccolto alcune testimonianze di chi, nella città del Muro, in quel novembre del 1989 ci viveva e... ha trovato l'amore.
Annett Planka nel 1989 aveva 20 anni nata a Weimar, la città di Goethe, quando il Muro fu eretto, nel 1961, era diventata una "Ossi", ovvero una dell'Est. A Berlino studiava e lavorava per mantenersi agli studi e spesso "usciva" dalla sua parte di città per andare a trovare i genitori rimasti nella cittadina natale. La metropolitana e i treni, i cui binari attraversavano la città senza confini, avevano dovuto modificare le fermate dopo l'erezione del Muro. Per quelli dell'Ovest nessuno stop a est, il treno passava via senza fermarsi, per quelli dell'Est lo stesso con stop obbligato per entrambi a Friedrichstrasse dove venivano effettuati i controlli e accordati i visti di ingresso e di uscita.
Annette Weickert, nata nel giugno del 1964 a Kaufbeuren, nella Germania dell'Ovest. A Berlino Ovest viveva e studiava da tre anni quando il muro è caduto.
Annette e Annett si sono conosciute dopo la caduta del Muro, per loro "die Wende" è stata una svolta, che ha aggiunto la parola amore nella loro vita.
Dove ti trovavi il 9 novembre 1989?
Annett Plank - "Ero a teatro a vedere "Nathan der Weise" di Lessing. Quando sono uscita ho camminato fino a casa, era una notte tiepida. Non ho saputo nulla fino al giorno dopo, quando in treno sono andata a trovare i miei genitori a Weimer. E' stato il capostazione a dirmelo. Non ci potevo credere.
Arrivata a Weimer sono andata alla polizia a richiedere subito il visto per tornare e passare attraverso Berlino Ovest. Non sapevo che non ne avrei più avuto bisogno. Nessuno mi avrebbe più chiesto il visto di entrata, Il treno che tornava a Berlino era strapieno, la gente saliva persino dai finestrini, erano tutti eccitati. C'era un'atmosfera di esaltazione e euforia nell'aria. Ma anche di totale incredulità. Una volta a Berlino Ovest mi sono sentita persa, troppe persone, tutto così straniero ed enorme e non conoscevo nessuno. Ho avuto paura e mi sono sentita sola. Ho ritirato i 100 marchi assegnati ad ogni cittadino dell'Est come "Soldi di benvenuto" e sono tornata subito a casa."
Annette Weickert - "Ero in autostrada quella notte, stavo uscendo dalla Germania dell'Ovest per andare ad Augsburg in Baviera a trovare i miei. Sulla strada c'erano un sacco di auto. Era insolito. Dovendo attraversare la Germania dell'esta, al posto di blocco al confine, dove solitamente bisognava sottoporsi ai consueti controlli e mostrare i visti, ci hanno detto cosa stava succedendo. Non ci potevo credere. Non potevo perdermi un momento come quello e il giorno dopo sono tornata a Berlino. La città era irriconoscibile, l'atmosfera elettrica. Masse di persone ballavano e festeggiavano per le strade, tutti i negozi erano strapieni, la gente si riversava senza sosta lungo il muro dove i varchi erano stati via via aperti in più punti e soprattutto alla Brandenburger Tor, il varco più importante dei Berlino. Erano arrivati già un sacco di turisti. Non si poteva non sentirsi trascinati dall'euforia, ma era anche tutto molto stressante e caotico. Si respirava però una sensazione unica di svolta e di rottura con il passato. Mi ricordo che ad un certo punto una signora americana mi ha preso tra le braccia ripetendomi di continuo: "You are so welcome, you are so welcome", "benvenuta, benvenuta". Credeva io fossi dell'Est... il resto del mondo ci dava il benvenuto nell'Ovest."
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Qual è la prima cosa che hai fatto dopo la caduta del Muro?
Annett Planka -"Ero confusa e stonata, con i miei amici siamo andati semplicemente oltre il confine a camminare liberamente per la città, abbiamo preso autobus e camminato e camminato senza meta. Null'altro. La gente era unita da un unico grido "Wir sind ein Volk", "Wir sind das Volk", "siamo un popolo, siamo il popolo!"
Molto più interessante è ciò che è avvenuto dopo, nei mesi a venire, nella nostra ormai ex Berlino Est. Le cose sono davvero cambiate ed è subito sorta una vita culturale e sociale molto stimolante, sono nati teatri e club, locali e luoghi di ritrovo, dove si svolgevano tavoli politici di discussione e dibattiti sul nostro futuro."
Annette Wickert - "Ho semplicemente camminato per ore senza visto e senza documenti per Berlino Est. Cosa che prima era sempre subordinata a controlli continui e tempi limitati. Ho scoperto angoli nuovi che non conoscevo, parchi, locali... Ero stupita da quel nuovo mondo che vedevo e che non conoscevo. Il consumismo non esisteva e tutto sembrava più "povero"... Adesso mi ritrovo spesso a pensare con nostalgia a quel periodo."
Berlino Est è cambiata in fretta però e in meglio. Sono sorti bar e cantine, tutte senza licenza, senza elettricità, dove si beveva illuminati dalle candele. C'era un clima di rivoluzione, completamente senza regole. Molti appartamenti a Est erano restati liberi, la gente era fuggita ad Ovest. Questi appartamenti furono immediatamente occupati e solo molto più tardi furono stipulati regolari contratti di affitto.
Martina Erpenbeck, Amburgo, 54 anni - "Ho trascorso il primo Capodanno senza Muro a Berlino ed è stato elettrizzante. la prima cosa che abbiamo fatto noi dell'Ovest è stato attraversare la Brandeburger Tor senza problemi. Era bellissimo poter andare da Ovest a Est e viceversa senza problemi. Questa libertà di movimento era qualcosa di totalmente nuovo e meraviglioso. "
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La caduta del Muro era nell'aria? Ve la aspettavate?
Annett Planka - "Già da settembre la Germania stava vivendo una stagione di manifestazioni e proteste. Una rivoluzione pacifica che però la polizia contrastava ancora con la forza. L'opposizione politica a Est era molto importante. Scrittori e artisti tenevano conferenze e comizi e chiedevano un cambiamento, più libertà e il rinnovamento economico, ma soprattutto la messa al bando del potere detenuto dalla Stasi.
Noi giovani non ci aspettavamo assolutamente la caduta del muro e a dire il vero non la desideravamo neppure. Volevamo qualcos'altro. Volevamo cambiare il nostro Paese e renderlo più democratico."
Annette Weickert - "Ho sempre sperato nella caduta del Muro, aspettarsela però no, non ci si pensava neppure e siamo rimasti tutti increduli quando lo abbiamo saputo. Ma non so se in molti la pensavano come me a sinistra. Chi viveva a Berlino, nell'Isola Berlino, come la chiamavamo, aveva la consapevolezza di vivere in un luogo particolare... E forse voleva che così restasse."
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30 anni fa: 9 novembre 1989. Viene abbattuto il Muro di Berlino. Eretto nel 1961 per separare la città est (filosovietica) dalla città ovest (filoamericana), era il simbolo della Guerra Fredda
Cosa è cambiato da allora, nel corso degli anni? E c'è secondo te qualcuno che vorrebbe tornare indietro?
Annett Planka - "La "svolta" è avvenuta in fretta e economicamente è stata incisiva. Le conseguenze economiche sono stata subito visibili. Interi settori economici ben funzionanti sono stati "regalati" alle società dell'Ovest e in alcuni casi poi chiusi e dismessi. Bisognava vendere a Est i prodotti dell'Ovest e in realtà la gente bramava i prodotti dell'Occidente più di qualsiasi altra cosa."
Martina Erpenbeck - "Le conseguenze della caduta del Muro? Positive e negative allo stesso tempo. La libertà di movimento e di scelta ha portato con sè perè i classici problemi tipici del consumismo e che l'Est non consoceva: aumento della disoccupazione, alcolismo e sebbene non ci sia più divisione tra Ossi e Wessi, per molti in Germania il grido "wir sind ein Volk" non ha nessun significato e gli Ossi restano dei cittadini di serie B."
Claudia Steidl, Francoforte, 56 anni - "Gli investimenti sono decollati, ma poi molto presto per tanti c'è stato il fallimento per insolvenza. Il confronto con la realtà, dopo i primi mesi di euforia ha portato a grande frustrazione. Soprattutto ad Ovest, la gente era arrabbiata perchè era stata istituita la Soli, ovvero la Solidaritätszuschlag, una tassa che veniva pagata da ogni cittadino dell'Ovest con una sottrazione dallo stipendio e che serviva come solidarietà per gli investimenti nell'ex DDR. Adesso le infrastrutture a Est sono super efficienti ma la disoccupazione e la povertà ancora altissima.
Tornare indietro? No non credo nè a Ovest né a Est. Come si potrebbe rinunciare alla libertà, di movimento, di opinione, di vita?
Certo la frustrazione per la mancanza di lavoro e per alcune situazioni potrebbero portare a pensare che qualcuno tornerebbe volentieri indietro. Ma no, non c'è nulla che sia comparabile alla libertà, anche se il cammino per dei veri cambiamenti è molto lungo ancora."
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Annette Weickert - "Oggi c'è sicuramente molta gente che rivorrebbe il muro. La disoccupazione, gli affitti altissimi... in molti non hanno beneficiato della riunificazione. Ed è per questo che spesso il sentimento nazionalsocialista trova un terreno fertile nell'ex DDR. "
Cosa ha significato per te la caduta del Muro?
Annett Planka - "Dopo la caduta del muro i tedeschi si sono divisi in vincitori e perdenti. Io sono stata sicuramente tra i vincitori. Ho avuto molte possibilità, ma anche molti più problemi economici ad esempio, e ho soprattutto dovuto rinunciare ad alcuni valori che ancora rimpiango.
Nella DDR c'era una più sentita solidarietà reciproca, un senso di comunità e di comprensione sociale, che ad Ovest non esistevano e non esistono a tutt'oggi. Ma... se il muro non fosse caduto non avrei conosciuto la mia attuale compagna Annette Weickert, con cui vivo da moltissimi anni. Per noi la caduta del Muro ha significato anche questo: abbiamo trovato l'amore."
Annette Weickert - "Per me soprattutto apertura, curiosità negli altri, libero movimento. Mi sarebbe piaciuto però che le idee socialdemocratiche e socialiste venissero conservate. Non è stato così. La BRD ha inglobato la DDR, inghiottita... Ma soprattutto mi sento di confessare che con il Muro a dividere la nostra Berlino io e Annett Planka non ci saremmo mai conosciute... Impensabile!!!"