Il papà Tom Evans: "Il mio gladiatore ha abbassato lo scudo. Ti amo, ragazzo mio". E la mamma Kate: "Al nostro bimbo sono spuntate le ali. I nostri cuori sono spezzati"
Il piccolo Alfie Evans è morto. A darne l'annuncio sono stati su Facebook i genitori. I giudici britannici avevano vietato il trasferimento del bimbo in Italia nonostante il nostro Paese gli avesse conferito la cittadinanza. "Il mio gladiatore - ha scritto il padre sul social - ha abbassato lo scudo e ha guadagnato le ali alle 2:30. Sono disperato. Ti amo, ragazzo mio". Papa Francesco: "Profondamente toccato, prego per i genitori".
"Al nostro bimbo sono spuntate le ali intorno alle 2.30. I nostri cuori sono spezzati. Grazie a tutti per il sostegno", ha scritto invece la madre del bimbo, Kate James, sul suo profilo Facebook.
Sempre sui social era arrivato, prima della morte del piccolo, un ultimo disperato appello ai sostenitori dell'Alfie's Army da parte della zia, Sarah Evans: la donna aveva invitato a mandare "preghiere" e "100 profondi respiri al nostro guerriero". Un segnale che per il bambino, dopo un'altra giornata trascorsa nella vana attesa di un trasferimento in Italia, stava arrivando la crisi respiratoria causata dal distacco dalle macchine.
Sono profondamente toccato dalla morte del piccolo Alfie. Oggi prego specialmente per i suoi genitori, mentre Dio Padre lo accoglie nel suo tenero abbraccio.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) 28 aprile 2018
Il Papa: "Profondamente toccato, prego per i genitori" - "Sono profondamente toccato dalla morte del piccolo Alfie. Oggi prego specialmente per i suoi genitori, mentre Dio Padre lo accoglie nel suo tenero abbraccio". Così Papa Francesco su Twitter.
Dopo la morte del piccolo, in un messaggio di cordoglio i medici di Liverpool hanno definito la vicenda "un viaggio devastante". "Vogliamo esprimere - si legge nella nota - la nostra simpatia e condoglianze dal profondo del cuore alla famiglia di Alfie in questo tempo di estrema angoscia. E' stato un viaggio devastante per loro. Ora chiediamo sia rispettata la loro privacy e la privacy dello staff dell'Alder Hey".
La famiglia smentisce: "Nessuna protesta del papà in ospedale" - La famiglia di Alfie non vuole che l'omaggio di queste ore alla morte del piccolo sia macchiato da scontri e tensioni. E infatti la zia, Sarah, sorella di Tom, ha smentito seccamente le voci di una pretesa forma di estrema protesta attribuito da qualcuno al fratello, il papà di Alfie. "Vi prego, ignorate le voci su Tom che si sarebbe barricato dentro l'ospedale", ha scritto sulla pagina Facebook dei sostenitori del "Alfie's Army", seguita da oltre 800mila persone in tutto il mondo. "Sono tutte false", e invita chi può a partecipare al lancio di palloncini vicino all'ospedale. "Noi ti amiamo Alfie", conclude la zia prima di decorare il messaggio con una sequenza di cuoricini.
Messaggi di cordoglio, ma anche di collera e di accuse ai medici e alla giustizia britannica sono invece arrivati sul profilo social dell'"Alfie's Army", dove migliaia di persone da tutto il mondo hanno seguito in queste settimane la vicenda del piccolo. E dove ora tante persone da Gran Bretagna e Usa, ma anche da molti Paesi d'Europa (primi fra tutti Italia e Polonia) piangono la morte del bimbo.
Alfie è stato protagonista di una battaglia tra gli operatori sanitari inglesi che volevano "staccare la spina" del respiratore e un vasto movimento che ha supportato i genitori nella richiesta di mantenerlo in vita.
Alla fine, la sera del 23 aprile, i medici dell'Alder Hey Hospital di Liverpool hanno ottenuto l'autorizzazione della giustizia britannica per scollegare il piccolo dalle macchine. Ma Alfie ha continuato a respirare nel suo lettino, fra la braccia di mamma Kate, anche senza l'ausilio del ventilatore meccanico.
L'Italia aveva concesso la cittadinanza perché venisse curato dall'ospedale Bambino Gesù di Roma o al Gaslini di Genova, ma la Corte d'Appello britannica è stata irremovibile e ha respinto la richiesta dei genitori. In queste ore si attendeva la decisione dei medici che dovevano autorizzare il trasferimento del bimbo a casa.