A 21 anni la studentessa inglese è finita in ospedale per tre mesi e sottoposta anche ad elettroshock per una diagnosi sbagliata. La ragazza, in realtà, era affetta da un'encefalite anti recettori Nmda
A 20 anni Lucy Dawson, studentessa inglese di Lincoln, inizia ad accusare mal di testa, mancanza di forze, vista annebbiata e confusione. I medici decidono di ricoverarla in un reparto psichiatrico e lì inizia il suo calvario durato tre mesi nei quali viene riempita di psicofarmaci e sottoposta a cure estreme come l'elettroshock. Quando ormai ogni cura sembrava non funzionare, i medici scoprono di aver sbagliato diagnosi e che in realtà la ragazza soffriva di encefalite anti recettori Nmda. Oggi Lucy è tornata a sorridere, si è laureata ed è una modella di successo.
"Una mattina la mia migliore amica mi ha trovato nella stanza, che avevo ridotto in condizioni penose, seduta sul pavimento ec on gli occhi gonfi", ha raccontato la ragazza parlando di quei giorni del 2016 quando la situazione è precipitata. "Non ero in grado di dire nulla, ho solo continuato a ridere in modo sconnesso". Poi la corsa in ospedale con la madre e i tentativi "di buttarsi dalla macchina in corsa" fino all'arrivo al Lincoln County Hospital.
Una volta arrivata presso la struttura ospedaliera, Lucy ha iniziato a urlare, muoversi in maniera scomposta ed è stata quindi portata subito nel reparto psichiatrico in base a una legge del 1983 che permette di ricoverare le persone in preda a una crisi e a rischio di autolesionismo. Nei tre mesi di ricovero, le sue condizioni peggiorano: la ragazza si chiude e diventa incapace di "sentire" il suo corpo. Diventa anche catatonica e a quel punto i medici, convinti che stesse per morire, ricorrono "all'elettroshock come ultima possibilità", proprio nel giorno del suo 21esimo compleanno.
Trasferita in un nuovo letto d’ospedale, Lucy continuava ad avere enormi crisi. In un'occasione ha avuto un attacco così violento che è caduta dal letto e si è bruciata la schiena su un termosifone scoperto. L'impatto le ha anche danneggiato il nervo sciatico e da allora è parzialmente disabile con difficoltà nel movimento della gamba sinistra.
Le sue condizioni, pian piano, sono migliorate e, a due mesi dall'uscita dall'ospedale e in seguito a un esame del sangue, è finalmente emersa la verità: a Lucy è stata diagnostica un'encefalite anti recettori Nmda, una malattia che si manifesta quando gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario attaccano i recettori che si trovano nel cervello. Una malattia che, come affermato dalla stessa ragazza, "spesso viene scambiata per qualcosa d'altro e quindi curata male".
E' iniziato quindi un lungo periodo di riabilitazione: Lucy è tornata a studiare, si è laureata in criminologia ma prima ha dovuto di nuovo imparare a parlare, camminare e riconoscere le persone. Si è trattato di un percorso difficilissimo affrontato grazie all'aiuto di genitori, parenti e amici. Ora Lucy, diventata a quasi 25 anni una modella di successo, è determinata a far conoscere meglio al mondo la malattia che ogni anno colpisce 500mila persone.