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Il voto in Gb e la vittoria a "metà" della May: cosa succede ora

Le elezioni avevano lo scopo di dare alla premier britannica un mandato più forte in vista della Brexit, ma la leader dei Tory esce dal voto indebolita

09 Giu 2017 - 07:39
 © -afp

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Tutto sarà più difficile di prima per Theresa May dopo l'esito del voto di giovedì nel Regno Unito, opposto alle ragioni per le quali era stato convocato in anticipo, cioè rafforzare il mandato di Downing Street in vista dei negoziati sulla Brexit. La premier esce infatti decisamente indebolita, senza una maggioranza assoluta e "alla ricerca" di un alleato.

La Brexit diventerà più difficile - Per il Regno Unito i negoziati per divorziare dall'Unione europea diventeranno molto più complicati, secondo Tony Travers, professore della London School of Economics. Le trattative si apriranno formalmente il 19 giugno e le scadenze saranno ravvicinate ed ardue. May aveva ricevuto il mandato dal precedente Parlamento per una "hard" Brexit, ma adesso questa strategia è indebolita. Le voci, sia nel campo dei conservatori sia dei laburisti, favorevoli a una "soft" Brexit ora si faranno sentire di più. "Sarà difficile governare e si potrebbe andare addirittura a nuove elezioni entro l'anno", dice Wyn Grant dell'University di Warwick.

May indebolita - Dopo aver portato il Paese alla prova di un terzo voto in appena due anni ed aver perso la sua ardita scommessa al termine di una campagna molto criticata, sul futuro della May si addensano molte nubi. "E' stato un errore autoinflitto, una ferita autoinflitta derivante da un atteggiamento presuntuoso di chi dà per scontato l'appoggio degli elettori", spiega Brian Klaas, della London School of Economics.

Corbyn trionfante - Il leader laburista era stato deriso dalla May e indicato dalla premier come una catastrofe per guidare i negoziati sulla Brexit. Ma con un'ottima campagna basata su politiche radicali, Corbyn ha spiazzato i suoi critici e riportato a nuova fortuna il Labour. "Jeremy Corbyn è riuscito a mobilitare la sua base. Non solo è riuscito ad entusiasmare i giovani ma ha riportato alle urne gente che altrimenti non avrebbe votato", dice Tim Bale della Queen Mary.

Nazionalisti scozzesi al palo - La prospettiva di un secondo referendum sull'indipendenza dal Regno Unito sembra allontanarsi. La consistente perdita di seggi del partito di Nicola Sturgeon, lo Scottish National Party (SNP), assieme alla sconfitta personale di Alex Salmond, "è un duro colpo" alle speranze di un secondo referendum, commenta il Financial Times. Sturgeon ha detto alla Bbc di "aver bisogno di un po' di tempo per riflettere".

Ukip spazzato via - Dopo l'addio di Nigel Farage, il partito euroscettico Ukip, testa d'ariete nella campagna per la Brexit dello scorso anno, è caduto nell'oblio, passando dall'11% del 2015 al 2%: perso l'unico seggio che aveva nel vecchio Parlamento.

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