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"Il ricorso contro la mancata concessione dei domiciliari va fatto, anche se non mi faccio grandi illusioni", dice Roberto Salis. La figlia è in carcere a Budapest da 13 mesi
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Il padre di Ilaria Salis, Roberto, ha scritto una lettera al presidente della Repubblica. "Ho mandato una Pec a Sergio Mattarella, una lettera molto asciutta riferendomi a quella che gli avevo inviato il 17 gennaio e a cui aveva subito risposto. È il garante della Costituzione e l'articolo 3 si applica a tutti i cittadini italiani: può intervenire sul governo Orban e deve smuovere il governo italiano perché, evidentemente, non ha fatto quello che doveva fare".
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"Il ricorso contro la mancata concessione dei domiciliari va fatto, anche se è una strada su cui non mi faccio grandi illusioni", ha aggiunto il padre della 39enne milanese in carcere a Budapest da 13 mesi con l'accusa di aver aggredito alcuni esponenti di estrema destra. "Cercare di far ragionare in termini di stato di diritto l'Ungheria mi pare tempo perso, ma facciamo tutto quello che si può fare".
Per presentare il ricorso, ha chiarito l'avvocato Gyorgy Magyar, "bisogna aspettare che la Corte metta per iscritto l'ordinanza sul respingimento dei domiciliari, e ci vorrà qualche giorno dopo le feste di Pasqua. Subito dopo, e sicuramente entro i termini fissati, noi presenteremo il ricorso contro questa ordinanza alla Corte d'appello che ha già emesso una sentenza a nostro favore, riguardo la traduzione di tutti gli atti del processo in italiano".
"Per andare alla Corte europea per i diritti dell'uomo bisogna aspettare una serie di passaggi tecnici - ha quindi spiegato Roberto Salis - ma bisogna continuare a lavorare, se possibile anche con maggiore determinazione rispetto a prima".
Intanto è tornato libero Gabriele Marchesi, imputato in Ungheria per gli stessi reati di Ilaria Salis ma arrestato in Italia. Il tribunale di Milano, infatti, ha fatto tabula rasa del mandato d'arresto europeo chiesto da Budapest.