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La richiesta al governo italiano e a Bruxelles affinché le autorità si adoperino per portare la 39enne in Italia
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Ha superato le 100mila firme in poche ore la petizione online lanciata su Change.org dal "Comitato Ilaria Salis libera" che chiede al governo italiano e al presidente della Commissione per i diritti umani del Parlamento Europeo "di attivarsi per riportare in Italia" la 39enne italiana che da febbraio è rinchiusa in carcere a Budapest. Scopo del Comitato e della raccolta firme è fare in modo che "la cittadina italiana Ilaria Salis possa affrontare in Italia il processo per i reati che le vengono contestati e si giunga, quindi, alla sua immediata liberazione in virtù della palese violazione del Diritto internazionale e dei diritti umani che la sua lunga e sofferta carcerazione evidenzia".
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Attualmente, si legge nella petizione, Salis (ecco chi è l'italiana in catene che rischia 24 anni di carcere) è rinchiusa "in condizioni incompatibili con uno Stato democratico e con le convenzioni internazionali sui diritti umani e sui diritti delle persone private della propria libertà". I promotori dell'appello spiegano che "su di lei pende un capo di accusa nato in un contesto di forte tensione politica in Ungheria dove ogni anno viene organizzata, da parte di gruppi neonazisti, la 'Giornata dell'onore' in memoria della resistenza di gruppi hitleriani all'avanzata dell'Armata Rossa nel corso della Seconda guerra mondiale. Ilaria Salis è accusata, in concorso con altre persone, di aver aggredito e ferito un militante di organizzazioni neonaziste proprio nel contesto della mobilitazione di protesta verso il raduno delle destre estreme. Accusa che lei respinge, dichiarandosi innocente", specificano.
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"Gli avvocati, i familiari, gli amici - si legge ancora nella petizione - sono molto preoccupati in virtù delle notizie allarmanti che arrivano circa le condizioni di vita all'interno della struttura carceraria presso la quale Ilaria è detenuta. Notizie di violenze, di degrado, di prevaricazioni fisiche e psicologiche da parte degli agenti di polizia penitenziaria nei confronti delle detenute. Il fatto stesso che Ilaria Salis sia detenuta in condizioni estreme senza processo e senza che gli aggrediti abbiano sporto denuncia costituisce di per sé un elemento grave di preoccupazione sul corso del processo e sulla qualità dello Stato di diritto in Ungheria".
"Stiamo valutando la possibilità di fare ricorso immediato alla Corte europea di Strasburgo per la violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che è già costata altre condanne all'Ungheria": Lo ha detto all'agenzia Ansa l'avvocato Eugenio Losco, uno dei legali italiani che assiste Ilaria Salis.
"La violazione è palese, visto come è stata portata con un guinzaglio in aula", prosegue l'avvocato Losco, rientrato in Italia mentre i genitori di Ilaria sono ancora a Budapest. "Intanto andiamo avanti cercando di capire in cosa consiste l'impegno del governo per arrivare all'obiettivo degli arresti domiciliari", ha concluso Losco.