In un'intervista la pugile algerina, medaglia d’oro a Parigi, torna a parlare della campagna d'odio che l'ha investita dopo il post del patron di Tesla
Le polemiche per la partecipazione ai Giochi della pugile algerina iper-androgina Imane Khelif e la conquista dell'oro in risposta alle tante critiche © Getty Images
"Elon Musk è stato uno dei primi ad attaccarmi durante questa campagna d'odio che è stata scatenata contro di me", Imane Khelif, la pugile algerina medaglia d’oro a Parigi, a un mese di distanza torna a parlare delle accuse che l'hanno investita a Parigi. In lacrime racconta l'impatto che ha avuto in particolare il capo di Tesla: "È stato uno dei primi ad aver contribuito a diffondere certe posizioni sul mio conto".
La pugile è stata intervistata in Francia da Clique Tv. Nelle ore precedenti e successive all’incontro con l’azzurra Angela Carini, Musk aveva alimentato le polemiche contro Khelif esprimendo chiaramente sul suo social, X, la propria posizione. Riferendosi all'atleta aveva detto che gli uomini dovevano essere espulsi dagli sport femminili. "Mi odi ma non mi conosci nemmeno. Non riesco nemmeno a capire perché hai fatto una cosa del genere - ha detto a proposito dei post del miliardario -. Sei stato crudele con me, crudele con la mia famiglia, con mia madre che allora andava in ospedale tutti i giorni", ha aggiunto commuovendosi.
Le settimane scorse Khelif aveva già denunciato Musk - assieme alla creatrice di Harry Potter J.K. Rowling - citandoli per atti di cyberbullismo in seguito ai giudizi nei suoi confronti. L'atleta non ha attaccato solo il patron di Tesla. "Politici, atleti, star, artisti, Elon Musk e Donald Trump… tutto il mondo sembrava contro di me. Questo mi ha fatto molto male, non riesco a descrivere quanto fossi spaventata", ha specificato. I sospetti alimentati in quei giorni sulla sua identità sessuale sono una ferita che rimane aperta e alla quale la pugile ha ripensato proprio durante l'intervista. A nulla è valso che il Comitato Olimpico Internazionale si fosse espresso ritenendola perfettamente in regola: Khelif è stata attaccata da molti che come Musk credevano non dovesse partecipare alle competizioni femminili.
“Dio è la mia guida - ha concluso l'atleta -, sono una donna musulmana praticante. Sono una donna musulmana araba e ho superato questo momento. Spero di essere ancora più forte in futuro e di tornare ancora più motivata”. Grazie a Dio, dice infine, "il popolo d'Algeria e il mondo arabo conosceva Imane Khelif con la sua femminilità, il suo coraggio, la sua volontà. Ce l'ho fatta anche grazie a loro".