Gli sbarchi sulle coste continuano e il nostro Paese chiede il supporto dell'Ue. Tgcom24 ha intervistato Michele Cercone, Portavoce della Commissione europea per gli Affari interni
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Accoglienza al collasso per un Paese che non ce la fa più. Ancora sbarchi sulle nostre coste: 800mila immigrati sono in arrivo dalla Libia. L'Italia invoca ancora una volta a gran voce l'aiuto dell'Europa. Dati alla mano, ecco la misura dell'emergenza: nel 2014 sono arrivati via mare 25mila migranti, più della metà di quelli giunti nell'intero 2013, quando furono 43mila. Il 90% è partito dalla Libia. Abbiamo intervistato Michele Cercone, Portavoce della Commissione europea per gli Affari interni, che rimarca l'impegno dell'Europa per il nostro Paese annunciando che Bruxelles "può fornire un importo forfettario fino a 6mila euro per rifugiato".
In aula al Senato in un'audizione, il Direttore dell'immigrazione e della polizia delle frontiere, Giovanni Pinto, ha sottolineato i risultati dell'operazione Mare Nostrum ma ha specificato che le partenze dalla Libia sono aumentate. La Ue cosa risponde?
Le immagini degli arrivi sono ovviamente toccanti, specie se si pensa che molti degli immigrati e dei rifugiati che intraprendono questi attraversamenti molto spesso cadono vittima delle reti di trafficanti. Questo problema ovviamente va affrontato. L'elemento chiave è il rafforzamento della cooperazione e del dialogo con i paesi di origine e di transito dei migranti. A tal fine abbiamo recentemente concluso partenariati di mobilità con la Tunisia e il Marocco, puntando ad aprire più canali per l'immigrazione regolare, riducendo così la pressione dei migranti irregolari e rafforzando al contempo la lotta congiunta contro i trafficanti e le reti di criminali dedite al traffico di esseri umani. Abbiamo inoltre recentemente concluso e firmato un accordo di riammissione con la Turchia, che sarà fondamentale per ridurre la pressione migratoria irregolare nei prossimi anni.
L'Italia è il confine meridionale dell'Europa, il sottosegretario con delega all'Intelligence, Marco Minniti ha specificato : "Non possiamo farcela da soli, Mare Nostrum DEVE diventare una missione europea e internazionale".
La Commissione europea ha fornito e continuerà a fornire aiuto e assistenza all'Italia. Nel dicembre 2013 abbiamo inoltre lanciato con successo la fase operativa di Eurosur per rafforzare lo scambio d'informazioni e la cooperazione - sia all'interno degli Stati membri che tra di essi - e per contribuire a salvare vite umane in mare. Abbiamo portato avanti il lavoro di rafforzamento della presenza di Frontex nel Mediterraneo, estendendo ed ampliando le azioni già in atto. Tale cooperazione è molto costruttiva e si sta rivelando anche efficace. Riconosco e apprezzo gli sforzi che le autorità italiane stanno attuando per affrontare una situazione difficile e per provvedere al salvataggio e all'assistenza per gli immigrati.
Quanto prevede di stanziare l'Unione Europea nei prossimi anni? Quanti fondi sono destinati all'Italia?Nel periodo 2007-2013 l'Italia ha ricevuto 479 milioni di euro, il 13,4% dell'intera somma destinata alla gestione di migranti e richiedenti asilo. Nell'ambito della nuova programmazione finanziaria 2014-2020 invece, il Paese avrà a disposizione 522 milioni di euro divisi in due programmi principali. Quello più corposo è l'Amif (Asylum Migration and integration Fund), che ammonta a 310 milioni di euro. Nell'ambito dell'Internal Security Fund (Isf) l'Italia riceverà invece in totale 212 milioni di euro.
Quali saranno gli interventi concreti e le tempistiche?
Questo dipende in gran parte dalle autorità italiane, responsabili per l'implementazione dei progetti. La Commissione e i suoi servizi sono sempre pronti a fornire la necessaria assistenza.
Il Viminale specifica "la situazione è sotto controllo" ma l'emergenza è continua. Cosa non funziona come dovrebbe?
Quando si tratta di evitare tragedie come quella di Lampedusa, dobbiamo spostare la nostra attenzione da quello che avviene quando i richiedenti di asilo sono ormai giunti nell'UE verso ciò che le costringe a intraprendere tali pericolosi viaggi via mare. L'attuale pressione migratoria nel Mediterraneo è in realtà composta da flussi misti: il numero di "migranti economici" sembra essere in calo, mentre è notevolmente aumentato il numero di persone che cercano di attraversare il Mediterraneo per trovare rifugio e protezione in Europa. Molte di esse fuggono dai disordini civili in Siria, nonché da persecuzioni o minacce per la propria vita in Somalia. Dobbiamo evitare che queste persone, che sono spesso le più vulnerabili, siano costrette a mettere la propria vita nelle mani dei trafficanti e dei criminali dediti al traffico di esseri umani per raggiungere le coste europee. Ecco perché ho chiesto a tutti gli Stati membri di attivarsi di più per il reinsediamento di persone bisognose di protezione, evitando che debbano affrontare questi viaggi spesso mortali. Nel 2012, 4.500 persone sono state reinsediate nell'UE da 11 Stati membri. Vi sono quindi 17 paesi che possono fare di più per garantire che le persone bisognose di protezione possano giungere nell'Ue in condizioni di sicurezza. Per molte persone questo può comportare la differenza tra la vita e la morte. Se tutti gli Stati membri si impegnassero in un esercizio di reinsediamento UE e mettessero a disposizione un numero di posti proporzionato, riusciremmo a reinsediare migliaia di persone in più dai campi profughi.
Ci sono responsabilità?
E' vero: le decisioni in materia di reinsediamento spettano agli Stati membri, e la Commissione non può costringerli a farlo. Tutti i paesi dell'Unione devono comunque intensificare i propri sforzi. Si tratta di un atto necessario di solidarietà. Siamo pronti a mettere a disposizione i fondi necessari per finanziare ulteriori sforzi e impegni anche in questo settore, fornendo un importo forfettario: fino a 6mila euro per rifugiato. La Commissione sta inoltre esaminando le possibilità di ingressi protetti nell'Ue che permetterebbero ai cittadini di paesi terzi di accedere alla procedura d'asilo prima di entrare nell'Ue e senza imbarcarsi in viaggi pericolosi. L' immigrazione è un tema che riguarda e tocca tutti i Paesi Ue. La politica d'immigrazione necessità sicuramente di più Europa e di un approccio solidale e costruttiva da parte di tutti.