Il via ufficiale all'operazione EuNavFor sarà dato lunedì dal Consiglio affari esteri. La Francia: "La nostra linea non è cambiata, il riaccompagnamento dei migranti irregolari alla frontiera continua"
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I rappresentanti dei 28 Paesi riuniti nel Comitato politico e di difesa (Cops) hanno approvato all'unanimità il piano operativo della missione militare Ue contro i trafficanti di esseri umani. Il via ufficiale alla missione EuNavFor sarà dato lunedì dal Consiglio affari esteri come punto A, cioè senza discussione. Lo riferiscono fonti diplomatiche. Intanto la prefettura delle Alpes-Maritimes fa sapere: "La nostra linea non è cambiata".
Francia: "Continua riccompagnamento migranti a frontiera" - La fonte della prefettura francese assicura che il "riaccompagnamento" dei migranti irregolari verso l'Italia "continua in modo normale", sulla base del trattato franco-italiano di Chambe'ry. In questo modo vengono smentite le voci di stampa secondo cui Parigi avrebbe allentato le maglie dei respingimenti a Ventimiglia.
La riunione del Cops - L'approvazione ufficiale da parte del Cops è arrivata il giorno dopo la cosiddetta "Force generation Conference", indetta per quantificare i mezzi che saranno forniti dagli stati membri alla missione guidata dal contrammiraglio Enrico Credendino. Stando alle fonti, i 28 hanno concordato che per il passaggio da una fase a quella successiva sarà necessaria una decisione "politica", da prendere con una riunione dei ministri o dei rappresentanti permanenti.
Le fasi del piano - Nella prima e nella seconda fase è previsto che l'operazione si svolga in acque internazionali. Nella terza, per la quale è considerato "indispensabile" il mandato di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e "utile" l'assenso se non la richiesta di intervento da parte di un governo libico di unità nazionale. Il piano operativo di EuNavFor prevede interventi "nelle acque territoriali, nelle acque interne e sulla costa" libica per distruggere la rete dei trafficanti.
Cosa prevede la prima fase - L'ok formale di lunedì 22 giugno inaugurerà solo la prima fase del piano. Quest'ultima dovrebbe durare "due o tre mesi", durante i quali il principale obiettivo sarà la raccolta di informazioni sul network dei trafficanti, usando droni, satelliti ed i mezzi di ascolto elettronici di cui sono dotate le navi militari. In questa fase, seguendo le norme del diritto del mare, i mezzi impiegati nell'operazione potranno essere chiamati a salvataggi di barconi in difficoltà.
Seconda fase: caccia "attiva" ai trafficanti - Col passaggio alla seconda fase, che dovrà essere chiesto dal comandante dell'operazione, comincerebbe invece la "caccia" attiva - sempre in acque internazionali - ai mezzi dei trafficanti, l'arresto degli scafisti oltre al salvataggio dei migranti.
Migranti "nel primo porto sicuro" - Il Comitato politico e di difesa ha disposto che anche per i salvataggi con i mezzi militari (che legalmente sono territorio dello stato di cui battono bandiera) saranno valide le regole d'ingaggio applicate per l'Operazione Triton. I migranti saranno trasportati "nel primo porto sicuro" e solo qui saranno avviate le procedure per la selezione dei richiedenti asilo ed il rinvio ai paesi d'origine di chi non ha titolo per la protezione internazionale.