Il ministro Jean-Michel Blanquer ha presentato una riforma che fa entrare l'asilo nella scuola dell'obbligo
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Tutti in classe a tre anni invece che a sei: è questa la riforma presentata, in Francia, dal ministro Jean-Michel Blanquer che prevede, così come spiegato al Consiglio Superiore dell'Educazione, di far entrare l'asilo nella scuola dell'obbligo che, in questo modo, viene anticipata di tre anni. "Quella è l'età in cui si gettano le basi dell'apprendimento e si impara di più" aveva detto già il presidente Emmanuel Macron in campagna elettorale.
Le novità della riforma francese - La scuola dell'obbligo, dunque, che inizia a tre anni: questo stabilisce, come riportato dal quotidiano Il Messaggero, la riforma francese che entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico e che è stata nominata "per una scuola della fiducia". Sarà prevista, dal progetto del governo di Parigi, anche una maggiore autonomia per le scuole, la possibilità per istituti privati di finanziare alcune sezioni internazionali e, infine, la presenza in ogni istituto di un organo di valutazione dei risultati dell'insegnamento.
E in Italia? - La novità ideata dai francesi è di quelle destinate a creare dibattito: In Italia, tuttavia, sembra difficile, al momento, pensare di anticipare la scuola dell'obbligo perché, a causa della divisione tra Stato ed enti locali, prima dei sei anni la scuola italiana non è la stessa in tutto il Paese. Il progetto renziano della Buona Scuola prevedeva un potenziamento degli asili nido e delle scuole materne e l'idea di anticipare di un anno il suono della campanella facendo iniziare la scuola dell'obbligo a 5 anni è stata proposta e pensata diverse volte (da Luigi Berlinguer a Stefania Gianini) salvo poi scontrarsi con la resistenza degli insegnanti e i costi eccessivamente elevati di una simile riforma che richiederebbe un piano per aumentare i posti nelle materne, il numero di aule e un generale miglioramento dell'insegnamento.
E così con i tredici anni che intercorrono tra la prima elementare e la maturità, gli studenti italiani sono i più longevi, quelli che trascorrono più tempo tra i banchi finendo per diventare poi "i più vecchi" ad entrare all'Università. Sono diversi, poi, i fronti della resistenza dinnanzi all'idea di anticipare anche solo di un anno della scuola dell'obbligo: alcuni la vedono come un'accusa indiretta verso i genitori, altri rimarcano la necessità che a quell'età i bambini continuino a svagarsi e giocare. Non la pensano così i francesi e soprattutto il ministro dell'Istruzione di Macron secondo cui "la plasticità del cervello prima dei sei anni è particolarmente propizia all'assimilazione del linguaggio, ed è proprio in questa fase che si fabbricano i futuri abbandoni scolastici". Secondo i promotori di questa riforma della scuola, a beneficiare di più di una scuola obbligatoria a tre anni saranno soprattutto i bambini con situazioni familiari più difficili o disagiate, magari cresciuti in case dove il francese si parla poco o male.