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Sempre secondo il quotidiano statunitense, i roghi sono stati favoriti dalla presenza di piante invasive non autoctone
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Al momento di intervenire durante gli incendi che hanno devastato l'isola di Maui, alle Hawaii, i pompieri avrebbero trovati gli idranti senza acqua. E' quanto rivela il New York Times. Sulla mancata prevenzione e sulla cattiva gestione dell'emergenza è già stata aperta un'inchiesta ufficiale. Intanto il bilancio delle vittime è salito a 96 morti, ma secondo le autorità il numero è destinato a crescere.
L'intero sistema idrico dell'isola di Maui è sostenuto da diversi pozzi che pescano acqua da una falda. L'acqua è poi mandata in pressione da diverse pompe che però, il giorno degli incendi, non hanno funzionato. I diversi blackout che hanno colpito l'isola hanno di fatto impedito al sistema di rimanere in pressione. Le autorità avevano chiesto alla popolazione di non sprecare acqua per dare tutto il supporto possibile ai vigili del fuoco. Ma a dare il colpo di grazia al sistema sono stati i crolli di diversi palazzi che hanno danneggiato le condutture. Molta acqua è andata dispersa e di fatto si è ulteriormente abbassata la pressione lasciando gli idranti cittadini a secco.
I devastanti incendi alle Hawaii, aggiunge il Nyt, sono stati favoriti anche dalla diffusione di piante invasive non autoctone provenienti dall'Africa e usati come foraggio per il bestiame, dopo la chiusura negli anni scorsi delle piantagioni di canna da zucchero (l'ultima nel 2016). Varietà come la guinea, la molasses e la buffel grass sono altamente infiammabili: crescono rapidamente quando piove e resistono alla siccità quando le terre sono aride. Ora occupano quasi un quarto delle Hawaii.
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