La donna è stata imprigionata anche perché aveva dato alla luce una figlia femmina, che non le è stato neppure concesso di vedere
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Una 25enne è stata imprigionata per tre anni nel bagno di casa dal marito, perché la sua famiglia non era stata in grado di pagare la dote stabilita per il suo matrimonio. E' successo in Bihar, nel nord dell'India. Il caso fa parte della lunga serie di abusi contro le donne nel subcontinente indiano. La giovane è stata salvata dalla polizia dopo la denuncia del padre.
"Poteva a malapena tenere gli occhi aperti - ha detto un agente - in quanto per tutto questo tempo è stata al buio". La donna era in condizioni scioccanti, con i vestiti stracciati e i capelli incolti. Era fortemente dimagrita in quanto le venivano dati soltanto degli avanzi di cibo.
La giovane ha raccontato che la famiglia del marito, Prabhat Kumar Singh, l'aveva chiusa a chiave nel bagno per non aver pagato la dote e anche perché aveva dato alla luce una femmina. Da allora non le è stato concesso neppure di vedere la figlia.
Le richieste di denaro e regali da parte dei suoceri erano iniziate subito dopo le sue nozze nel 2010. Si tratta di una consuetudine abbastanza frequente in India e che spesso porta a episodi di brutale violenza contro le donne.
A denunciare il fatto alla polizia è stato il padre della 25enne, Shyam Sundar Singh, insospettito perché non aveva più potuto vedere la figlia. I suoceri impedivano infatti qualsiasi contatto con estranei. Gli agenti hanno denunciato il marito ed i suoi genitori, Dhirendra Singh e Indra Devi, che sono stati arrestati con l'accusa di tortura e sequestro di persona.