dovrà pagare 435,8 milioni di dollari

"Ingannava i minorenni", maximulta a colosso americano delle sigarette elettroniche

L'azienda dovrà pagare 435,8 milioni di dollari a oltre 30 stati americani

07 Set 2022 - 10:47
 © ansa

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Juul, nota società statunitense che produce sigarette elettroniche, ha accettato di pagare 435,8 milioni di dollari a 34 stati americani. Dagli Stati Uniti fino a Porto Rico, la vittoria arriva a due anni dalla causa intentata contro il colosso degli "svapatori". L'indagine era iniziata nel 2020, l'azienda era accusata di puntare sugli adolescenti tramite campagne di marketing aggressive.

L'indagine - "Non ci facciamo illusioni, sappiamo che la diffusione delle sigarette elettroniche tra i giovani continua a essere un'epidemia. Ma abbiamo dato un duro colpo a uno dei leader del mercato", ha dichiarato William Tong, procuratore generale del Connecticut.

Sulla Juul grava l'accusa di aver commercializzato le proprie sigarette ai minorenni, verso i quali è vietato indirizzare campagne per prodotti contenenti nicotina. L'azienda proponeva confezioni facili da nascondere e gusti dolci come limone, caramello e menta, adatti a palati giovani e a nascondere il sapore delle sigarette.

Tong ha aggiunto che la società utilizza di proposito un sistema di verifica dell'età per i suoi prodotti non molto accurato, pare che circa il 45% dei suoi follower su Twitter abbia un'età compresa tra 13 e 17 anni.

Juul ha accettato l’accordo, a dimostrazione del suo «continuo impegno per risolvere i problemi del passato. I termini sono in linea con le nostre attuali pratiche commerciali adottate dall’autunno del 2019».

Le limitazioni - L'attuale accordo limiterà le capacità di marketing e vendita al gigante dei vaporizzatori: restrizioni per le persone di età inferiore ai 35 anni, limiti alle esposizioni in negozio, limiti alle vendite online e al dettaglio e divieto di utilizzo dei social media. Juul, in realtà, aveva già rimosso i suoi account dopo che la Food and Drug Administration aveva accusato l'azienda di "non aver fornito dati adeguati sui potenziali rischi tossicologici". La società aveva fatto ricorso sostenendo di aver aiutato due milioni di adulti a smettere di fumare le sigarette reali. Più volte avevano dichiarato che "la sigaretta elettronica resta il modo migliore per allontanare i fumatori adulti dalla sigaretta, che resta tra le prime cause di morte".

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