L'ira di Donald Trump: "Se Pyongyang continua la risposta dell'America sarà furiosa come non avete mai visto"
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La Corea del Nord è riuscita a produrre con successo una testata nucleare miniaturizzata, entrando in una nuova fase del suo programma atomico. Lo affermano fonti dell'intelligence Usa e un rapporto del ministero della Difesa giapponese. Inoltre Pyongyang, secondo quanto riportano i media internazionali, starebbe considerando un piano per colpire Guam, l'isola statunitense ubicata nell'Oceano Pacifico. Donald Trump è furioso.
Trump avverte Pyongyang - "Se la Corea del Nord continuerà con l'escalation militare messa in campo la risposta americana sarà fuoco e furia, come il mondo non ha mai visto", ha affermato il presidente statunitense che avverte così Pyongyang.
La risposta di Guam: "Il nostro territorio è al sicuro" - Le autorità di Guam rassicurano tuttavia che il territorio dell'isola statunitense del Pacifico occidentale "è al sicuro". Il governatore Eddie Baza Calvo ha affermato che "non esiste alcuna minaccia a Guam o alle altre isole Marianne a nord. Proseguirò comunque i colloqui con l'esercito affinché Guam sia pronta a qualsiasi eventualità".
Corea del Nord una potenza atomica? - Kim Jong-un avrebbe già il controllo di molti ordigni atomici, fino a 60 per i servizi di intelligence americani. Finora troppo pesanti, ma adesso utilizzabili per produrre bombe più piccole. Secondo gli esperti Usa siamo dunque di fronte a un passaggio chiave del programma nucleare della Corea del Nord, sempre più vicina ad acquisire a pieno titolo lo status di potenza atomica. Una nuova fase destinata ad acuire le tensioni e che rischia di sfociare in un'escalation dagli sviluppi imprevedibili. Con gli Stati Uniti che oramai si sentono nel mirino, minacciati dall'ipotesi non più remota di missili balistici intercontinentali a testata nucleare pronti a colpire quanto meno la costa ovest degli Usa, da Seattle a Los Angeles. Per non parlare dei timori di Giappone e Corea del Sud.
L'Onu vara nuove sanzioni, Pyongyang non retrocede - Il rapporto della Defense Intelligence Agency è datato 28 luglio e raggiunge in gran parte le stesse conclusioni di un rapporto del ministero della Difesa giapponese, secondo cui il programma nucleare e missilistico nordcoreano è oramai entrato in uno stadio finale. Una realtà che spiegherebbe i toni durissimi usati da Pyongyang anche dopo il varo di nuove sanzioni da parte delle Nazioni Unite, stavolta votate anche dall'alleata Cina. Toni che al momento veicolano un messaggio inequivocabile: nessuna disponibilità a trattare sul programma nucleare.
Non è ancora chiaro se il regime di Kim abbia già sperimentato il nuovo formato delle testate atomiche. Ma se questo non è ancora avvenuto appare evidente che ormai è solo questione di tempo. E che rispetto a quanto previsto solo pochi mesi fa si è di fronte a un'accelerazione che non lascia più spazio a indugi. Con tutte le opzioni per contrastare i piani nucleari di Kim Jong-un che tornano sulla scrivania dello Studio Ovale.
L'opzioni militare della Casa Bianca - Compresa l'opzione militare che comprende l'attacco ai siti atomici con raid aerei, da tempo messa a punto dal Pentagono ma finora ritenuta troppo pericolosa.
Il "peso" della Cina sulla vicenda - Molto dipenderà dall'atteggiamento della Cina, fino a oggi principale alleato e partner commerciale della Corea del Nord, ma oramai anch'essa spazientita dalle continue provocazioni del regime. Pechino si rende conto del pericolo rappresentato da Pyongyang per la stabilità dell'area e - come più volte auspicato dagli Usa - potrebbe davvero impegnarsi in un pressing sul regime nordcoreano molto più efficace del passato.
Intanto è giunta la notizia che le forze armate nordcoreane, come mostrato dalle immagini satellitari, hanno caricato almeno due missili anti-nave su un vascello di pattugliamento, il primo episodio del genere dal 2014.
Da Nagasaki appello contro il nucleare - E proprio mentre sale la tensione tra Stati Uniti e Corea del Nord, Nagasaki ricorda il 72esimo anniversario della bomba atomica sganciata dagli Stati Uniti sul finire delle Seconda guerra mondiale, tre giorni dopo quella che rase al suolo Hiroshima. Il sindaco della città giapponese, Tomihisa Taue, ha chiesto che Tokyo aderisca al trattato sul bando degli armamenti atomici.