Hengaw, che per prima ha diffuso notizie sulla giovane: "Stato di coscienza molto basso"
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"Sì, abbiamo ucciso Armita Garawand". In un video che ha registrato uno scontro verbale avvenuto nella metropolitana di Teheran, e diffuso sui social dall'attivista iraniana Masih Alinejad, una donna - identificata in Rete come una funzionaria della polizia morale - "ammette" che la polizia morale di Teheran "ha ucciso" Armita Garawand, la 16enne finita in coma il primo ottobre dopo un pestaggio per non aver indossato lo hijab. "Se lo meritava" ha aggiunto la funzionaria. L'ong Hengaw, però, smentisce: "E' ancora in coma ma è in fin di vita".
Nelle immagini una ragazza e altre donne nel vagone della metro chiedono alla funzionaria: "Perché avete ucciso così tanti manifestanti l'anno scorso, compresi i bambini?". Lei risponde: "Non avrebbero dovuto gridare slogan o protestare". E poi aggiunge: "Loro (i manifestanti dell'anno scorso) sono stati uccisi dalle persone che voi sostenete (i dissidenti)". Quindi le donne le dicono: "Avete ucciso Armita". Lei risponde: "Sì, l'abbiamo uccisa. Se lo meritava. Loro (i manifestanti dell'anno scorso) se lo meritavano". E la ragazza replica: "Perché chiudi un occhio davanti a tanta povertà, ma ti preoccupi solo dei miei capelli?".
Le condizioni di salute di Armita Garavand si sono ulteriormente aggravate ma la giovane è ancora viva. A smentire la morte della 16enne è Hengaw, l'ong che per prima ha diffuso notizie sulla giovane in questi giorni. La 16enne iraniana, che ha subito un trauma cranico all'interno della metro di Teheran durante una lite (e seguente pestaggio) con la sorveglianza perché non portava il velo, si trova in coma, ricoverata in ospedale, dall'1 ottobre. Secondo quanto riportato dalla ong, lo stato di coscienza della giovane è molto basso: sarebbe comunque in fin di vita. Per alcuni giorni è stato impedito ai genitori di visitarla in ospedale. Lunedì la madre, che era stata messa in custodia la scorsa settimana, ha avuto il permesso di visitare brevemente la figlia.