L'auto su cui viaggiava con la famiglia colpita ad un posto di blocco. Il padre della ragazzina costretto, in un video, a "difendere" la polizia
Gli attivisti in Iran denunciano l'ennesimo sopruso ad opera degli agenti del regime. Sui social network circola la notizia della morte, avvenuta il giorno di Natale, di Saha Etebari, una bambina di 12 anni, uccisa dopo che gli agenti del regime hanno aperto il fuoco contro l'auto dove viaggiava assieme ai suoi genitori nella provincia di Hormozgan. La notizia è stata ripresa anche da giornalisti indipendenti in Iran, tra cui Ali Javanmardi.
Le ricostruzioni fatte circolare su Twitter da alcuni attivisti rivelano la rabbia e lo sconcerto per la sorte della piccola, che sarebbe stata colpita ad un posto di blocco e poi deceduta in ospedale prima di poter raggiungere la sala operatoria. Il padre di Saha è stato costretto a dire in un video che l'uccisione di sua figlia non è in nessun modo legata alle proteste, mentre sui social è ormai virale la foto di Saha - occhi neri, velo bianco e libro aperto tra le mani -, ennesima vittima di un regime feroce che non risparmia nemmeno i bambini: secondo l'agenzia degli attivisti per i diritti umani Hrana, dall'inizio delle proteste sono stati uccisi oltre 500 manifestanti, tra cui 69 minori e adolescenti.
Una vicenda sconcertante, ancor più di quella dell'ex calciatore Daei, che citato da Iran International ha raccontato
che la sua famiglia è "stata costretta" a scendere dall'aereo sul quale viaggiava, un volo della Mahan Air, il W563 partito da Teheran, ed è stata obbligata a scendere sull'isola di Kish, ma non è stata arrestata. L'Iran è una polveriera con proteste che vanno avanti da oltre 100 giorni, da quando gli agenti del regime hanno ucciso la 22enne Mahsa Amini per non aver indossato correttamente lo hijab. Negli ultimi mesi, indossare l'hijab è stato un argomento molto controverso in Iran. Molti cittadini iraniani hanno accusato la controversa polizia morale della morte di Amini, sostenendo che le autorità l'hanno colpita alla testa durante l'interrogatorio.
E prosegue la linea dura sulla "moralità" da parte delle autorità di Teheran. Tutte le strutture nella provincia orientale iraniana del Khorasan meridionale non sono più autorizzate a fornire servizi alle donne che non indossano l'hijab. Lo ha dichiarato il vice governatore provinciale Seyed Mohammad Reza Talebi. "Nessuna struttura, università, banca, azienda della provincia del Khorasan meridionale è autorizzata a fornire servizi a donne senza hijab. Se venisse alla luce che a queste donne sono garantiti servizi, il responsabile o la persona incaricata della struttura sarà ritenuta responsabile di questa negligenza ed errore", ha affermato Talebi citato dall'agenzia di stampa Aftab.