Mehdi Yarrahi è vicino al movimento nato dopo il caso Mahsa Amini, morta dopo il suo arresto per non essersi coperta adeguatamente il capo
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In Iran, il cantante pop Mehdi Yarrahi è stato denunciato per aver diffuso una canzone contro l'obbligo del velo, quasi un anno dopo l'inizio del movimento di protesta scatenato dalla morte di Mahsa Amini, la ventiduenne deceduta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale che le contestava di non essersi coperta correttamente il capo. Il cantante, che vive a Teheran, ha pubblicato la canzone "Roosarito", ("Il tuo velo" in persiano) e un videoclip di tre minuti, che in pochi giorni ha raccolto quasi ottantaseimila visualizzazioni su YouTube, dedicandolo alle donne che hanno partecipato al movimento.
Dopo la denuncia, Mehdi Yarrahi è stato arrestato a causa della sua canzone, definita "illegale e immorale". Lo si apprende da una dichiarazione del Dipartimento di Giustizia di Teheran, come riporta il sito della Magistratura iraniana Mizan, secondo cui la canzone è "contro le norme e l'etica della comunità islamica".
Nato nella provincia arabofona del Khuzestan, nel sud-ovest dell'Iran, Mehdi Yarrahi sostiene regolarmente sul suo profilo Instagram la protesta innescata nel settembre 2022 dalla morte di Mahsa Amini. La sua canzone "Soroode Zan" ("Inno delle donne" in persiano), pubblicata a inizio ottobre, era diventata un inno per i manifestanti, soprattutto nelle università.
La morte di Mahsa Amini ha scatenato un vasto movimento di protesta con manifestazioni in diverse città a ottobre e novembre, prima di placarsi. Centinaia di persone, tra cui decine di membri delle forze di sicurezza, sono state uccise durante le proteste autunnali. Sono stati arrestati anche migliaia di manifestanti, accusati dalle autorità di aver preso parte a rivolte fomentate dai Paesi occidentali. Sette uomini sono stati giustiziati per il loro coinvolgimento nelle proteste.
Criticata dai manifestanti, negli ultimi mesi la polizia morale era in gran parte scomparsa dalle strade. E sempre più donne uscivano scoperte, soprattutto a Teheran e nelle principali città, sebbene dalla Rivoluzione Islamica del 1979, l'uso del velo sia obbligatorio per tutte le donne, che nei luoghi pubblici devono nascondere i capelli.