La decisione è stata annunciata dal leader supremo del Paese per celebrare l'anniversario della rivoluzione del 1979. Arrestata una reporter, la gemella già in cella per le proteste
Il leader supremo dell'Iran, l'Ayatollah Ali Khamenei, ha graziato "decine di migliaia" di prigionieri, compresi molti arrestati nelle recenti proteste per accuse legate alla sicurezza. Lo riferiscono diversi media internazionali che citano la tv di Stato iraniana. "I prigionieri che non sono accusati di spionaggio per conto di agenzie straniere, contatti diretti con agenti stranieri, omicidio, distruzione e incendio doloso di proprietà appartenenti allo Stato saranno graziati", affermano i media iraniani. La decisione è stata annunciata per celebrare l'anniversario della rivoluzione del 1979.
La Guida suprema ha condiviso la proposta del capo della magistratura per la grazia e la commutazione di decine di migliaia di detenuti, incarcerati durante le proteste, in corso da oltre quattro mesi.
"Durante le recenti 'rivolte' alcuni giovani hanno intrapreso azioni scorrette dopo la propaganda dei nemici, e ora che i complotti dei nemici stranieri e dei gruppi antirivoluzionari sono stati rivelati, sono pentiti e chiedono perdono", ha detto Gholamhossein Ejei, il capo della giustizia, in una lettera alla Guida Suprema. Saranno graziati i prigionieri che non siano considerati spie dei servizi segreti stranieri, che non abbiano legami diretti con agenti stranieri e che non si siano resi colpevoli di omicidio o distruzione di beni statali, militari o pubblici.
Intanto "la responsabile della redazione sociale del quotidiano iraniano 'Han-Miah', Elnaz Mohammadi, è stata posta agli arresti presso la procura di Evin", ha riferito il marito Saeed Parsaei in un messaggio su Twitter citato dal quotidiano riformista. Elnaz, convocata in Procura per un colloquio e poi arrestata, è la sorella gemella di Elaheh Mohammadi, giornalista dello stesso quotidiano, in carcere dal 29 settembre con l'accusa di "propaganda contro il sistema" e "collusione contro la sicurezza nazionale" per il suo articolo sul funerale di Mahsa Amini.