Secondo il verdetto, "ha incoraggiato la corruzione" morale in pubblico. Il procuratore generale di Teheran ha annunciato ricorso
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Una donna iraniana è stata condannata a due anni di carcere per aver manifestato contro l'obbligo di indossare il velo islamico. Si tratta di una delle oltre 30 attiviste che da dicembre sono state arrestate per essersi mostrate in pubblico con il capo scoperto. Il procuratore generale di Teheran ha annunciato che sarà presentato ricorso contro la sentenza. Secondo il verdetto, la donna "ha incoraggiato la corruzione" morale in pubblico.
La procura ha contestato la condanna perché la donna dovrà trascorrere tre mesi in carcere, mentre la parte restante della pena è essenzialmente sospesa, e ha lasciato intendere che chiederà che tutti i 24 mesi siano trascorsi in detenzione.
Sono più di trenta le donne iraniane che dalla fine di dicembre sono state arrestate per aver manifestato in pubblico senza il velo, mostrandosi in piedi in luoghi sopraelevati e con il tessuto legato in cima a un bastone. La maggior parte di esse è stata scarcerata, ma affronta processi. La legge in vigore in Iran dalla rivoluzione islamica del 1979 impone alle donne, iraniane e straniere, musulmane e non, di indossare il velo in pubblico e di coprire il corpo con vesti ampie e lunghe.
I controlli della polizia nel corso degli anni sono diventati meno rigidi, ma ora un movimento di donne chiede che l'obbligo sia revocato e che sia restituito loro il diritto di scegliere come vestirsi e comportarsi.
Il procuratore generale di Teheran ha detto che proteste del genere non saranno accettate e ha ordinato di "immobilizzare" anche le donne che guidano le auto con il velo calato sulle spalle. Il magistrato ha tuttavia aggiunto che una certa "tolleranza" è possibile per le donne che portano il velo allentato, "ma che bisogna agire con forza contro le persone che mettono deliberatamente in dubbio le regole in materia di velo islamico".