La donna mostra un cartello con lo slogan dei movimenti di dissenso: "Donna. Vita. Libertà". A 40 giorni dalla sanguinosa repressione a Zahedan le manifestazioni di dissenso si moltiplicano
Una nota attrice dell'Iran, Taraneh Alidoosti, pubblica sui social una sua foto senza velo e con un cartello in mano su cui si legge "Donna. Vita. Libertà", lo slogan diventato il grido di battaglia del movimento di protesta nazionale. L'immagine viene postata in contemporanea con l'inizio degli scioperi anche nell'ovest del Paese, dove in tanti hanno manifestato per solidarietà con le proteste per la morte di Mahsa Amini, a 40 giorni dalla sanguinosa repressione dei dimostranti, avvenuta il 30 settembre a Zahedan.
Mahsa, uccisa a 22 anni - Il movimento di dissenso è cominciato nel Paese dopo la morte di Mahsa Amini, la donna di 22 anni uccisa dalle forze di sicurezza iraniane perché non indossava correttamente il velo.
Quaranta giorni fa la repressione a Zahedan - Era il 30 settembre quando le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro i manifestati dopo la preghiera settimanale a Zahedan, capitale del Sistan e provincia del Bauchestan, al confine con il Pakistan. Questo accadeva due settimane dopo lo scoppio delle manifestazioni in tutto l'Iran per la morte di Mahsa. La violenta repressione delle proteste ha provocato la morte di almeno 304 persone, tra cui 41 bambini e 24 donne, secondo quanto ha detto il gruppo Iran Human Rights.
Scioperi nell'ovest del Paese - Quaranta giorni dopo gli scioperi e le manifestazioni si sono moltiplicate anche nell'ovest del Paese, che ha così espresso la sua solidarietà con Zahedan, con le città curde di Baneh, Bukan, Kermanshah, Marivan, Sanandaj e con la città di Natale di Mahsa, Saqqez.