Iraq, massacrati oltre 500 yazidi Papa: "No a guerre in nome di Dio"
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Tra le vittime anche donne e bambini. Gli Stati Uniti tornano a colpire Erbil mentre l'Italia valuta un proprio coinvolgimento. La Francia si chiama fuori.
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Sono almeno 500 gli yazidi "giustiziati" nei giorni scorsi dagli jihadisti dello Stato Islamico a Sinjar, nel nord dell'Iraq. Lo riferisce l'agenzia ufficiale egiziana Mena, aggiungendo che molte delle vittime, incluse donne e bimbi potrebbero essere state sepolte vive e che quasi 300 donne sono state rapite per essere trasformate in schiave. Papa Francesco: "Non si fa la guerra in nome di Dio. La politica ristabilisca il diritto".
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Yazidi in fuga - Intanto sono riuscite a fuggire 20mila delle almeno 40mila persone della minoranza degli Yazidi intrappolate da giorni sui monti di Sinjar, in Iraq, sotto la minaccia dei jihadisti dell'Isis. Lo rende noto l'Afp. Già sabato i combattenti curdi avevano annunciato di aver aperto un primo corridoio come via di fuga.
Nuovi raid Usa con aerei e droni - Gli Stati Uniti hanno condotto nuovi raid contro l'Isis vicino a Erbil, nel Kurdistan iracheno. Lo affermano le autorità americane, sottolineando che l'azione è stata compiuta con aerei e droni. "Le forze aeree americane hanno continuato ad attaccare i terroristi dello Stato islamico in Iraq, conducendo con successo diversi raid, con aerei e droni, per difendere le forze curde vicino a Erbil, dove si trovano personale e cittadini americani, afferma il Commando Centrale, sottolineando che gli attacchi hanno distrutto camion e posizioni di mortaio. I velivoli americani hanno lasciato l'area senza danni.
Makhmur riconquistata dai curdi - E proprio grazie ai raid a stelle e strisce le forze dei Peshmerga curdi hanno riconquistato la città di Makhmur, in Iraq, come annuncia la televisione panaraba Al Jazeera. Makhhmur si trova 30 chilometri a sud di Erbil, capitale della regione autonoma del Kurdistan.
Gli Yazidi verso la Siria - Intanto, si apprende che gli yazidi in fuga sarebbero riusciti a rifugiarsi in Siria, per poi tornare sotto scorta curda nel territorio del Kurdistan iracheno al riparo dai jihadisti.
Papa: "Tocca alla politica" - "Per l'Iraq - ha detto Bergoglio - confido che una efficace soluzione politica a livello internazionale e locale possa fermare questi crimini". Il pontefice ha poi ringraziato "coloro che, con coraggio, stanno portando soccorso a questi fratelli e sorelle".
Il tweet: "Addolorato da notizie Iraq" - Il Papa è poi tornato a parlare di Iraq in un tweet: "Le notizie che giungono dall'Iraq ci addolorano. Signore, insegnaci a vivere in solidarietà con i fratelli che soffrono", ha scritto il pontefice su Twitter.
Coinvolgimento dell'Italia, Mogherini non lo esclude - "Valutiamo una serie di altre iniziative che non riguardano solo il ministero degli Esteri ma anche quello della Difesa". Lo ha detto la titolare della Farnesina, Federica Mogherini, rispondendo a una domanda su un possibile coinvolgimento militare italiano in Iraq. "Il presidente curdo Barzani mi ha parlato della necessità di una cooperazione non solo sul versante civile - conclude il ministro -. C'è bisogno di una mobilitazione internazionale".
Gli aiuti di Gran Bretagna e Francia - E mentre gli Stati Uniti continuano a bombardare le postazioni dell'Isis vicino a Erbil, "capitale" del Kurdistan iracheno, Francia e Gran Bretagna si sono già mobilitate nel distribuire aiuti nelle aree dove migliaia di civili cercano rifugio dalla violenta avanzata dei jihadisti. Due aerei C130 britannici hanno paracadutato viveri e tende sul monte Sinjar, dove sono intrappolati gli Yazidi, mentre il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius è volato prima a Baghdad, poi a Erbil, per sovrintendere personalmente alla consegna degli aiuti francesi. Al momento Parigi non prevede però un intervento militare, ha precisato Fabius, ma solo un contributo umanitario.