In campo Gran Bretagna, Turchia, Stati del Golfo e Iran. Il premier iracheno: "Non smetteremo di combattere la corruzione, che è stato uno dei motivi dell'aumento del terrorismo".
Serviranno circa 90 miliardi di dollari per ricostruire l'Iraq post-Isis. Per il momento i Paesi partecipanti alla conferenza internazionale di Kuwait City, tutt'ora in corso, ne hanno assicurati 30. In un terzo del Paese mancano scuole, ospedali, infrastrutture e soprattutto circa 150mila case per i milioni di sfollati generati da tre anni e mezzo di conflitto.
I contributori – La Gran Bretagna ha detto che concederà credito alle esportazioni irachene fino a un miliardo all'anno per un decennio. Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha dichiarato che il suo paese fornirà 5 miliardi di dollari in prestiti e investimenti, senza specificare in che tempi. Gli stati del Golfo, guidati dal Kuwait, hanno promesso cinque miliardi di investimenti, prestiti e finanziamenti per le esportazioni. Il vice ministro degli Esteri dell'Iran, da parte sua, ha affermato che Teheran contribuirà agli sforzi di stabilizzazione attraverso il settore privato, senza annunciare un impegno finanziario.
Le parole del premier iracheno - Il primo ministro iracheno Haider al Abadi ha auspicato che la Comunità internazionale possa far seguire la fine della grande guerra contro l'Isis da un concreto sostegno finanziario per la ricostruzione. Il premier ha anche provato a rassicurare i Paesi donatori sulla possibile dispersione dei fondi a causa della corruzione. "Non smetteremo di combattere la corruzione, che non è meno importante del terrorismo, anzi, è stato uno dei motivi dell'aumento del terrorismo", ha detto ai potenziali donatori. "La scorsa settimana abbiamo lanciato una serie di misure per semplificare le procedure per gli investimenti", ha aggiunto Abadi.
L'Onu - Un appello a sostenere la ricostruzione dell'Iraq è stato lanciato anche dal segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. "Il mondo intero è in debito con voi per la vostra lotta contro la mortale minaccia globale posta da Daesh", ha detto Guterres rivolgendosi alla delegazione irachena. "È tempo di dimostrare la nostra duratura gratitudine e solidarietà con il popolo iracheno", ha affermato. Guterres ha evidenziato poi due iniziative chiave sostenute dall'Onu, per le quali il Palazzo di Vetro è in cerca di sostegno: "lo strumento di finanziamento del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite per la stabilizzazione" che "funziona in 25 città e distretti, supportando il ritorno degli sfollati nelle loro case", e un nuovo programma di recupero e resilienza biennale che "ha lo scopo di apportare miglioramenti immediati e tangibili alla vita quotidiana delle persone".