per la prima volta

Irlanda del Nord, storico sorpasso: il Sinn Fein è il primo partito e punta alla premiership

Sin dalla sua creazione nel 1921, il primo ministro del governo locale dell'Ulster è sempre stato di estrazione unionista: ora l'incarico potrebbe andare agli eredi dell'Ira

07 Mag 2022 - 21:23
Michelle O'Neill, vicepresidente del Sinn Fein © IPA

Michelle O'Neill, vicepresidente del Sinn Fein © IPA

Per la prima volta nella storia dell'Irlanda del Nord, i repubblicani cattolici del Sinn Fein, ex braccio politico della guerriglia dell'Ira, sorpassano il maggiore dei partiti unionisti protestanti, il Dup, conquistando la maggioranza relativa nel parlamento locale al termine delle elezioni amministrative britanniche svoltesi giovedì. Con 88 seggi scrutinati su 90, dunque, i nazionalisti eredi dell'Ira si collocano a quota 27 contro i 24 accreditati finora al Dup, arrivando in percentuale di voti al 29% contro il 21,3% degli unionisti.

In totale, a questo punto, le formazioni nazionaliste e quelle unioniste si equivalgono: entrambe le aree arrivano intorno al 40% di consensi ciascuna, con un restante 15-20% ai partiti inter-comunitari fra i quali salgono al terzo posto i liberali dell'Apni a scapito dei laburisti e socialdemocratici dello Sdlp. Il Sinn Fein, in quanto prima forza politica, può però ora ambire alla guida di un nuovo governo unitario a Belfast, invertendo i rapporti di forza rispetto al Dup per la prima volta da dopo la pace del Venerdì Santo del 1998. E per la prima volta dal 1921, cioè da quando fu creata l'Irlanda del Nord con un atto unilaterale del governo britannico, il primo ministro potrebbe essere quindi un nazionalista, mentre finora è sempre stato di estrazione unionista.

Il Sinn Fein può anche chiedere - come ha già fatto - la poltrona di premier locale per la sua leader, l'ex vicepremier Michelle O'Neill, 45 anni, lasciando il ruolo di vice agli unionisti. Se questi, sullo sfondo delle tensioni post Brexit riemerse nei mesi scorsi nell'Ulster, dovessero rifiutare, in base alla legge la gestione dell'amministrazione nordirlandese tornerebbe invece nelle mani del governo centrale di Boris Johnson.

Per quanto riguarda l'azione politica di un governo nazionalista, il Sinn Fein continua a sventolare - sebbene in una prospettiva temporale indeterminata - la bandiera nazionalista della riunificazione con la Repubblica d'Irlanda, frenata però dal sostanziale stallo demografico nelle contee del nord della cosiddetta isola verde e del fatto che Dublino si guarda bene (al momento) dall'incoraggiare le pretese nordirlandesi. Per quanto riguarda invece le politiche economico-sociali, il partito nazionalista si pone su posizioni di sinistra piuttosto radicali.

 

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