Nel mandato d'arresto internazionale emesso dal tribunale di Venezia il giudice spiegava che a preoccupare è la sua "disponibilità al martirio"
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Potrebbe essere ancora viva la giovane foreign fighter padovana Meriem Rehailly, condannata a Venezia per terrorismo a 4 anni di carcere. La 21enne di origini marocchine scomparsa da Arzegrande nell'estate del 2015 per arruolarsi nelle file dell'Isis potrebbe essere fuggita incolume dai bombardamenti su Raqqa ed essere rientrata in Francia sotto falso nome. Lo scrive il giornale in lingua araba "Al Ahdath Al Maghribia" citando fonti, riportate dal "Corriere del Veneto", dell'intelligence europea.
Sul caso sono in corso ulteriori accertamenti. La donna si sarebbe mescolata ai combattenti in fuga da Raqqa dopo la liberazione della città da parte dell'esercito curdo. Come ricostruisce l'Ansa, da lì avrebbe raggiunto "molto probabilmente la Francia" dopo aver preso "in prestito una falsa identità".
Sia pur priva di riscontri, l'informazione non viene sottovalutata dagli investigatori: nel mandato d'arresto internazionale emesso dal tribunale di Venezia il giudice Roberta Marchiori spiegava che a preoccupare è la sua "disponibilità al martirio. Allo stato non può escludersi che l'indagata possa essere disponibile a mettere a segno azioni kamikaze da commettere anche in Italia e in particolare a Roma".
"Se è vero che si trova in Francia - commenta il suo legale, Andrea Niero - c'è da chiedersi come abbia fatto a lasciare la Siria, a viaggiare per migliaia di chilometri e ottenere dei documenti falsi. E' la conferma che Meriem è soltanto una 'marionetta' nelle mani di un'organizzazione molto più ampia e con ramificazioni in Europa, che dispone di fondi e competenze che le permettono di spostare i propri uomini da una parte all'altra del mondo".