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Ultimo aggiornamento: 7 mesi fa

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Biden ha bloccato un invio di armi a Tel Aviv | "Spenta" la tv Al Jazeera in Israele, Hamas: così nasconde la verità su Gaza

A Il Cairo negoziati sospesi fino a martedì. Tre soldati israeliani sono stati uccisi in un attacco al confine con Gaza

di Redazione online
05 Mag 2024 - 21:59

La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 212. A Il Cairo i colloqui per raggiungere un accordo sul cessate il fuoco sono sospesi fino a martedì. Secondo i media israeliani, per i leader di Hamas "mancano progressi" nelle trattative. "Siamo determinati a raggiungere un accordo ma non a qualsiasi prezzo". E Netanyahu avverte: "È Hamas a impedire un accordo per il rilascio degli ostaggi. Noi siamo pronti a una tregua. Ma non possiamo accettare di ritirare tutte le nostre forze da Gaza". Israele, intanto, blocca tutte le attività di Al Jazeera nel Paese. Hamas: Stop per nascondere la verità su Gaza". Tre soldati israeliani sono stati uccisi in un attacco lanciato da Hamas contro Kerem Shalom, al confine con Gaza. Secondo Axios, "Biden ha bloccato per la prima volta dal 7 ottobre una spedizione di munizioni Usa in Israele".


L'attacco di Hamas del 7 ottobre è stato "spietato e brutale" e "non è stato un Olocausto, non per mancanza di intenzione di annientarci, ma per mancanza di capacità". Lo ha affermato Netanyahu durante la cerimonia ufficiale commemorativa a Yad Vashem. Il premier ha insistito sul fatto che il gruppo terroristico palestinese aveva la "stessa intenzione" di spazzare via il popolo ebraico, come i nazisti. Riferendosi agli ostaggi, Netanyahu ha detto che "dobbiamo salvare tutti da questo oscuro abisso della prigionia di Hamas, sia vivi sia morti". 


La forze armate israeliane hanno annunciato di avere "colpito insieme allo Shin Bet" (l'agenzia di intelligence per gli affari interni dello stato di Israele) un "complesso dell'Unrwa", l'agenzia delle Nazioni Unite per i palestinesi, "utilizzato da Hamas come centro di comando nel centro della Striscia di Gaza". Lo riporta The Times of Israel.



Una delegazione di Hamas tornerà martedì in Egitto per riprendere i negoziati sulla tregua a Gaza. Lo riferiscono i media egiziani.


Al Jazeera è stata oscurata in Israele dopo la decisione del governo di Benyamin Netanyahu di sospendere tutte le attività dell'emittente qatariota.


La scorsa settimana l'amministrazione Biden ha bloccato una spedizione di munizioni Usa in Israele. Lo scrive Axios citando due alti funzionari israeliani. Si tratta della prima volta dal 7 ottobre. Pare che questa mossa abbia sollevato serie preoccupazioni nel governo israeliano. Axios ricorda come Biden si trovi ad affrontare aspre critiche in patria da chi si oppone al suo sostegno incondizionato a Israele. A febbraio la Casa Bianca chiese di fornire garanzie che le armi Usa fossero utilizzate dall'esercito israeliano a Gaza in conformità col diritto internazionale. Israele ha fornito una lettera di assicurazioni firmata a marzo.


I circa 15 lanci di colpi di mortaio contro il valico di Kerem Shalom sono stati effettuati da Hamas a circa 300 metri di un'area usata come rifugio degli sfollati a Gaza. Lo ha fatto sapere l'Idf che ora sta rispondendo all'attacco che - secondo i media - ha provocatato alcuni feriti.


Sono terminati i colloqui sulla tregua al Cairo: la delegazione di Hamas ha annunciato che sta lasciando la capitale egiziana diretta a Doha. 


Hamas ha dichiarato che la decisione di Israele di sospendere le attività di Al Jazeera nel Paese ha l'obiettivo di "nascondere la verità" sulla guerra di Gaza. 


Al Jazeera ha condannato la decisione "criminale" di Israele di chiudere gli uffici nel Paese dell'emittente qatariota e di sospenderne le attività. Lo afferma in un comunicato la stessa Al Jazeera.


L'operazione a Rafah comincerà "molto presto". Lo ha detto, citato da Ynet, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant durante la riunione di governo questa mattina. "Ho affrontato la questione intensamente nell'ultima settimana, compreso oggi", ha aggiunto.


Tre persone sono state uccise in un presunto attacco israeliano a Meiss Ej Jabal, nel sud del Libano, ha riferito domenica l'agenzia di stampa libanese Al-Manar, affiliata a Hezbollah. Lo riporta il Jerusalem Post. Nel raid sarebbe rimasta ferita anche una donna. L'Idf non ha commentato gli attacchi. 


Hezbollah ha lanciato "decine" di razzi nel nord di Israele dopo la morte di tre civili a seguito di un attacco israeliano nel sud del Libano. Lo affermano in un comunicato il gruppo sostenuto dall'Iran. "Decine di razzi Katyusha e Falaq" sono state lanciate contro Kiryat Shmona "in risposta all'orribile crimine commesso dal nemico israeliano a Meiss Ej Jabal", che ha ucciso una coppia e il loro bambino, si legge nella nota. 


In applicazione alla decisione del governo presa all'unanimità sullo stop ad Al Jazeera in Israele, il ministro delle Comunicazioni israeliano Shlomo Karhi ha ordinato "la chiusura degli uffici, la confisca delle attrezzature del canale, compresi possibilmente i cellulari e il blocco dell'accesso al website della tv". Lo ha fatto sapere lo stesso ministro aggiungendo che "gli ordini sono stati emessi ora". 


Hamas vuole raggiungere un "accordo globale che ponga fine all'aggressione, garantisca il ritiro dell'Idf e raggiunga una seria intesa sullo scambio di prigionieri". Lo ha scritto il leader della fazione palestinese Ismail Haniyeh su Telegram riferendosi alle trattative in Egitto. "Che senso ha un accordo - ha aggiunto - se il cessate il fuoco non è il suo primo risultato". 


"E' Hamas che impedisce un accordo per il rilascio degli ostaggi". Lo ha detto Benyamin Netanyahu aggiungendo che "Israele era ed è tuttora pronto a concludere una tregua nella lotta per liberare i nostri rapiti". Ma Hamas, ha aggiunto, "è rimasto trincerato nelle sue posizioni estreme, prima tra tutte la richiesta di ritirare tutte le nostre forze da Gaza. Israele non può accettarlo". "Pertanto - ha sottolineato - Israele non accetterà le richieste di Hamas, che significano la resa, e continuerà a combattere finché tutti i suoi obiettivi non siano raggiunti". 


I leader di Hamas hanno iniziato a Il Cairo, la seconda giornata di trattative con i mediatori di Egitto e Qatar, ma rappresentanti della fazione islamica hanno denunciato la "mancanza di progressi". Hamas è arrivata a Il Cairo, ha detto, citato dai media israeliani, uno dei suoi rappresentanti, con la determinazione di raggiungere un accordo "ma non ad ogni prezzo". "Un'intesa - ha aggiunto - deve mettere fine alla guerra e portare fuori da Gaza l'Idf. Israele ancora non si è impegnato". Israele è fermo sulla sua posizione di non porre fine alla guerra e di non ritirarsi dalla Striscia.


Il 2023, anche in Italia, ha visto un aumento "di decine di punti percentuali" nei fenomeni di antisemitismo nel mondo, soprattutto dopo il 7 ottobre. Lo denuncia il Rapporto 2023 sull'antisemitismo dell'Anti defamation league, con l'Università di Tel Aviv. Il mondo, spiega, ha visto dopo il 7 ottobre di Hamas "la peggiore ondata di episodi dalla fine della Seconda guerra mondiale". Tra i Paesi con più "incidenti antisemiti" rispetto al 2022, "Usa, Francia, Gb, Australia, Italia, Brasile e Messico". In Italia, gli incidenti sono stati 241 nel 2022, 454 nel 2023: 216 tra ottobre e dicembre 2023. 


Alla vigilia di Yom ha-Shoah - che da stasera in Israele ricorda l'Olocausto - le famiglie degli ostaggi a Gaza si sono rivolte al premier Benyamin Netanyahu chiedendo che si faccia l'accordo su Gaza. "A poche ore da Yom ha-Shoah, vogliamo ricordare - hanno detto - che avete promesso ogni anno 'mai più'. È vostro dovere ignorare qualsiasi pressione politica e la storia non vi perdonerà se mancherete l'opportunità, poiché il ritorno degli ostaggi è una condizione necessaria per la resurrezione nazionale".


La bozza di accordo tra Israele e Hamas per la fine della guerra a Gaza è "la migliore" dall'avvio dei negoziati e la sua "accettazione è imminente". Lo ha detto un funzionario arabo a Sky news Arabia. Tuttavia la stessa fonte ha espresso timori che "entrambe le parti possano fare una svolta di 180 gradi e tornare al punto di partenza". Il punto di dissenso è che Hamas in cambio degli ostaggi vuole "una esplicita" fine della guerra nella Striscia, mentre Israele è totalmente contraria.


Un alto comandante della Jihad Islamica palestinese, appartenente alla Brigata Rafah, sarebbe stato ucciso in un attacco aereo israeliano. Lo ha dichiarato l'esercito israeliano, secondo cui il leader fondamentalista "ha comandato e diretto" diversi attacchi e tentativi di infiltrazione nello Stato ebraico negli ultimi anni.


Un funzionario del movimento islamico palestinese Hamas ha riferito che i colloqui odierni al Cairo con i Paesi mediatori (Egitto, Qatar, Stati Uniti) non hanno visto "nessuno sviluppo". Le trattative riprenderanno quindi domenica.


"Stiamo ancora parlando delle questioni principali, che sono il completo cessate il fuoco e il completo ritiro di Israele da Gaza. Speriamo di poter trovare delle risposte positive". Lo ha detto il portavoce di Hamas, Osama Hamdan, in una telefonata con l'emittente Al Jazeera. "Purtroppo, Netanyahu ha dichiarato chiaramente che, indipendentemente dal cessate il fuoco, continuerà ad attaccare Rafah, il che significa che non ci sarà alcun cessate il fuoco. La nostra intenzione di raggiungere un cessate il fuoco - ha spiegato - significa che non ci saranno piu' attacchi in nessuna parte di Gaza, compresa Rafah", ha aggiunto.


"Le nostre informazioni confermano che Netanyahu personalmente sta ostacolando il raggiungimento di un accordo per motivi personali. L'occupazione israeliana ostacola il raggiungimento di un accordo insistendo sulla continuazione della guerra". Lo ha detto ad Al Jazeera una fonte della leadership di Hamas. "L'entità sionista cerca di stabilire un accordo quadro per recuperare i suoi prigionieri, senza collegare ciò alla fine dell'aggressione. Il nostro movimento non accetterà in alcun modo un accordo che non includa esplicitamente la fine della guerra a Gaza. Il nemico insiste per entrare a Rafah, invece di fermare l'aggressione e il ritiro totale".


Secondo quanto riferiscono media di Israele, gli Stati Uniti avrebbero garantito a Hamas, attraverso l'Egitto e il Qatar, che la guerra "finirà dopo la prima fase di 40 giorni dell'accordo sugli ostaggi" che si sta negoziando al Cairo. Citando "una fonte molto autorevole di Hamas", l'analista veterano dell'emittente televisiva Canale 12, Ehud Ya'ari, ha affermato che gli americani si sono impegnati, "sia che Israele dica sì sia che dica no, a fare in modo che il conflitto finisca dopo la prima fase" dell'intesa, durante la quale dovranno essere rilasciati 33 ostaggi vivi. Per Hamas, ha affermato Ya'ari, questa garanzia degli Usa "vale più di qualsiasi commento israeliano".