Al Sisi e von der Leyen respingono l'ipotesi di un'operazione militare israeliana. La presidente della Commissione Ue: "Gaza rischia la carestia". Scholz: "L'attacco israeliano renderebbe la pace molto difficile"
La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 163. Tiene banco l'ipotesi dell'operazione israeliana a Rafah con il premier Netanyahu che tira dritto: "Cercano di fermarci ma noi andiamo avanti". Ma da Il Cairo, dove si è tenuto il vertice tra Egitto e Ue, la presidente della Commissione Ue von der Leyen dice: "Gaza rischia la carestia, è inaccettabile". Il presidente egiziano Al Sisi: "Noi e i leader europei abbiamo concordato di respingere l'ipotesi di un attacco militare da parte di Israele a Rafah, che raddoppierebbe la misura della catastrofe umanitaria". Il cancelliere tedesco Scholz: "L'attacco israeliano renderebbe la pace molto difficile".
L'Unicef ha reso noto che oltre 13.000 bambini sono stati uccisi a Gaza durante l'offensiva israeliana, aggiungendo che molti bambini soffrono di grave malnutrizione e non hanno "nemmeno l'energia per piangere". "Altre migliaia sono rimaste ferite o non riusciamo nemmeno a determinare dove siano. Potrebbero essere bloccate sotto le macerie... Non registriamo questo tasso di mortalità tra i bambini in quasi nessun altro conflitto nel mondo", ha affermato il direttore esecutivo dell'Unicef Catherine Russell a "Face the Nation" di CBS News.
Il premier Benyamin Netanyahu nella conferenza stampa con il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha confermato che l'operazione a Rafah non partirà "prima che sia sgomberata la popolazione civile a Gaza". Di recente il Gabinetto di guerra ha approvato i piani sia per l'operazione sia per la precedente evacuazione dei civili
"Noi e i leader europei abbiamo concordato di respingere l'ipotesi di un'operazione militare da parte di Israele a Rafah, che raddoppierebbe la misura della catastrofe umanitaria di cui soffrono i civili nella Striscia di Gaza". Lo ha detto il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi al vertice Egitto-Ue. L'Egitto, in particolare - ha aggiunto - afferma il suo rifiuto di ogni spostamento forzato di palestinesi oltre la Striscia, che avrebbe come effetto una liquidazione della causa palestinese, che l'Egitto respinge apertamente".
"Sono orgogliosa di poter annunciare che c'è un memorandum con il ministero della sanità egiziana per rafforzare cooperazione in ambito sanitario" per aiutare "i civili in arrivo da Gaza, parte dello sforzo che l'Italia sta profondendo dall'inizio del conflitto". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al termine del vertice Ue-Egitto.
"Siamo molto preoccupati per i rischi che un'offensiva su larga scala a Rafah potrebbe avere sulla popolazione civile vulnerabile. Questo deve essere evitato a tutti i costi. Vorrei anche ringraziare l'Egitto per gli sforzi straordinari compiuti per garantire che le forniture umanitarie possano raggiungere Gaza." Lo ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen in conferenza stampa dal Cairo.
"Siamo tutti estremamente preoccupati per la guerra a Gaza e per l'evolversi della catastrofica situazione umanitaria. Gaza sta affrontando la carestia. Questo è inaccettabile". Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, al termine del vertice Ue-Egitto al Cairo. "È fondamentale raggiungere un accordo su un rapido cessate il fuoco che liberi gli ostaggi e consenta l'arrivo di ulteriori aiuti umanitari a Gaza", ha aggiunto.
Il ministero degli Esteri palestinese ha affermato che le "continue minacce" di Benjamin Netanyahu di invadere Rafah "rappresentano una palese sfida al consenso internazionale e americano sulla protezione dei civili". In un comunicato su X si afferma che "la cieca vendetta domina il governo israeliano e minaccia la sicurezza e la stabilità della regione e del mondo".
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu è tornato a respingere le pressione internazionali per fermare la guerra a Gaza "prima che gli obiettivi siano raggiunti". "Lo fanno - ha spiegato - lanciando false accuse contro l'Idf, contro il governo israeliano e il suo primo ministro. Lo fanno riferendosi anche a dichiarazioni di esponenti Usa, cercando di premere per le elezioni adesso, nel mezzo della guerra. E lo fanno perché sanno che le elezioni adesso fermeranno la guerra e paralizzeranno il Paese per almeno sei mesi". Netanyahu ha quindi confermato l'operazione a Rafah: "Ci vorranno alcune settimana e accadrà", ha detto.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha avvertito che un attacco israeliano a Rafah renderebbe la pace nella regione "molto difficile", come riferisce Reuters. Scholz, che vedrà il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu domenica prossima, ha sottolineato che bisogna raggiungere "un cessate il fuoco duraturo" che "ci consentirebbe di impedire che abbia luogo un'offensiva di terra del genere", ha detto dopo i colloqui con il re giordano Abdullah.
"Stiamo fronteggiando una situazione internazionale molto complessa, la crisi di Gaza è in cima alle nostre preoccupazioni". Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Bisogna raggiungere un "cessate il fuoco", garantire "corridoi umanitari per gli aiuti" e arrivare alla "liberazione degli ostaggi". In questo senso "l'Italia sostiene lo sforzo di Egitto e di altri Paesi" dell'area, ha detto Meloni ricordando che "fin dall'inizia l'Italia è in prima linea per garantire aiuti umanitari".
Si accinge a partire domani per il Qatar, secondo la radio militare, la delegazione israeliana guidata dal capo del Mossad David Barnea incaricata di portare avanti le trattative per uno scambio di prigionieri e di ostaggi con Hamas. Lo ha anticipato la radio militare. L'emittente ha aggiunto tuttavia che la delegazione attende ancora di ricevere istruzioni dettagliate dal gabinetto di sicurezza israeliano, che dovrebbe essere convocato in serata dal premier Benyamin Netanyahu. In particolare i membri della delegazione aspettano ancora di conoscere quali sarebbero i loro margini di manovra nei negoziati, una volta giunti a Doha.
Gli Stati Uniti hanno abbattuto un drone sparato dai ribelli Houthi dello Yemen verso il Mar Rosso. Lo ha riferito il Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom), precisando che sono stati lanciati due droni: uno è stato distrutto e uno si presume che si sia schiantato nel Mar Rosso. Non ci sono segnalazioni di danni a navi in transito nella zona.
Il numero due delle Brigate Qassam, l'ala militare di Hamas, Marwan Issa, è morto, secondo quanto scrive il Jerusalem Post, che cita "fonti di Hamas". Le fonti confermano le indiscrezioni circolate di recente, secondo cui Issa sarebbe rimasto ucciso, sepolto in un tunnel sotterraneo colpito dalle forze israeliane a Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. Per ora non c'è alcuna altra conferma che l'uccisione sia effettivamente avvenuta.
Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, afferma che almeno 92 persone sono rimaste uccise nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore, portando il totale delle vittime in cinque mesi di guerra a 31.645. Secondo la stessa fonte, 73.676 persone sono state ferite a Gaza dall'inizio della guerra dopo l'attacco terrorista di Hamas contro Israele il 7 ottobre scorso
Secondo diverse fonti palestinesi citate da media arabi e internazionali il vice comandante dell'ala militare di Hams, Marwan Issa, terzo funzionario più alto in grado a Gaza, sarebbe stato colpito durante i raid israeliani della scorsa settimana. Secondo Asharq Al-Awsat, citato dal sito di notizie Ynet, Issa "è stato ferito, ma il suo destino non è chiaro". E' la prima volta che fonti palestinesi confermano la presenza del vice Mohammed Deif sul posto. Si ritiene che l'alto comandante delle Brigate Izz ad-Din al-Qassam sia una delle menti dietro l’attacco del 7 ottobre nel sud di Israele.
L'esercito di difesa israeliano afferma di aver ucciso 18 miliziani di Hamas nella giornata di ieri nella Striscia di Gaza. Lo riferisce il Times of Israel. Secondo l'Idf gli uomini di Hamas sono stati uccisi dal fuoco dei cecchini e dal supporto con bombardamenti di carri armati e attacchi aerei.
Sarebbero 12 le vittime degli attacchi israeliani a Deir el-Balah, nel centro di Gaza e numerosi feriti, compresi bambini. Lo riporta il Times of Israel citando video e testimoni. Il quootidiano israeliano riferisce anche che tredici camion umanitari sono arrivati a Jabalia e a Gaza City. Sono i primi convogli che riescono a viaggiare dal sud al nord della Striscia di Gaza senza incidenti in quattro mesi.