I parenti degli israeliani sequestrati hanno incontrato Papa Francesco il quale, raccontano, "ha definito Hamas il male"
di Redazione onlineLa guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 185. Netanyahu: "La vittoria su Hamas richiede l'ingresso a Rafah e l'eliminazione dei battaglioni terroristici presenti lì. Accadrà, c'è una data". Ma gli Usa ribadiscono: "Contrari all'operazione". Intanto la proposta per il rilascio degli ostaggi è stata consegnata ad Hamas (che la sta vagliando), fa sapere il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana John Kirby, "e ora aspettiamo la loro risposta". Secondo i media il piano Usa prevede sei settimane di tregua temporanea in cambio del rilascio di 40 ostaggi. I parenti degli israeliani sequestrati hanno incontrato Papa Francesco il quale, raccontano, "ha definito Hamas il male".
Una fonte di Hamas ha affermato che il gruppo sta studiando la proposta per un cessate il fuoco di 6 settimane a Gaza
Gli Stati Uniti riaffermano la loro opposizione a una grande operazione israeliana Rafah. Lo afferma il portavoce del Dipartimento di Stato Usa dopo l'annuncio del premier israeliano Netanyahu per il quale ci sarebbe già "una data" per il blitz nell'ultima città meridionale di Gaza al confine con l'Egitto.
La vittoria su Hamas "richiede l'ingresso a Rafah e l'eliminazione dei battaglioni terroristici presenti li'. Accadrà, c'è una data". Lo ha detto Netanyahu in un video diffuso dal suo ufficio. Il premier israeliano ha poi detto di aver ricevuto "un rapporto dettagliato sui colloqui a Il Cairo, stiamo lavorando continuamente per raggiungere i nostri obiettivi, in primo luogo il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la vittoria completa su Hamas". Oggi esponenti della destra radicale nel governo avevano ammonito che senza un ingresso a Rafah non ci sarebbe stato più l'esecutivo attuale.
Sei settimane di tregua temporanea in cambio del rilascio di 40 ostaggi. Sarebbe questa la sostanza, secondo fonti egiziane citate dalla testata del Qatar Al-Araby Al-Jadeed, ripresa dai media israeliani, della proposta avanzata dagli Usa per un cessate il fuoco temporaneo nella Striscia ora all'esame di Hamas e di Israele. Ci sarebbe inoltre un parziale ritorno di sfollati nella parte nord di Gaza. La proposta prevede anche l'opzione di una tregua iniziale di tre giorni, senza alcun obbligo, per i giorni di Eid el-Fitr, che comincia martedì sera.
"Consideriamo la minaccia da parte dell'Iran ancora attiva". Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza americana John Kirby in un briefing con la stampa, a proposito dell'allerta lanciata da Washington venerdì. "L'Iran usi la sua influenza per spingere Hamas alla fine della guerra", ha aggiunto il funzionario.
"La proposta per il rilascio degli ostaggi è stata consegnata ad Hamas, ora aspettiamo la loro risposta e ci potrebbe volere un po' di tempo". Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con un ristretto gruppo di giornalisti.
"Quello con il Papa è stato un incontro molto emozionante: è emersa chiaramente la sua solidarietà. Ha detto di essere in contatto con la Chiesa cattolica di Gaza e che sta lavorando con i suoi canali per la liberazione degli ostaggi. Ha definito Hamas il male, persone cattive. Non potevamo sperare che spendesse tanto tempo con noi. E' stato molto caloroso e ci ha detto che farà tutto il possibile, con i Paesi legati al Vaticano, per far tornare gli ostaggi a casa, come fosse una missione internazionale". Lo hanno detto diversi parenti degli ostaggi israeliani durante un incontro con la stampa a Roma dopo aver visto il pontefice.
Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 33.207, di cui 32 nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto il ministero della Sanita' di Hamas. I feriti sono 75.933, secondo la stessa fonte.
L'84 per cento di tutte le strutture sanitarie e il 62 per cento di tutte le abitazioni nella Striscia di Gaza sono state danneggiate o distrutte dalle ostilità in corso. Lo denuncia in una nota l'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia. Inoltre, circa il 57 per cento delle infrastrutture idriche è stato distrutto o parzialmente danneggiato. La capacità di produzione idrica attuale è stimata al di sotto del 5 per cento della produzione abituale e diminuisce progressivamente ogni giorno.
"Se Netanyahu decide di porre fine alla guerra senza un attacco esteso a Rafah per sconfiggere Hamas, non avrà il mandato per continuare a servire come primo ministro". Lo ha detto il ministro della sicurezza nazionale - e leader di destra radicale - Itamar Ben Gvir, citato dai media. Prima di lui l'altro ministro di destra radicale di 'Sionismo religioso', e responsabile delle finanze, Bezalel Smotrich, secondo i media, ha convocato il suo partito per valutare la situazione dopo l'annuncio dell'esercito del ritiro da Khan Yunis, nel sud di Gaza.
Fonti israeliane hanno ridimensionato la possibilità di un accordo imminente su Gaza nelle trattative indirette tra le parti in corso al Cairo, come avevano lasciato intendere alcune informazioni trapelate sui media. "Ancora non vediamo una intesa all'orizzonte", hanno detto. "La distanza tra le parti - hanno spiegato - è ancora grande e ad ora non c'è stato nulla di rilevante". Anche una fonte di Hamas ha riferito ad al Jazeera che per ora "non ci sono progressi", addossando ad Israele la responsabilità di questo.
Un comandante dell'unità d'elite libanese Al Radwan di Hezbollah è stato ucciso insieme ad altri due soldati in un raid israeliano nel villaggio di Al Sultanya, nel Libano meridionale. L'annuncio è arrivato dopo che l'Idf nelle scorse ore aveva dichiarato di aver colpito le posizioni di Hezbollah a Kafr Kila, nonché un lanciarazzi a Yaroun, pubblicando un video dell'attacco.
L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che almeno sette persone sono morte e diverse altre rimaste ferite in un bombardamento israeliano che stamattina ha colpito il campo profughi di Shujaiya, nel centro della Striscia di Gaza. Altre sei persone erano rimaste uccise ieri sera in un raid a sud del campo di Nuseirat, sempre secondo la Wafa. Il bilancio delle vittime nell'enclave palestinese dal 7 ottobre è di almeno 33.175 morti e circa 75.886 feriti, rende noto il Ministero della Sanità locale gestito da Hamas.
Una fonte egiziana ha rivelato all'emittente statale Al Qahera che i negoziati su Gaza a Il Cairo hanno registrato "grandi progressi" e che le trattative continueranno nelle prossime 48 ore. Secondo la fonte, ci sarebbe "un accordo sui punti principali tra le varie parti". Le delegazioni di Israele, Hamas, Stati Uniti e Qatar lasceranno la capitale egiziana nelle prossime ore, ma è previsto il loro ritorno tra due giorni "per concordare gli articoli dell'accordo finale".
L'esercito di Israele afferma che si sta "preparando a passare dalla difesa all'attacco" per quanto riguarda le operazioni sul confine settentrionale con il Libano. "Negli ultimi giorni è stata completata un'altra fase dei preparativi per la guerra del Comando Nord", spiegano le Forze di difesa israeliane (Idf) in un comunicato.