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Ultimo aggiornamento: 4 mesi fa
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Israele valuta l'ipotesi di concedere il controllo di Rafah a Ue e palestinesi

Gaza: "Deif colpito in un raid, già designato il successore del capo di Hamas". Liberati 13 detenuti palestinesi. La testimonianza: "Per 55 giorni sono stato ammanettato, bendato, privato del sonno e del riposo"

di Redazione online
18 Lug 2024 - 19:58

La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 286. Israele sta valutando l'ipotesi di cedere il controllo del valico di Rafa a Ue e palestinesi. Secondo la Mezzaluna rossa palestinese, 13 detenuti sono stati rilasciati dalle autorità israeliane. "Per 55 giorni sono stato ammanettato, bendato, privato del sonno e del riposo; il cibo che ci portavano era per animali", è il racconto di uno di loro, arrestato in un campo profughi. Intanto, secondo fonti di Gaza, Mohammed Deif, il capo militare di Hamas, è stato "colpito" mentre si trovava nel complesso di Mawasi bombardato dall'esercito israeliano alcuni giorni fa. Nell'ipotesi che Deif sia morto, la fazione islamica ha già designato il suo successore.

A Gaza le macerie di una scuola di Nuseirat bombardata da Israele

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© Afp
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Funzionari israeliani stanno valutando di trasferire il controllo del valico di Rafah all'Unione Europea e ai palestinesi. Lo riporta l'agenzia Bloomberg.


Efraim Ben Amram, 25enne sergente di prima classe della riserva delle forze israeliane, è morto per le gravi ferite riportate in un attacco con droni lanciato il 30 giugno da Hezbollah contro una base di Merom Golan. Lo annunciano le forze israeliane di difesa, citate da The Times of Israel. Nel raid erano rimasti feriti, complessivamente, in 19. Salgono così a 30 (18 militari e 12 civili) le vittime israeliane degli attacchi di Hezbollah contro il nord dello Stato ebraico dall'inizio della guerra in Medioriente. 


L'aviazione israeliana ha eseguito nuovi raid sul sud del Libano, colpendo le infrastrutture di Hezbollah ad Ain al-Tineh, nel distretto occidentale della Beqaa. I raid hanno preso di mira anche due postazioni militari di Hezbollah.


"Non c'è pace né sicurezza per nessuno senza l'istituzione di uno Stato palestinese in conformità con la legge internazionale". Lo ha detto Nabil Abu Rudeina portavoce del presidente Abu Mazen in risposta alla Risoluzione approvata dalla Knesset. "Queste decisioni - ha aggiunto Abu Rudeina - confermano l'insistenza di Israele e della sua coalizione di governo nel voler gettare l'intera regione nell'abisso". Abu Rudeina ha quindi accusato gli Usa di essere "responsabili a causa della loro parzialità e del loro sostegno illimitato" a Israele.


L'Iran ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di fare pressioni su Israele affinché "ritiri le sue forze militari e di sicurezza da Gaza immediatamente, completamente e senza condizioni". Durante un discorso al Consiglio di Sicurezza dell'Onu a New York, il ministro degli Esteri ad interim iraniano, Ali Bagheri, ha affermato che la Repubblica islamica "invita il Consiglio di Sicurezza ad adottare le misure necessarie per costringere il regime israeliano a porre fine immediatamente e incondizionatamente al genocidio e all'aggressione contro Gaza, ad attuare un cessate il fuoco permanente a Gaza e ad aprire i valichi di frontiera per la consegna rapida e senza ostacoli degli aiuti umanitari", riferisce Press Tv.


La Knesset ha votato a stragrande maggioranza una risoluzione che respinge la nascita di uno Stato palestinese. La risoluzione è stata opera sia dei partiti della coalizione del premier Benjamin Netanyahu sia di quella di destra all'opposizione e ha avuto il sostegno anche del partito di Benny Gantz. I membri di Yesh Atid, il partito di Yair Lapid - hanno riferito i media - sono usciti dall'Aula al momento del voto. "Uno Stato palestinese nel cuore di Israele costituirebbe una minaccia esistenziale per Israele e i suoi cittadini, perpetuerebbe il conflitto israelo-palestinese e destabilizzerebbe la regione", recita la Risoluzione.

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