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Viaggio negli Usa per Netanyahu: il premier incontrerà Biden e Trump

Hamas: "Dall'inizio della guerra quasi 39mila vittime palestinesi". Il leader israeliano: "Maturano le condizioni per il rilascio degli ostaggi"

di Redazione online
23 Lug 2024 - 20:32

La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 291. Viaggio negli Usa per Netanyahu: il premier incontrerà Biden giovedì alla Casa Bianca e Trump venerdì nella residenza del tycoon a Mar-a-Lago. Netanyahu riferisce che "maturano le condizioni per il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza". Intanto 14 fazioni palestinesi firmano a Pechino una dichiarazione sul rafforzamento dell'unità nazionale per il dopoguerra. Le sirene di allarme hanno risuonato nel nord di Israele al confine con il Libano. Secondo l'ultimo bollettino di Hamas, dall'inizio della guerra le vittime palestinesi sono quasi 39mila. 

Israele lancia l'operazione "Long arm" contro gli Houthi

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"Sono lieto di ricevere Bibi Netanyahu a Mar-a-Lago venerdì. Durante il mio primo mandato avevamo pace e stabilità nell'area. E l'avremo ancora". Lo afferma Donald Trump sul suo social Truth. Il premier israeliano è atteso in Congresso domani, mentre l'incontro con Joe Biden è in calendario per giovedì. Mercoledì sera è in programma l'atteso discorso del presidente alla nazione dopo il suo ritiro dalla corsa alla Casa Bianca.


Il premier israeliano Benyamin Netanyahu incontrerà il presidente degli Stati Uniti Joe Biden alla Casa Bianca giovedì. Lo ha fatto sapere l'ufficio del premier secondo cui l'incontro è previsto "alle 13 ora degli Stati Uniti". 


La Cina propone un approccio in tre fasi per risolvere la questione palestinese: un cessate il fuoco globale, duraturo e sostenibile nella Striscia di Gaza il prima possibile; i "palestinesi che governano la Palestina"; infine, la Palestina membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, l'inizio della soluzione dei due Stati e una conferenza di pace autorevole e di ampio respiro. È quanto ha detto il ministro degli Esteri Wang Yi negli incontri con le 14 fazioni palestinesi che hanno coinvolto anche Hamas e Fatah. "La comunità internazionale dovrebbe sostenere le parti", ha aggiunto Wang, nel resoconto della diplomazia di Pechino.


Le sirene di allarme stanno risuonando nel nord di Israele al confine con il Libano. Lo ha fatto sapere il portavoce militare. Secondo i media, ci sono droni infiltratisi nel territorio israeliano.


Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 39.090, di cui 84 nelle ultime 24 ore. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Hamas. I feriti sono 90.147, secondo la stessa fonte.


Secondo fonti della capitale yemenita Sanaa citate dal quotidiano libanese filo-Hezbollah Al-Akhbar, il gruppo yemenita Houthi sostenuto dall'Iran si sta preparando a colpire nuovi obiettivi sensibili in Israele e nella regione per rappresaglia dopo l'attacco israeliano al porto di Hodeida.


Ayadil Saparbekov, responsabile dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per le emergenze sanitarie nei territori palestinesi occupati, ha dichiarato di essere "estremamente preoccupato" per le possibili epidemie a Gaza, devastata dalla guerra, dopo che il poliovirus e' stato rilevato nelle acque reflue, e che le malattie trasmissibili potrebbero causare molte morti.


Ayadil Saparbekov, responsabile dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per le emergenze sanitarie nei territori palestinesi occupati, ha affermato che il numero di persone nella Striscia di Gaza che devono essere evacuate per ricevere cure mediche potrebbe essere salito a 14mila.


"Invece di respingere il terrorismo, Mahmoud Abbas (Abu Mazen, ndr) abbraccia gli assassini e gli stupratori di Hamas rivelando la sua vera faccia". Lo ha detto il ministro degli esteri Israel Katz sull'accordo firmato "in Cina da Hamas e Fatah per un controllo congiunto di Gaza dopo la guerra". "In realtà - ha aggiunto Katz - questo non avverrà perché il governo di Hamas sarà annientato e Abbas vedrà Gaza da lontano. La sicurezza di Israele restera' solo in mani israeliane".


Le forze navali delle Guardie della Rivoluzione dell'Iran hanno sequestrato una petroliera "che contrabbandava 1,5 milioni di litri di diesel nel Golfo Persico". Lo ha affermato un comandante persiano, Heidar Honarian Mojarrad, aggiungendo che "circa 12 membri stranieri dell'equipaggio - cittadini dell'India e dello Sri Lanka - sono stati arrestati". Il carburante è stato confiscato dopo l'emissione di un mandato giudiziario. La petroliera batteva bandiera del Togo.


E' salito a 81 il numero delle vittime causate dal raid israeliano effettuato nella notte fra domenica e lunedì a Khan Younis. Lo riporta Al Jazeera citando fonti ospedaliere. In precedenza il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, aveva ufficializzato la morte di 77 civili. Secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa i dispersi sotto le macerie sarebbero oltre 30 mentre circa 200 persone sarebbero rimaste ferite.


Hamas ha considerato l'intesa siglata a Pechino con le altre fazioni palestinesi come un passo importante per centrare "l'unità nazionale", anche con i rivali di Fatah. Musa Abu Marzuk, un alto funzionario dei militanti islamici promotori dell'attacco contro Israele del 7 ottobre, ha affermato che con la Dichiarazione di Pechino "la strada per completare questo viaggio è l'unità nazionale".


"Le condizioni per liberare gli ostaggi israeliano a Gaza stanno maturando". Lo ha detto il premier Benjamin Netanyahu, incontrando a Washington le famiglie dei rapiti. "Questo risultato si deve alla fortissima pressione esercita su Hamas da Israele. Se continuiamo così, potremo raggiungere un accordo. Premetto che si tratta di un processo non semplice, scandito da diverse fasi".


Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha salutato l'intesa tra 14 diverse fazioni palestinesi sull'istituzione di un "governo di riconciliazione nazionale ad interim" a Gaza, nella fase successiva alla guerra. L'accordo della "Dichiarazione di Pechino" è stato firmato da diversi rappresentanti palestinesi giunti nella capitale cinese. Si tratta di alti funzionari di Hamas e Fatah, fazioni rivali che competono per il potere a Gaza e in Cisgiordania.


Kamala Harris ha rifiutato di presiedere il Senato quando il premier israeliano Benjamin Netanyahu parlerà mercoledì al Congresso a camere riunite. Lo scrive il Washington Post, precisando che la decisione era gia' stata presa prima del ritiro di Joe Biden dalla corsa per la Casa Bianca. Netanyahu tuttavia dovrebbe incontrare la vicepresidente in un altro momento della sua visita, secondo un dirigente americano.


"Continuiamo a lavorare per mettere fine alla guerra a Gaza". Così Joe Biden in una telefonata al quartier generale campagna dove è arrivata Kamala Harris.

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