Ex ostaggi israeliani a Roma incontrano il Papa
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Raid israeliano in Libano sul sito archeologico di Tiro
di Redazione onlineLa guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 408. Il Papa nel libro in uscita nei prossimi giorni invita a "indagare con attenzione" per determinare se "ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio". Ambasciata israeliana presso la Santa Sede: "7 ottobre è stato un massacro genocida, da allora abbiamo esercitato il nostro diritto all'autodifesa". Tre persone sono state arrestate per aver lanciato razzi illuminanti sulla residenza privata del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Cesarea. Un raid di Israele ha colpito il sito libanese di Tiro, dichiarato patrimonio Unesco. Fonti ministeriali libanesi hanno segnalato sei morti, tra cui tre bambini, nell'est del Paese.
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L'ufficio stampa del governo di Gaza, gestito da Hamas, ha stimato in 72 le vittime del raid israeliano su un edificio residenziale che ospitava sei famiglie a Beit Lahia, nel nord della Striscia. Lo riporta il Guardian, sottolineando che non si sono al momento conferme indipendenti sul bilancio dei morti.
"Il 7 ottobre 2023 c'è stato un massacro genocida di cittadini israeliani e da allora Israele ha esercitato il proprio diritto di autodifesa contro i tentativi provenienti da sette diversi fronti di uccidere i suoi cittadini. Qualsiasi tentativo di chiamare questa autodifesa con qualsiasi altro nome significa isolare lo Stato ebraico". E' quanto dice su X l'Ambasciata Israeliana presso la Santa Sede.
Una pattuglia dell'Unifil, composta da peacekeeper francesi e finlandesi, è stata presa di mira ieri pomeriggio da circa 40 colpi, "probabilmente da attori non statali" mentre attraversava il villaggio di Maarakeh. Lo riferisce la stessa missione Onu in Libano in una nota aggiungendo che, "nonostante alcuni veicoli della pattuglia siano stati colpiti dai proiettili, i soldati delle forze di peacekeeping non sono rimasti feriti". L'Unifil ha informato l'esercito libanese dell'accaduto e ha avviato un'indagine.
Decine di palestinesi sono stati uccisi o feriti in un attacco israeliano su un edificio residenziale a più piani a Beit Lahiya, nel nord di Gaza, hanno riferito medici locali e funzionari del territorio. L'ufficio stampa governativo di Gaza, gestito da Hamas, ha stimato il numero delle vittime a 72. Ha affermato che l'attacco di domenica mattina ha colpito un edificio residenziale che ospitava sei famiglie.
Il responsabile delle relazioni con i media di Hezbollah Mohammed Afif è stato dichiarato morto in un attacco nel centro di Beirut. L'attacco è stato effettuato nel quartiere Ras al-Naba'a, nella parte centrale della capitale libanese, e non nella roccaforte di Hezbollah, nella periferia meridionale. Le IDF non avevano diramato alcun avviso di evacuazione prima dell' attacco scrivono i media israeliani.
"Abbiamo sempre ringraziato Sua Santità per la presa di posizione in difesa dei diritti umani, della giustizia e della Pace nel mondo e particolarmente per il riconoscimento del diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione e alla creazione del suo stato libero ed indipendente. Papa Francesco, ha sempre espresso preoccupazione per la lunga sofferenza del popolo palestinese e le atrocità del Medioriente, invitando al rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite e della legalità Internazionale". Lo dichiara Yousef Salman, presidente della Comunità palestinese di Roma e del Lazio.
"Decine di morti" sarebbero il risultato di una serie di attacchi compiuti all'alba dalle forze israeliane in vari località della Striscia di Gaza. Lo affermano l'agenzia palestinese Wafa e l'emittente qatariota Al Jazeera. Wafa parla di un palazzo residenziale di cinque piani crollato a Beit Lahiya, nel nord della Striscia, seppellendo "decine di persone, inclusi bambini e donne". Al Jazeera scrive che almeno 15 palestinesi sono rimasti uccisi in attacchi prima dell'alba su Rafah e sul campo profughi di Bureij.
"A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s'inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali". È quanto afferma papa Francesco nel suo nuovo libro "La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore", in uscita nei prossimi giorni.
Una delle tre persone arrestate per il lancio di razzi illuminanti sulla residenza del premier Benjamin Netanyahu a Cesarea sarebbe, secondo quanto riferito sui social media israeliani, un alto ufficiale della riserva. Malgrado la versione ufficiale fornita sinora dal servizio di sicurezza Shin Bet e dalla polizia israeliana, molte sono le ipotesi su quanto accaduto.
Tre persone sono state arrestate in Israele perché sospettate di aver gettato due razzi illuminanti ieri sera sul giardino della villa del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, a Cesarea. Lo hanno reso noto la polizia e lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno, che interrogheranno insieme i tre. "Durante la notte, tre sospetti sono stati arrestati per il loro coinvolgimento nell'incidente", si legge in una nota. Il premier non era presente quando è stato compiuto il gesto. I tribunali hanno ordinato il divieto di pubblicazione di informazioni sulle indagini o l'identità degli indagati per 30 giorni.
Le forze armate israeliane (Idf) hanno reso noto che circa 80 razzi sono stati lanciati sabato da Hezbollah su Israele.