Medioriente, raid israeliani su Jenin: vittime
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Gli Stati Uniti hanno respinto categoricamente la decisione de L'Aia. L'ex ministro della Difesa: "Così si incoraggia il terrorismo". Di diverso avviso Hamas: "Corregge la lunga ingiustizia contro il nostro popolo"
di Redazione onlineLa guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 412. La Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per Benjamin Netanyahu e l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant, che replica: "Così si incoraggia il terrorismo". "Nessuna scandalosa decisione anti-israeliana ci impedirà, e mi impedirà, di continuare a difendere il nostro Paese. Non ci arrenderemo", ha detto Netanyahu in un videomessaggio in cui parla di "misura antisemita che ha come unico obiettivo quello di dissuaderci dal nostro diritto naturale di difenderci dai nemici". Gli Usa "respingono categoricamente" la decisione della Cpi. Per Hamas invece la mossa "corregge una lunga ingiustizia contro il popolo" palestinese.
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"Nessuna scandalosa decisione antiisraeliana ci impedirà, e mi impedirà, di continuare a difendere il nostro Paese. Non ci arrenderemo". Lo ha detto in un video messaggio il premier israeliano Benjamin Netanyahu commentando la decisione della Corte penale internazionale di emettere un mandato d'arresto nei suoi confronti e di quelli dell'ex ministro della Difesa Yoav Gallant. Netanyahu ha parlato di "giorno nero" e ha sostenuto che la decisione della Corte "viola il diritto naturale delle democrazie a difendersi dal terrorismo omicida". "Questa è una misura antisemita che ha un solo obiettivo, dissuadermi, dissuaderci, dall'esercitare il nostro diritto naturale di difenderci dai nostri nemici che si sollevano contro di noi per distruggerci", ha affermato, secondo quanto riporta il Times of Israel. Il premier ha respinto l'accusa che Israele stia affamando gli abitanti di Gaza, e ha affermato che il Paese "non riconosce e non riconoscerà questa decisione distorta".
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ritiene "sbagliata" la decisione della Corte penale internazionale (Cpi) di emettere mandati di arresto per il premier d'Israele, Benjamin Netanyahu, e l'ex omologo, Yoav Gallant, per crimini di guerra e crimini contro l'umanita'. Ospite questa sera di "Porta a porta" su Rai 1, Crosetto ha spiegato che, a suo parere, la sentenza della Cpi mette "sullo stesso piano" Netanyahu e Gallant con i responsabili dell'attentato "vergognoso che ha massacrato donne, uomini, bambine e rapito persone in Israele, che e' quello da cui e' partita la guerra" il 7 ottobre 2023. "E sono due cose completamente diverse. Da una parte c'e' un atto terroristico, un'organizzazione terroristica che colpisce nel profondo cittadini inermi, e dall'altra c'e' un Paese che a seguito di quest'atto va e cerca di estirpare un'organizzazione criminale terroristica", ha affermato il ministro. Tuttavia, se Netanyahu e Gallant si recassero in Italia "dovremmo arrestarli" non per decisione politica, ma "per applicazione di una normativa internazionale", ha precisato Crosetto.
Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas ha accolto "favorevolmente" l'emanazione di mandati di arresto nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dell'ex ministro della Difesa Yoav Gallant da parte della Corte penale internazionale, affermando che la decisione "restituisce speranza e fiducia" nel diritto internazionale e nelle istituzioni Onu.
"Lo Stato di Palestina ha accolto con favore la decisione della Corte penale internazionale di emettere mandati di arresto per il primo ministro israeliano Netanyahu e l'ex ministro della 'Difesa' Yoav Gallant, sei mesi dopo la richiesta del procuratore capo Karim Khan", ha detto in una dichiarazione, secondo Haaretz.
"Faccio appello a tutti gli Stati Parte" della Corte penale internazionale "affinché rispettino il loro impegno nei confronti dello Statuto di Roma ottemperando ai mandati di arresto" nei confronti di Benjamin Netanyahu, Yoav Gallant e il leader di Hamas Deif. Lo ha detto in una nota il procuratore capo della Cpi, Karim Khan. "Contiamo sulla loro cooperazione in questa situazione", ha aggiunto.
Il governo britannico "rispetta l'indipendenza della Corte penale internazionale". Lo ha affermato un portavoce del governo dopo che la Corte ha emesso mandati di arresto per il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant e il leader militare di Hamas Mohammed Deif. La Corte è "la principale istituzione internazionale per indagare e perseguire i crimini più gravi di rilevanza internazionale", ha proseguito il portavoce del premier britannico, Keir Starmer, citato dal Guardian. Downing Street non ha voluto dire se Netanyahu sarà arrestato qualora visitasse il Regno Unito.
"La decisione della Corte dell'Aja sarà ricordata per sempre: mette sullo stesso piano lo Stato di Israele e i leader assassini di Hamas e legittima così l'omicidio di bambini, lo stupro di donne e il rapimento di anziani dai loro letti. La decisione costituisce un pericoloso precedente contro il diritto all'autodifesa e alla guerra morale e incoraggia il terrorismo omicida". Lo scrive su X l'ex ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, destinatario di uno dei mandati di arresto spiccati oggi dalla Corte penale internazionale per la guerra a Gaza.
Gli Stati Uniti respingono categoricamente la decisione della Corte penale Internazionale di emettere mandati di arresto nei confronti di alti funzionari israeliani. Lo afferma un portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, riferendosi ai mandati emessi contro Benjamin Netanyhau e Yoav Gallant.
"Vedremo quali sono i contenuti della decisione e le motivazioni che hanno spinto a questa decisione la corte. Noi sosteniamo la Cpi ricordando sempre che la Corte deve svolgere un ruolo giuridico e non un ruolo politico. Valuteremo insieme ai nostri alleati cosa fare e come interpretare questa decisione e come comportarci insieme su questa vicenda". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del Business forum trilaterale a Parigi, sulla decisione della Cpi di emettere mandati arresto per il premier israeliano Netanyahu e i capi di Hamas, ricordando che quella palestinese è "un'organizzazione terroristica".
Un alto funzionario dell'apparato di sicurezza ha dichiarato che Israele è consapevole che Hamas vuole portare avanti un accordo per il rilascio degli ostaggi e non sta chiedendo più la cessazione totale della guerra come condizione per l'accordo. Quindi ora si può arrivare a un cessate il fuoco, dopo il quale i combattimenti potranno continuare, riferiscono i media israeliani. Al momento, ha detto la fonte, si sta discutendo l'elenco dei prigionieri che verranno rilasciati nell'ambito dell'accordo, ma non è ancora stato concordato il numero dei rapiti che saranno liberati. Secondo alti funzionari dell'Idf è stato trasmetto un messaggio al livello politico sottolineando che la continuazione dell'attività militare nella Striscia di Gaza potrebbe mettere in pericolo la vita dei rapiti. Intanto l'operazione a Jabaliya è giunta all'esaurimento, dicono fonti militari.
Un alto funzionario dell'apparato di sicurezza ha dichiarato oggi che Israele è consapevole che Hamas vuole portare avanti un accordo per il rilascio degli ostaggi e non sta chiedendo più la cessazione totale della guerra come condizione per l'accordo. Quindi ora si può arrivare a un cessate il fuoco, dopo il quale i combattimenti potranno continuare, riferiscono i media israeliani. Al momento, ha detto la fonte, si sta discutendo l'elenco dei prigionieri che verranno rilasciati nell'ambito dell'accordo, ma non è ancora stato concordato il numero dei rapiti che saranno liberati. Secondo alti funzionari dell'Idf è stato trasmetto un messaggio al livello politico sottolineando che la continuazione dell'attività militare nella Striscia di Gaza potrebbe mettere in pericolo la vita dei rapiti. Intanto l'operazione a Jabaliya è giunta all'esaurimento, dicono fonti militari.
Hamas ha accolto con favore in un comunicato la decisione della Corte penale internazionale di emettere mandati di arresto nei confronti di Netanyahu e Gallant. "Questa decisione, che l'amministrazione statunitense - complice dei crimini di guerra sionisti - ha cercato di bloccare per mesi intimidendo la Corte e i suoi giudici per dissuaderli dal ritenere l'occupazione responsabile dei suoi incessanti crimini nella Striscia di Gaza, costituisce un importante precedente storico", afferma il movimento islamico palestinese, "corregge anche una lunga traiettoria di ingiustizia nei confronti del nostro popolo e un preoccupante compiacimento di fronte alle atroci violazioni che ha subito durante 76 anni di occupazione". Lo riporta il quotidiano libanese L'Orient Le Jour.
I Paesi Bassi eseguiranno il mandato d'arresto della Corte penale internazionale contro il premier israeliano Benyamin Netanyahu, l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant e il leader di Hamas Deif (che Israele ritiene però di aver ucciso). Lo ha detto il ministro degli Esteri olandese Caspar Veldkamp
"La decisione antisemita della Corte penale internazionale equivale al moderno processo Dreyfus, e finirà così. Israele respinge con disgusto le azioni e le accuse assurde e false contro di lui da parte della Cpi, che è un organismo politico parziale e discriminatorio", dichiara una nota dell'ufficio del primo ministro Netanyahu. "Non c'è niente di più giusto della guerra che Israele conduce a Gaza dal 7 ottobre 2023, dopo che l'organizzazione terroristica Hamas ha lanciato un attacco contro di esso e ha compiuto il più grande massacro commesso contro il popolo ebraico dai tempi dell'Olocausto".
Per la prima volta in più di un anno di guerra con Israele, Hezbollah ha rivendicato il lancio di missili contro una base militare israeliana nel sud dello Stato ebraico. In un comunicato, il partito armato libanese afferma di aver lanciato missili capaci di raggiungere la base aerea di Hatsor, distante circa 150 chilometri dalla linea di demarcazione tra Libano e Israele.
"Questo è un giorno buio per la giustizia. Un giorno buio per l'umanità. Presa in malafede, l'oltraggiosa decisione della Corte penale internazionale ha trasformato la giustizia universale in uno zimbello universale. Si fa beffe del sacrificio di tutti coloro che lottano per la giustizia, dalla vittoria degli Alleati sui nazisti a oggi". Lo ha scritto il presidente israeliano Isaac Herzog su X. La Cpi "ignora la situazione dei 101 ostaggi israeliani tenuti in brutale prigionia da Hamas a Gaza. Ignora l'uso cinico che Hamas fa del suo stesso popolo come scudo umano. Ignora che Israele è stato barbaramente attaccato", ha aggiunto.
La Camera preliminare I della Corte penale internazionale "ha emesso all'unanimità un mandato di arresto per Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri, comunemente noto come Deif", il capo militare di Hamas che Israele ritiene di aver ucciso in un bombardamento sulla Striscia di Gaza lo scorso luglio. Lo si legge in una nota della Corte la quale spiega che, dopo ulteriori richieste di informazioni a Israele e Palestina, la Camera preliminare "non è in grado di stabilire se Deif sia stato ucciso e sia ancora in vita". Pertanto, ha emesso il presente mandato d'arresto contro Deif "per presunti crimini contro l'umanità e crimini di guerra commessi sul territorio dello Stato di Israele e dello Stato di Palestina almeno dal 7 ottobre 2023". La nota ricorda inoltre che la Procura aveva chiesto anche l'arresto di "altri due importanti leader di Hamas, vale a dire Ismail Haniyeh e Yahya Sinwar", ma le richieste sono state ritirate "dopo la conferma della loro morte". "L'accusa - prosegue la nota - continua a indagare sui crimini nel conflitto in corso e prevede che verranno presentate ulteriori domande di mandato d'arresto".
La Camera preliminare I della Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per il premier israeliano Benyamin Netanyahu e l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant nell'ambito della guerra a Gaza. La Cpi ha emesso mandati d'arresto per Netanyahu e Gallant "per crimini contro l'umanità e crimini di guerra commessi almeno dall'8 ottobre 2023 fino almeno al 20 maggio 2024", si legge nella dichiarazione. La Corte ritiene che "la presunta condotta di Netanyahu e Gallant rientri nella (sua) giurisdizione". Inoltre, la Cpi "ha trovato ragionevoli motivi per ritenere che Netanyahu (...) e Gallant (...) abbiano ciascuno la responsabilità penale per i seguenti crimini in qualità di co-responsabili per aver commesso gli atti congiuntamente ad altri: il crimine di guerra della fame come metodo di guerra; e i crimini contro l'umanita' dell'omicidio, della persecuzione e di altri atti disumani". Inoltre, la Corte sospetta che il premier e l'ex ministro della Difesa "siano responsabili, in qualità di superiori civili, del crimine di guerra di aver intenzionalmente diretto un attacco contro la popolazione civile".
Almeno tre violenti raid aerei israeliani hanno preso di mira Beirut stamani, colpendo il quartiere di Haret Hreik, nella periferia sud della capitale libanese. Lo riferisce il ministero dell'Informazione libanese, dopo che le forze armate israeliane avevano avvertito stamani gli abitanti di alcune zone dell'area ad abbandonare gli edifici.
Tre palestinesi di Hebron, in Cisgiordania, sono stati arrestati per aver formato una cellula con l'obiettivo di assassinare il ministro israeliano di estrema destra Itamar Ben-Gvir e il figlio. Lo rendono noto la polizia e lo Shin Bet (sicurezza interna). Secondo l'accusa, il principale sospettato, Ismail Ibrahim Awadi, aveva stabilito contatti con Hezbollah e Hamas per assicurarsi armi e assistenza. La cellula ha sorvegliato Ben Gvir e i suoi figli che vivono nell'insediamento di Kiryat Arba.Una delle opzioni era quella di assassinarlo sulla scena di un attacco terroristico.
E' salito a 68 morti il bilancio degli attacchi israeliani di ieri contro gruppi filo-iraniani nella città di Palmira, nella Siria centrale. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh). Le vittime comprendono 42 combattenti filo-iraniani e 26 stranieri, la maggior parte dei quali iracheni del gruppo Al-Noujaba, ma anche quattro membri degli Hezbollah libanesi, riferisce la stessa Ong.
Almeno 22 persone sono rimaste uccise stamane in un attacco israeliano a Gaza City. Lo riferisce Al Jazeera. Secondo quanto si apprende, il raid ha colpito un edificio a più piani nel quartiere di Sheikh Radwan, riducendolo in macerie: 22 i morti accertati finora, afferma l'emittente qatariota.
Nella notte, l'Idf ha lanciato attacchi aerei nella periferia meridionale di Beirut, dopo una pausa di alcuni giorni durante la visita dell'inviato speciale americano Amos Hochstein in Libano. Prima che gli attacchi venissero effettuati sulla roccaforte di Hezbollah, l'Idf aveva emesso avvisi di evacuazione.
L'Idf ha emesso un avviso di evacuazione per le aree a est della città costiera libanese di Tiro in vista di attacchi aerei. Lo riferisce Times of Israel. Ai civili di Burj el-Shemali, al-Housh e Maashouq è stato chiesto di abbandonare immediatamente l'area e dirigersi a nord o verso il fiume Awali. "Le attività terroristiche di Hezbollah costringono l'Idf ad agire con forza contro di lui in queste aree, e noi non intendiamo farvi del male. Chiunque si trovi vicino a elementi, strutture o armi di Hezbollah sta mettendo in pericolo la propria vita", afferma il colonnello Avichay Adraee, portavoce in lingua araba dell'Idf.
Almeno 66 persone, la maggior parte donne e bambini, sono rimaste uccise e più di 100 ferite in un attacco aereo israeliano avvenuto all'alba nel nord di Gaza. Lo riferiscono Al Jazeera e l'agenzia di stampa palestinese Wafa. L'attacco ha distrutto un intero isolato residenziale, vicino all'ospedale Kamal Adwan a Beit Lahia in quello che la Wafa ha descritto come un "orribile massacro". Molte persone sono ancora disperse, secondo la Protezione civile di Gaza.
Il Senato Usa ha bloccato un provvedimento volto a fermare la vendita di tank e altri armi a Israele. Lo riferiscono i media americani. La misura, che avrebbe fermato la vendita, era stata introdotta per il timore di violazioni dei diritti umani e del numero eccessivo di civili e bambini uccisi dalle forze israeliane nei territori palestinesi. Cinquantanove su 100 si sono opposti allo stop, mentre in 15 l'hanno sostenuta.
Un raid israeliano sulla città di Maaraka nel distretto di Tiro, in Libano, ha causato la morte di quattro individui. Un altro raid sulla città di Al-Qlaileh ha causato la morte di una persona. Lo rende noto all'agenzia nazionale libanese NNA il Centro operativo di emergenza del Ministero della sanità pubblica.