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Medioriente, si riaccende il fronte in Siria | Tajani: "Israele ora deve fermare le operazioni a Gaza"

Hamas e Fatah hanno raggiunto un accordo sulla formazione di un comitato congiunto per amministrare Gaza dopo la guerra

di Redazione online
03 Dic 2024 - 13:27

La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 424. In Siria si è riacceso il fronte orientale dove sono presenti forze filo-Usa e forze filo-iraniane: sono in corso scontri per la conquista di territori a est del fiume Eufrate. Secondo fonti Afp, Hamas e Fatah hanno raggiunto un accordo sulla formazione di un comitato congiunto per amministrare Gaza dopo la guerra. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani chiede la fine della guerra: "L'Italia ha offerto sostegno a Israele ma la guerra non può essere infinita. Israele deve ammettere che i suoi obiettivi militari sono stati raggiunti, e che adesso - dopo la tregua in Libano - è possibile fermare le operazioni". 

Raid del regime nel nord di Idlib, controllata dai ribelli in Siria: morti e macerie

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I ribelli jihadisti filo-turchi sono "alle porte" di Hama, la quarta città della Siria. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Per tutta la giornata ci sono stati intensi scontri tra l'esercito siriano, sostenuta da Iran e Russia, e i jihadisti anti-regime.


Il bilancio delle vittime dei combattimenti nel nord della Siria sale a 602. Lo afferma l'Osservatorio siriano per i diritti umani che tiene il conto delle persone uccise nei combattimenti da quando i ribelli jihadisti filoturchi hanno occupato Aleppo.


Francia e Arabia Saudita co-presiederanno una conferenza sulla creazione di uno Stato palestinese nel giugno 2025. Lo ha annunciato il presidente francese Emmanuel Macron in visita a Riad.


"Attualmente siamo in un cessate il fuoco, sottolineo, un cessate il fuoco, non è la fine della guerra". Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, in seduta speciale con il governo nella città del nord di Nahariya, al confine con il Libano. 


Il presidente russo Vladimir Putin ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo turco Recet Tayyip Erdogan, al quale ha detto che occorre "fermare rapidamente l'aggressione terroristica contro lo Stato siriano da parte di gruppi radicali". Lo riferisce il Cremlino.


L'esercito israeliano ha interrotto le trasmissioni radiofoniche in tutto il Libano indicando ai residenti di non tornare nei villaggi del sud. Lo riferisce Al Jadeed. 


L'Iran è pronto a valutare l'invio di truppe in Siria se il governo di Damasco richiederà formalmente aiuto per far fronte all'offensiva dei ribelli. Lo ha detto il ministro degli Esteri di Teheran, Seyed Abbas Araghchi.


Non era mai accaduto nella storia della Siria contemporanea, nata nel 1946, che il governo centrale siriano perdesse il controllo dell'aeroporto internazionale di Aleppo, ora in mano agli insorti filo-turchi. Lo sottolineano i media siriani, ricordando che questi controllano anche quattro aeroporti militari attorno alla metropoli siriana del nord: Nayrab, Kuweiris, Menagh e Abu Dhuhur. Questi scali aerei militari e civili erano delle risorse strategiche militari di prima importanza sia per il governo di Damasco che per i suoi due alleati: la Russia e l'Iran. L'Iran in particolare usava gli aeroporti di Aleppo per rifornire periodicamente le linee degli Hezbollah libanesi tramite il corridoio di Homs nella Siria centrale e confinante con la valle libanese della Bekaa.



Un attacco aereo israeliano ha preso di mira un'auto sulla strada che porta all'aeroporto internazionale di Damasco. Lo riporta l'agenzia di stampa statale siriana Sana. 


Nel contesto dell'inasprimento del conflitto siriano si è riacceso nelle ultime ore il fronte orientale dove sono presenti forze filo-Usa e forze filo-iraniane a sostegno di rispettivi clienti armati locali. Secondo fonti sul terreno, a conferma di quanto riferito dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, le forze filo-Usa guidate dal Pkk curdo e da tribù arabe cooptate dagli americani tentano di conquistare sette località a est del fiume Eufrate sotto controllo delle milizie filo iraniane e di altri clan tribali vicini invece all'Iran. Gli scontri sono ancora in corso.


Hamas e Fatah hanno raggiunto un accordo sulla formazione di un comitato congiunto per amministrare Gaza dopo la guerra. Lo hanno riferito alcune fonti all'Afp


"Sin dalla mattina del 7 ottobre dopo l'orrore dell'assalto di Hamas, l'Italia ha offerto sostegno a Israele, ha ribadito che lo Stato ebraico ha il diritto di difendersi, di rispondere all'attacco terroristico e a debellare la minaccia a Gaza. Ma la guerra non può essere infinita. Israele deve ammettere che i suoi obiettivi militari sono stati raggiunti, e che adesso - dopo la tregua in Libano - è possibile fermare le operazioni a Gaza. Abbiamo chiesto loro una risposta militare proporzionata e non sempre è stato così, e lo abbiamo detto a chiare lettere". Lo ha spiegato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un'intervista al quotidiano Avvenire.


Gli Stati Uniti lavoreranno ulteriormente per porre fine al conflitto di Gaza e riportare tutti gli ostaggi israeliani a casa, poiché la situazione nella Striscia di Gaza rimarrà una priorità assoluta durante la presidenza statunitense del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Lo ha spiegato l'ambasciatrice statunitense all'Onu Linda Thomas-Greenfield. "Non c'è bisogno di dire che la situazione a Gaza sarà al primo posto della nostra attenzione. Continueremo la nostra temeraria diplomazia per porre fine a questo conflitto e riportare a casa gli ostaggi. Continueremo a lavorare 24 ore su 24 per sollevare la sofferenza del popolo palestinese", ha aggiunto.


Secondo un rapporto preliminare del Ministero della Sanità, riportato dal quotidiano libanese "L'Orient Le Jour", gli attacchi israeliani lunedì sera in molte regioni del Libano meridionale hanno provocato la morte di nove persone. Cinque persone sono state uccise nell'attacco a Haris (Bint Jbeil), che ha provocato anche il ferimento di due persone, mentre il bombardamento su Tallousa (Marjeyoun) ha ucciso quattro persone e ne ha ferita una. Secondo i media locali, tra le vittime figurano famiglie che erano appena tornate in questi villaggi dopo essere state sfollate nelle ultime settimane.


Donald Trump ha chiesto su Truth il rilascio degli ostaggi a Gaza prima del suo insediamento, minacciando altrimenti "conseguenze devastanti in Medio Oriente e per coloro che hanno perpetrato queste atrocità contro l'umanità". "Tutti - ha scritto - parlano degli ostaggi che vengono trattenuti in modo così violento, inumano e contro la volontà del mondo intero, in Medio oriente. Ma sono solo parole, senza azione! Che questo post su Truth serva a rappresentare che, se gli ostaggi non saranno rilasciati prima del 20 gennaio 2025, data in cui assumerò con orgoglio l'incarico di presidente degli Stati Uniti, ci saranno conseguenze devastanti in Medio Oriente e per coloro che hanno perpetrato queste atrocità contro l'umanità. I responsabili saranno colpiti più duramente di chiunque altro nella lunga e travagliata storia degli Stati Uniti d'America. Rilasciate gli ostaggi subito!".


L'esercito israeliano ha reso noto che l'aeronautica ha colpito poco fa terroristi, lanciatori e siti di Hezbollah in tutto il Libano. "I lanci di Hezbollah di questa sera costituiscono una violazione dell'accordo di cessate il fuoco. Lo Stato di Israele esige che le parti interessate in Libano adempiano alle loro responsabilità e impediscano l'attività ostile di Hezbollah dall'interno del territorio libanese", dichiara l'Idf. "Israele rimane obbligato al rispetto delle condizioni dell'accordo di cessate il fuoco in Libano".

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