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Cisgiordania, coloni israeliani incendiano case palestinesi: scontri e arresti

Tajani: "Israele ora deve fermare le operazioni a Gaza". Hamas e Fatah raggiungono un accordo sulla formazione di un comitato congiunto per amministrare la Striscia dopo la guerra

di Redazione online
04 Dic 2024 - 15:24
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La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 425. Nella notte decine di coloni hanno dato fuoco a decine di edifici e veicoli palestinesi in Cisgiordania, dopo che gli agenti avevano demolito tre palazzi in un vicino avamposto israeliano. Si sono verificati scontri e arresti. In Siria si è riacceso il fronte orientale dove sono presenti forze filo-Usa e forze filo-iraniane: sono in corso scontri per la conquista di territori a est del fiume Eufrate. Secondo fonti Afp, Hamas e Fatah hanno raggiunto un accordo sulla formazione di un comitato congiunto per amministrare Gaza dopo la guerra. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani chiede la fine della guerra: "L'Italia ha offerto sostegno a Israele ma la guerra non può essere infinita. Israele deve ammettere che i suoi obiettivi militari sono stati raggiunti, e che adesso - dopo la tregua in Libano - è possibile fermare le operazioni". 

Raid del regime nel nord di Idlib, controllata dai ribelli in Siria: morti e macerie

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Cinque civili, di cui quattro bambini, sono stati uccisi in un bombardamento nel campo di Nuseirat nel centro della Striscia di Gaza centrale. Lo afferma l'agenzia palestinese Wafa che cita fonti mediche secondo cui il raid israeliano ha colpito un gruppo di persone di fronte a una bancarella di cibo e a un panificio locale a est del campo. Secondo le stesse fonti mediche, 18 persone, tra cui bambini e donne, sono stati uccisi da stamattina nei bombardamenti israeliani nel sud e nel centro di Gaza.


L'esercito israeliano ha fatto sapere di aver effettuato un attacco con un drone contro un lanciarazzi di Hezbollah, avvistato questa mattina a Majdal Zoun, nel Libano meridionale. Il lanciatore "rappresentava una minaccia per lo Stato di Israele, violando al contempo gli accordi di cessate il fuoco", ha detto l'Idf, "le truppe hanno anche distrutto le armi dei miliziani filoiraniani trovate oggi a Khiam, as-Sawana e Aitaroun, sempre nella parte meridionale del Paese".


Più di 115.000 persone sono state costrette a sfollare nelle province siriane di Idlib e Aleppo dopo l'inizio dell'offensiva dei ribelli. Lo denuncia l'Onu. "È passata una settimana da quando il conflitto si è intensificato in Siria. Più di 115.000 persone sono sfollate a Idlib e nel nord di Aleppo", ha detto David Carden, vice coordinatore umanitario regionale delle Nazioni Unite per la crisi in Siria, dopo una visita a Idlib.


L'intensificarsi delle azioni terroristiche in Siria obbedisce a una strategia pianificata da Stati Uniti e Israele. Lo ha affermato il capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, Mohamad Bagheri, le cui dichiarazioni sono state riportate dall'agenzia di stampa iraniana Isna. "L'offensiva lanciata in Siria da terroristi finanziati dall'estero è il primo passo in uno scenario pericoloso per la regione. La coincidenza di questa invasione con il fragile cessate il fuoco in Libano indica una cospirazione coordinata Usa-sionista per indebolire la Siria, i suoi alleati e l'asse della resistenza", ha concluso Bagheri.


Sei coloni israeliani sono stati arrestati dall'esercito dello Stato ebraico per aver provocato rivolte e aggredito cittadini palestinesi nella Cisgiordania settentrionale. Le forze di sicurezza hanno operato durante la notte per demolire la costruzione illegale di un avamposto di coloni vicino al villaggio palestinese di Beit Furik, vicino a Nablus. La costruzione illegale dell'avamposto era su terreni privati palestinesi. Durante l'evacuazione sono state lanciate pietre ferendo due agenti della polizia di frontiera. Poco dopo, i coloni hanno preso d'assalto Beit Furik e hanno incendiato le proprietà nella zona.


Secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa, questa mattina diversi civili sono rimasti uccisi e feriti nei bombardamenti israeliani su diverse aree della Striscia di Gaza.


Decine di coloni hanno dato fuoco a edifici e veicoli palestinesi, dopo che le truppe hanno demolito tre condomini in un vicino insediamento in Cisgiordania. L'ente di controllo Yesh Din afferma che i coloni hanno incendiato la casa di una famiglia di sette persone a Huwara, una casa in costruzione, un negozio di alimentari e un veicolo a Bayt Furik, vicino a Nablus. La violenza dei coloni contro i palestinesi è aumentata vertiginosamente dopo il massacro di Hamas del 7 ottobre 2023.


"A Gaza purtroppo continuano a morire, ogni giorno, persone innocenti in un dramma apocalittico di cui non si vede fine". Lo afferma il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in una intervista al "Corriere della Sera". L'Italia fa "tutto il possibile, a livello di aiuti umanitari di ogni tipo e anche di disponibilità dei nostri carabinieri per andare ad addestrare le forze dell'ordine di un futuro, auspicato, Stato di Palestina. Di più, non possiamo fare. Come in Libano: un anno e otto mesi fa chiesi io, all'Onu, di cambiare le regole di ingaggio della missione Unifil perché solo in quel modo si poteva prevenire una guerra. Ora mi danno tutti ragione". Il problema è che "sia Hamas sia Hezbollah rispondono all'Iran, cioè al Paese che mira e si propone di distruggere Israele. E' questo, lì, il vero, enorme, pericolo: l'esplosione di un conflitto che può vedere in campo armi molto pericolose, dato che l'Iran sta sviluppando le sue tecnologie nucleari".


"Il continuo rifiuto del regime di Assad di impegnarsi nel processo politico e la sua dipendenza da Russia e Iran hanno creato le condizioni che si stanno verificando ora in Siria, tra cui il crollo delle linee del regime nella parte nord-occidentale del paese. Allo stesso tempo, la recente offensiva dei ribelli, con cui gli Stati Uniti non hanno avuto nulla a che fare, è guidata dal gruppo haya tarir Al Sham (Hds), un'organizzazione terroristica designata da Usa e Onu. Ovviamente abbiamo delle preoccupazioni su questo gruppo. Continueremo a difendere e proteggere completamente il nostro personale e le posizioni militari statunitensi, che rimangono essenziali". Lo ha detto il vice ambasciatore americano alle Nazioni Unite, Robert Wood, presidente di turno dell'organo Onu.

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