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Siria, gli insorti assediano Homs: prossimo obiettivo Damasco | Israele: "Nessun raid sull'ospedale a Gaza"

Gli insorti prendono il controllo del valico con la Giordania. L'esercito siriano smentisce di essersi ritirato da Homs. Diversi civili palestinesi sono stati uccisi e altri feriti in un attacco aereo israeliano sulla città di Beit Lahiya

di Redazione online
06 Dic 2024 - 23:55

La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 4276. Prosegue il caos in Siria. Le forze ribelli hanno conquistato il valico di Nassib, al confine con la Giordania che, in precedenza, aveva chiuso tutti i passaggi di frontiera. Le truppe governative fedeli al presidente Bashar al-Assad si sono ritirate da Hama, la quarta città più importante del Paese, lasciando campi libero all'avanzata del gruppo jihadista Hts, ma hanno smentito il ritiro da Homs. E i ribelli annunciano che il prossimo obiettivo è Damasco. Allarme dell'Onu: almeno 360mila sfollati a causa dei combattimenti in Siria. L'esercito israeliano ha compiuto attacchi aerei al confine fra Siria e Libano, nel tentativo di interrompere il contrabbando di armi per Hezbollah. La protezione civile di Gaza ha segnalato 29 morti dopo i raid israeliani vicino all'ospedale di Beit Lahia, ma l'Idf nega di aver colpito la struttura.

Raid del regime nel nord di Idlib, controllata dai ribelli in Siria: morti e macerie

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I gruppi di opposizione siriani hanno preso il controllo di Daraa, città vicina al confine con la Giordania, nel sud della Siria. Lo rende noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani, e la notizia è riportata anche dall'agenzia turca Anadolu. La conquista ha un forte valore simbolico: Daraa è considerata il luogo di nascita dell'insurrezione anti-regime in Siria, poiché fu proprio in questa città che si accese la prima scintilla della rivolta del 2011 contro il regime di Bashar al-Assad. Le proteste, inizialmente indirizzate a chiedere libertà e riforme, furono brutalmente represse, segnando l'inizio della guerra civile. 


Il presidente siriano Bashar Al Assad avrebbe chiesto alla Turchia di intervenire per fermare l'avanzata dei ribelli in Siria. Fonti anonime hanno detto al "Wall Street Journal" che le autorità di Damasco avrebbero anche chiesto "armi e sostegno in termini di intelligence" agli Emirati, all'Egitto, alla Giordania e all'Iraq. Alcuni funzionari arabi e siriani hanno detto al quotidiano statunitense che gli aiuti per ora sarebbero stati rifiutati, mentre ad Assad sarebbe stato suggerito di lasciare il Paese. Il presidente, secondo le fonti, sarebbe rimasto in Siria nella giornata di oggi. La moglie e i figli sarebbero invece partiti per la Russia la scorsa settimana. 



Le Idf hanno recentemente colpito un nascondiglio di armi chimiche siriane. Lo sostiene Channel 12 citando "segnalazioni straniere", secondo quanto riportato a sua volta dal "Times of Israel", secondo cui tali segnalazioni potrebbero essere una tattica per aggirare la censura militare di Israele. All'inizio di questa settimana, Haaretz ha riferito che l'esercito israeliano teme che durante l'assalto dei ribelli siriani le armi chimiche possano cadere nelle mani sbagliate. Se tali armi cadono nelle mani dei ribelli o delle milizie iraniane, Israele dovrebbe agire in un modo che "potrebbe influenzare la Siria e l'intero Medio Oriente", secondo Haaretz.


Il comandante ribelle di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), Hassan Abdul Ghani, ha affermato che i suoi combattenti si stanno dirigendo verso Damasco, e ha lanciato un avvertimento all'esercito e al ministro della Difesa siriano. "Stiamo andando verso Damasco", dice in un video condiviso sul social X. "Esortiamo vivamente i restanti soldati del regime e il ministro della Difesa a esprimere il loro dissenso", ha affermato Adbul Ghani, aggiungendo: "Stiamo arrivando".


L'Onu afferma che i combattimenti in corso in Siria hanno provocato almeno 370mila sfollati.


L'Iran continuerà a sostenere la Siria "con tutto ciò che è necessario". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano.


L'esercito israeliano ha negato di aver colpito l'ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza, obiettivo di un attacco che secondo la protezione civile palestinese ha provocato almeno 29 morti.


Daraa e Suwayda, i due principali capoluoghi della Siria meridionale, sono ora sotto il controllo delle rispettive forze locali anti-governative. Lo riferiscono media siriani e panarabi, secondo cui gli insorti sunniti a Daraa hanno preso il controllo delle postazioni governative dopo il ritiro dei soldati di Damasco. A Suwayda, a maggioranza drusa, le élite locali hanno dal canto loro assicurato il passaggio di consegne tra le forze governative in ritirata e le autorità locali.


Insorti siriani di Daraa, al confine con la Giordania, hanno conquistato il valico frontaliero con di Nassib tra i due Paesi. Lo riferiscono media panarabi e siriani, mostrando immagini dei combattenti anti-governativi sul posto e l'assenza delle guardie di frontiera governative.


La protezione civile di Gaza afferma che ci sono 29 morti dopo i raid israeliani vicino all'ospedale di Beit Lahia nel nord di Gaza. L'ospedale Kamal Adwan ha denunciato di essere stato bersaglio da diversi attacchi israeliani in mattinata.


Il ministero della Difesa siriano smentisce che l'esercito si sia ritirato dalla città di Homs, come precedentemente annunciato dall'Osservatorio per i diritti umani in Siria. 


Le truppe governative si ritirano dalla città chiave di Homs dopo l'assalto dei ribelli jihadisti. Lo afferma l'Osservatorio siriano per i diritti umani.


Le autorità libanesi hanno annunciato la chiusura fino a nuovo ordine di tutti i valichi frontalieri con la Siria.


Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che le forze filo-turche che si oppongono al presidente siriano Assad stanno puntando a raggiungere Damasco. "Dopo Idlib, Hama e Homs ovviamente l'obiettivo sarà Damasco. La marcia delle forze di opposizione continua. Ci auguriamo che questa avanzata in Siria continui senza incidenti o problemi", ha affermato Erdogan, parlando con i giornalisti dopo avere partecipato alla preghiera del venerdì in una moschea di Istanbul, come riferisce Anadolu. 


Le forze del governo siriano del presidente Bashar Assad si sono ritirate da alcune zone della provincia siriana di Raqqa, in particolare il campo petrolifero di Al-Thawrah, il villaggio di Al-Rasafah, l'area di Safyan e Inbaj, spostandosi verso il distretto di Maadan. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito, aggiungendo che in queste postazioni sono subentrate le Forze democratiche siriane (Sdf), cioè l'alleanza di milizie curde sostenuta dagli Usa che ha costituito un alleato chiave dell'Occidente nella lotta contro l'Isis.


"Abbiamo deciso di riaprire l'ambasciata in Siria vista la situazione che era in movimento. C'è un tema che riguarda rifugiati e profughi. C'è una situazione di grande instabilità come poi si è visto con la guerra civile che sta scoppiando. Mi pare sia stata una scelta giusta per osservare con maggiore attenzione quello che accade in quel Paese". Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani.


I ribelli jihadisti siriani che da ieri controllano la città di Hama, stanno ora avanzando verso sud verso la città di Homs, a nord di Damasco. Lo rende noto l'Ong Osservatorio siriano per i Diritti umani.


"Non possiamo perdere altro tempo. Unifil è essenziale per la pace e la stabilità del Libano, ma è necessario aggiornare le sue regole d'ingaggio e permettere alla missione stessa piena e concreta libertà di agire, nel rispetto della risoluzione 1701 dell'Onu. Fondamentale, poi, sarà riuscire ad assicurare sostegno finanziario, addestramento ed equipaggiamento delle Laf, le Forze armate libanesi. La stabilità non solo del Libano, ma dell'intera area, diventerà concreta solo quando le Forze armate saranno più forti di Hezbollah e in grado di difendere il loro Paese". Lo scrive su X il ministro della Difesa Guido Crosetto.


L'ospedale Kamal Adwan a Beit Lahia nel nord di Gaza, al centro da settimane di raid israeliani, ha denunciato di essere stato bersaglio di diversi attacchi israeliani in mattinata.


Parte delle forze governative siriane si sono ritirate dalla Siria sud-orientale, lungo la valle dell'Eufrate, in una zona storicamente contesa tra forze iraniane e statunitensi. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui l'esercito regolare ha abbandonato diverse posizioni nella zona di Dayr az Zor, di Mayadin e di Abukamal al confine con l'Iraq.


Abu Mohammad Al Jolani, leader della milizia Hts che guida l'opposizione armata in Siria, ha affermato, nella prima intervista da anni alla Cnn, che l'obiettivo dei ribelli filoturchi è di rovesciare il regime di Assad . L'intervista è stata fatta, fa sapere la Cnn in una località segreta della Siria, proprio mentre Hts conquistava Hama. 


Le forze armate israeliane (Idf) durante la notte hanno compiuto attacchi aerei al confine fra Siria e Libano, nel tentativo di interrompere il contrabbando di armi per Hezbollah: lo scrivono diversi media israeliani, citando l'Idf. Secondo Times of Isdrael, i raid sono parte della campagna dell'Idf contro la Compagnia 4400 di Hezbollah, il cui compito principale è di trasferirte armi ed equipaggiamento dall'Iran e i suoi alleati verso la milizia sciita libanese.


L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito di attacchi aerei su un ponte autostradale strategico che collega la città di Hama, controllata dai ribelli, a Homs, di cui il regime sta cercando di impedire la caduta. "Aerei da combattimento hanno effettuato diversi attacchi aerei contro il ponte Al-Rastan sull'autostrada Homs-Hama, con l'obiettivo di interrompere il collegamento tra le due città e preservare la sicurezza di Homs", riferisce la Ong con sede nel Regno Unito e che dispone di una vasta rete di fonti in Siria.


Il governo lavora per la pace oltre a Gaza anche in Siria e guarda con attenzione ai connazionali che vivono tra Damasco e Aleppo. Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani a Dritto e Rovescio su Rete 4. Tajani ha ricordato di aver discusso della crisi in un faccia a faccia con il collega turco e con Mosca attraverso l'ambasciatrice italiana. "Abbiamo chiesto di non colpire i civili, le chiese cristiane e di non toccare gli stranieri che si stanno organizzando per lasciare Aleppo". .


Circa 18mila civili palestinesi sono stati evacuati da Beit Lahiya nel nord di Gaza nei giorni scorsi, secondo un rapporto della radio dell'esercito, riferisce il Times of Israel. Prima di entrare nella città il mese scorso, l'Idf ha stimato che solo poche migliaia di palestinesi vi risiedessero. Durante l'evacuazione della popolazione da diversi rifugi nella zona di combattimento, le truppe hanno arrestato circa 100 sospetti terroristi che sono stati portati in Israele per essere interrogati, afferma il rapporto. L'esercito ha precedentemente negato di voler spostare forzatamente i palestinesi a Gaza, affermando che "gli avvertimenti alla popolazione civile di prendere temporaneamente le distanze dalle aree che si prevede saranno esposte a un intenso conflitto sono fatti in conformità con l'obbligo previsto dal diritto internazionale di prendere precauzioni praticabili per mitigare i danni ai civili fornendo avvertimenti in anticipo prima degli attacchi. 

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