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Media: "Assad pronto a un accordo, anche per un esilio" | Leader ribelli Al Jolani: "Controlliamo Homs, giornata storica"

In Siria i ribelli arrivati alla periferia di Damasco. Giordania e Usa chiedono ai loro cittadini di andare via. Gli Stati Uniti si aspettano caduta imminente del regime

di Redazione online
07 Dic 2024 - 23:56

La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 428. Prosegue il caos in Siria. "Assad è pronto a un accordo che gli permetta di mantenere le restanti aree sotto il suo controllo o garantirne l'esilio sicuro". Lo scrive l'agenzia di stampa. Il presidente siriano sarebbe attualmente a Teheran. Secondo alcuni media, "gli Usa si aspettano caduta imminente del regime". L'Iran inizia a evacuare i comandanti militari di alto rango e altri funzionari dal Paese, tra cui capi della Forza Quds del corpo delle Guardie rivoluzionarie, diplomatici con le loro famiglie e civili. Dopo gli Usa, anche la Giordania esorta i suoi cittadini a lasciare il Paese "il prima possibile". Tajani: "Pronti a far evacuare gli italiani". Le forze ribelli hanno conquistato il valico di Nassib, al confine giordano, e Quneitra, nel distretto al confine con Israele. Le truppe governative fedeli al presidente Bashar Al Assad si sono ritirate da Hama, la quarta città più importante del Paese, lasciando campi libero all'avanzata del gruppo jihadista Hts. Al-olani, leader del gruppo islamista siriano Hayat Tahrir Al Sham, ha detto che le sue forze controllano l'intera città di Homs, definendo la vittoria "storica". Homs è situata nella Siria centrale a nord di Damasco. I ribelli annunciano che il prossimo obiettivo è la capitale siriana: "Abbiamo preso il controllo della città di Sanmin, nelle campagne di Daraa". Intanto almeno 20 palestinesi, tra cui sei bambini, sono stati uccisi in un attacco aereo israeliano contro una casa nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza.

Raid del regime nel nord di Idlib, controllata dai ribelli in Siria: morti e macerie

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Il leader del gruppo islamista siriano Hayat Tahrir al-Sham ha detto che le sue forze controllano l'intera città di Homs, definendo la vittoria "storica". "Stiamo vivendo gli ultimi momenti della liberazione della città di Homs, è un evento storico che distinguerà la verità dalla menzogna", ha detto il leader ribelle in un video postato su Telegram, utilizzando il suo vero nome, Ahmed al-Sharaa, al posto del nome di battaglia di Abu Mohammed Al Jolani. 


Fonti israeliane e internazionali coinvolte nei negoziati hanno riferito alla tv pubblica Kan che "Hamas è più vicino che mai a un accordo ed è interessato a un cessate il fuoco, anche se temporaneo".


Le forze governative siriane si sono ritirate dalla città centrale di Homs. Lo riferiscono l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani con sede in Gran Bretagna e i media filogovernativi. 


Il regime di Bashar al Assad, in Siria, potrebbe cadere nel giro di pochi giorni. Lo hanno ipotizzato cinque funzionari statunitensi consultati dalla "Cnn". 



"Assad è pronto a un accordo" che gli permetta di mantenere le restanti aree sotto il suo controllo o garantirne l'esilio sicuro. Lo scrive Bloomberg citando fonti informate, secondo i media arabi. Il presidente siriano sarebbe attualmente a Teheran. 


Il presidente siriano Bashar al-Assad non si trova da nessuna parte a Damasco. Lo scrive la Cnn citando una fonte a conoscenza della situazione. La linea ufficiale dell'ufficio del presidente siriano è che Assad non sia fuggito dalla capitale. Ma la fonte sostiene che Assad non si trova in nessuno dei luoghi della città in cui ci si aspetterebbe di trovarlo. La guardia presidenziale di Assad non è più schierata nel suo solito luogo di residenza, come dovrebbe.


Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu convocherà il suo gabinetto per la sicurezza nazionale in serata per discutere della guerra in Siria. Lo scrive il Times of Israel, citando l'ufficio del premier. Israele guarda con preoccupazione alla situazione a Damasco, dopo che le forze ribelli hanno preso il controllo dell'area di Quneitra e Daraa, al confine con il Paese. 


L'esercito siriano ha dichiarato di aver rafforzato le sue linee di difesa intorno a Damasco e nel sud, mentre il panico si diffonde nella capitale dopo che i ribelli hanno dichiarato di essere vicini alla città. "Le nostre unità armate stanno rafforzando le loro linee in tutta la campagna di Damasco e nella regione meridionale", ha affermato un portavoce del Comando generale dell'esercito e delle forze armate in una dichiarazione televisiva.


 Gli Stati Uniti "non dovrebbero farsi coinvolgere" nella guerra in Siria. Lo ha detto il presidente eletto Donald Trump da Parigi, dove è arrivato per partecipare alla cerimonia di riapertura di Notre-Dame. "La Siria è un disastro, ma non è nostra amica, e gli Stati Uniti non dovrebbero avere nulla a che fare con questo. Questa non è la nostra lotta. Lasciamo che la situazione si sviluppi. Non lasciamoci coinvolgere", ha aggiunto sul suo social Truth.


"Noi continuiamo a chiedere il cessate il fuoco perché è sempre più urgente davanti al massacro di civili che purtroppo prosegue la necessità di un embargo di armi a Israele, la necessità di liberare tutti gli ostaggi che sono ancora nelle mani di Hamas e di portare tutti gli aiuti umanitari indispensabili per la popolazione di Gaza, noi crediamo serva un vero processo di pace e vogliamo che l'Unione europea e l'Italia contribuiscano alla costruzione di questo processo di pace. Abbiamo salutato positivamente il cessate il fuoco per il Libano, ma non ci fa dimenticare gli oltre 44mila morti di Gaza, quindi il cessate il fuoco serve anche a Gaza". Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein a Pescara, a margine dell'intervento alla conferenza programmatica "Percorsi democratici" in corso di svolgimento nel capoluogo adriatico.


I ribelli siriani sono arrivati alla periferia di Damasco. Lo riferisce Rami Abdurrahman, che dirige l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani con sede in Gran Bretagna, secondo cui gli insorti sono ora attivi nei sobborghi di Maadamiyah, Jaramana e Daraya. I combattenti dell'opposizione, ha aggiunto, stanno avanzando anche dall'est della Siria, verso il sobborgo di Harasta. Il comandante di Hayat Tahrir al-Sham, Hassan Abdul Ghani, ha annunciato su Telegram che le forze dell'opposizione hanno iniziato a portare avanti la "fase finale" della loro offensiva, circondando Damasco e ha aggiunto che i ribelli si stavano dirigendo da sud verso la capitale. L'esercito siriano si è ritirato da gran parte del sud del paese, lasciando sotto il controllo dei combattenti dell'opposizione altre aree, comprese due capitali provinciali.


Bashar al-Assad "sta proseguendo il suo lavoro e i suoi doveri nazionali e costituzionali dalla capitale". Lo ha comunicato la presidenza siriana, respingendo così "le voci e le false notizie secondo cui il presidente Bashar al-Assad avrebbe lasciato Damasco". Nelle ultime ore erano emerse notizie su una sua possibile fuga all'estero. 


"È inammissibile consentire a un gruppo terroristico di prendere il controllo del territorio in violazione degli accordi esistenti, a partire dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu che ha ribadito la sovranità, l'integrità territoriale e l'unità della Repubblica Araba di Siria". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, da Doha, dove è impegnato in colloqui con i colleghi di Iran e Turchia sulla crisi in Siria. Lavrov ha aggiunto che la Russia "continua a fornire assistenza militare" a Damasco.


Truppe siriane in fuga di fronte all'avanzata dei ribelli jihadisti stanno passando il confine ed entrando in Iraq. Lo ha reso noto una fonte della sicurezza di Baghdad.



Del presidente siriano Bashar al Assad non si hanno notizie da domenica scorsa. E nelle ultime ore si sono rincorse voci su una sua possibile fuga all'estero, con alcune fonti che ipotizzano sia tornato a Mosca, raggiungendo la moglie e i figli. Altri resoconti di stampa affermano che si è rifugiato negli Emirati Arabi Uniti, Paese che ha già proposto una mediazione tra le parti siriane in guerra. E, ancora, altri media regionali sostengono che abbia cercato rifugio a Teheran, in Iran. Ma non si hanno conferme su nessuna di queste ipotesi.


I combattenti dell'opposizione jihadista stanno conquistando le postazioni militari evacuate dalle forze governative siriane nel sud del Paese, avvicinandosi alla capitale Damasco. Rami Abdurrahman, che dirige l'ong Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito, ha affermato che gli insorti sono entrati nella città di Artouz, a circa 10 chilometri a sud-ovest di Damasco.


"Al momento non ci sono preoccupazioni," per i cittadini italiani in Siria. Lo ha affermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando che sono circa 300 gli italiani che vivono in Siria. "Alcuni sono riusciti a lasciare il Paese. Comunque tutti sono in contatto con la nostra Ambasciata a Damasco. La situazione dei nostri concittadini è sotto controllo".


"L'ambasciata è pronta a organizzare evacuazioni, abbiamo già richieste, il governo è pronto a fare il necessario sia con iniziative nazionali che Onu per l'uscita in sicurezza dei cittadini". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine della riunione sulla crisi siriana all'Unità di Crisi della Farnesina da dove il ministro si è collegato con tutti gli ambasciatori italiani nella Regione. "Faremo in modo che tutti coloro che vogliono laciare la Siria possano farlo", ha aggiunto senza fornire dettagli sui piani di evacuazione.


Funzionari dell'opposizione siriana hanno riferito che l'esercito regolare ha iniziato il ritiro questa mattina dal distretto di Quneitra, al confine con Israele, anche le forze militari russe hanno iniziato a evacuare le loro posizioni al confine. Lo riferisce l'emittente israeliana Kan. Questa mattina l'esercito siriano ha ammesso di essersi ritirato dai distretti di Daraa e di al-Sawidaa sui monti abitati dai drusi, nel sud della Siria, in seguito all'avanzamento dei ribelli sunniti.


L'Iran ha iniziato a evacuare i comandanti militari di alto rango e altri funzionari dalla Siria, tra cui capi della forza Quds del corpo delle guardie rivoluzionarie, diplomatici con le loro famiglie e civili. Le evacuazioni sono iniziate venerdì mattina. Lo riferisce il New York Times citando funzionari regionali e iraniani. Il quotidiano statunitense riporta che alcuni funzionari hanno lasciato la Siria in aereo, mentre altri sono partiti via terra diretti in Libano, Iraq e nella città portuale siriana di Latakia.


I ribelli jihadisti siriani hanno annunciato di aver preso il controllo della città di Al-Sanamayn nelle campagne di Daraa. "Siamo a circa 20 chilometri a sud della capitale Damasco", hanno fatto sapere, come riporta Ynet.


I ribelli siriani hanno annunciato di aver conquistato Quneitra, nel distretto al confine con Israele. Lo riferisce l'emittente Kan. I ribelli stanno postando video davanti alla stazione centrale della polizia. Nel mentre fonti dell'opposizione siriana, citate dall'emittente israeliana hanno rilasciato filmati in cui si vedono l'esercito regolare mentre si ritira dal villaggio di Jabba a Quneitra.


Hezbollah ha inviato circa 2mila uomini nella zona siriana di Homs vicino al confine col Libano per resistere all'offensiva degli insorti siriani. Lo riferiscono media di Beirut citando fonti vicine al partito armato libanese.


Il primo ministro del Qatar ha dichiarato di aver visto "un nuovo slancio" nei negoziati per una tregua e il rilascio degli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza dopo l'elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.


L'Iran ha iniziato a evacuare i comandanti militari di alto rango e altri funzionari dalla Siria, tra cui capi della Forza Quds del corpo delle Guardie rivoluzionarie, diplomatici con le loro famiglie e civili. Le evacuazioni sono iniziate venerdì mattina. Secondo il New York Times, alcuni funzionari hanno lasciato la Siria in aereo, mentre altri sono partiti via terra diretti in Libano, Iraq e nella città portuale siriana di Latakia.


La Giordania esorta i suoi cittadini a lasciare la Siria "il prima possibile".


Almeno 20 palestinesi, tra cui sei bambini, sono stati uccisi in un attacco aereo israeliano contro una casa nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa. L'abitazione presa di mira dai caccia israeliani era stata evacuata prima dell'attacco. Tra le vittime ci sono anche cinque donne.


I cittadini statunitensi in Siria devono lasciare immediatamente il Paese "fin quando sono ancora disponibili opzioni di voli commerciali". È la raccomandazione del Dipartimento di Stato Usa. "La situazione della sicurezza continua a essere instabile e imprevedibile con scontri attivi tra gruppi armati in tutto il paese. Il Dipartimento esorta i cittadini statunitensi a lasciare la Siria ora", ha affermato il ministero statunitense in un'allerta pubblicato sui suoi social media.


I gruppi di opposizione siriani hanno preso il controllo di Daraa, città vicina al confine con la Giordania, nel sud della Siria. Lo rende noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani, e la notizia è riportata anche dall'agenzia turca Anadolu. La conquista ha un forte valore simbolico: Daraa è considerata il luogo di nascita dell'insurrezione anti-regime in Siria, poiché fu proprio in questa città che si accese la prima scintilla della rivolta del 2011 contro il regime di Bashar al-Assad. Le proteste, inizialmente indirizzate a chiedere libertà e riforme, furono brutalmente represse, segnando l'inizio della guerra civile. 



Il comandante ribelle di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), Hassan Abdul Ghani, ha affermato che i suoi combattenti si stanno dirigendo verso Damasco, e ha lanciato un avvertimento all'esercito e al ministro della Difesa siriano. "Stiamo andando verso Damasco", dice in un video condiviso sul social X. "Esortiamo vivamente i restanti soldati del regime e il ministro della Difesa a esprimere il loro dissenso", ha affermato Adbul Ghani, aggiungendo: "Stiamo arrivando".

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