Spari contro un bus nella Cisgiordania occupata, ucciso un 12enne
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Erdogan chiede fondi Ue per rimpatriare i profughi siriani, e la presidente von der Leyen annuncia uno stanziamento di un miliardo di euro per Ankara
di Redazione onlineLa guerra in Medioriente tra Israele e Hamas che ha coinvolto Libano, Siria e Iran giunge al giorno 438. Abu Muhammad Al Jolani, il leader islamista siriano il cui gruppo ha guidato l'offensiva che ha rovesciato al Assad, ha incontrato l'inviato delle Nazioni Unite Geir Pedersen, in visita a Damasco. La Siria "non verrà utilizzata" come base per attacchi contro Israele o qualsiasi altro Stato, ha dichiarato in un'intervista al Times. Il presidente turco Erdogan chiede fondi Ue per rimpatriare i profughi siriani, e la presidente von der Leyen annuncia lo stanziamento di un miliardo di euro per Ankara. Una Ong siriana: "100mila corpi in una fossa comune vicino a Damasco"
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Una fossa comune con almeno 100mila corpi di persone uccise dal regime del deposto presidente Bashar al-Assad sarebbe stata trovata fuori Damasco. Lo afferma il capo dell'ong Syrian Emergency Task Force, Mouaz Moustafa, ripreso da Al Jazeera. Mouaz Moustafa ha affermato che il sito di al-Qutayfah, 40 km a nord della capitale siriana, era una delle cinque fosse comuni da lui identificate nel corso degli anni. "Centomila è la stima più prudente del numero di corpi sepolti nel sito - ha detto Moustafa - È una stima molto, estremamente prudente".
"Lo Stato di Palestina è riconosciuto dai Paesi dell'ex Patto di Varsavia, ma non è riconosciuto dai nostri colleghi del G7, quindi la scelta la condividiamo con molti dei partner internazionali, e io penso che non giovino al riconoscimento dei due popoli e due Stati accelerazioni sul riconoscimento di uno Stato che oggi non esiste". Lo ha detto il premier, Giorgia Meloni, in Aula alla Camera nel corso della replica sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo.
L'Onu stima che un milione di rifugiati siriani potrebbero ritornare in Siria tra il gennaio e il giugno 2025 a seguito del crollo del regima di Bashar al Assad.
Una nuova proposta per una pausa di 60 giorni negli scontri e lo scambio di ostaggi israeliani con prigionieri palestinesi sarebbe stata accettata da Hamas, che avrebbe ceduto alle sue richieste di una fine della guerra e del ritiro completo delle forze israeliane da Gaza: lo ha detto un funzionario di Hamas al Washington Post. Il gruppo insiste, però, ancora affinché ai palestinesi sfollati sia consentito di tornare nella parte settentrionale di Gaza, ha detto il funzionario.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato "un ulteriore miliardo di euro per il 2024" in favore della Turchia per la gestione dei rifugiati. I fondi sosterranno "l'istruzione e la sanità per i rifugiati in Turchia, la gestione della migrazione e delle frontiere, compresi i rimpatri volontari dei rifugiati siriani".
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha affermato che la Turchia si aspetta un sostegno economico dall'Unione europea per rimpatriare i profughi siriani che vivono nel Paese, circa 3 milioni di persone. "Ci aspettiamo un simile sostegno dall'Ue in modo tale che il ritorno dei siriani nel loro Paese diventi una realtà", ha detto Erdogan, citando i fondi dati da Bruxelles ad Ankara negli anni scorsi per la gestione dei profughi.
Recep Tayyip Erdogan ha affermato che la Turchia si aspetta un sostegno economico dall'Unione europea per rimpatriare i profughi siriani che vivono nel Paese, circa 3 milioni di persone. "Ci aspettiamo un simile sostegno dall'Ue in modo tale che il ritorno dei siriani nel loro Paese diventi una realtà", ha detto Erdogan, ricordando i fondi dati da Bruxelles ad Ankara negli anni scorsi per la gestione dei profughi, durante una conferenza stampa congiunta con la presidente della Commissione europea, Ursula von Der Leyen.
"Siamo pronti a riaprire la nostra delegazione, l'ambasciata Ue, a Damasco. Vogliamo che sia di nuovo pienamente operativa". Lo ha detto l'Alto rappresentante Ue, Kaja Kallas, in chiusura del dibattito sulla Siria alla plenaria del Parlamento europeo. "Ho chiesto al nostro capo delegazione di andare a Damasco ieri per avere primi contatti costruttivi con la nuova leadership e vari altri gruppi", ha aggiunto.
La Siria "non verrà utilizzata" come base per attacchi contro Israele o qualsiasi altro Stato. Lo ha detto Abu Mohammad al-Jolani, il capo della coalizione islamista che ha preso il potere a Damasco, in un'intervista al britannico Times. Allo stesso tempo il leader ha sottolineato che lo Stato ebraico deve porre fine agli attacchi aerei in Siria e ritirarsi dal territorio occupato nel Golan siriano dopo la caduta di Bashar al-Assad. "La giustificazione di Israele era la presenza di Hezbollah e delle milizie iraniane, e quella giustificazione è venuta meno", ha aggiunto.
Un accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e per il rilascio degli ostaggi israeliani è vicino e potrebbe essere raggiunto entro la fine di dicembre. Lo hanno riferito delle fonti all'emittente panaraba di proprietà saudita "Al Arabiya", aggiungendo che nei prossimi giorni ci sarà un incontro tra funzionari israeliani ed egiziani per risolvere i punti controversi. Una lista di nomi femminili di ostaggi sarebbe già stata completata e si tratterebbe delle persone da rilasciare nella prima fase dell'accordo, sempre secondo le fonti.
Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha chiesto la "tutela dell'assistenza sanitaria" per i pazienti ricoverati negli ospedali di Gaza, dopo una recente visita all'ospedale Kamal Adwan, nel nord della Striscia. "Le condizioni dell'ospedale sono semplicemente spaventose", ha scritto su X il capo dell'Oms: "Chiediamo la tutela dell'assistenza sanitaria e la fine di questo inferno! Cessate il fuoco!", ha aggiunto.
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha spiegato oggi con un messaggio su X che, una volta che Israele sconfiggerà Hamas, avrà "pieno controllo della sicurezza" sulla Striscia di Gaza "proprio come in Cisgiordania". Secondo Katz, Israele "non permetterà che alcuna organizzazione terroristica venga fondata a Gaza contro le comunità e i cittadini israeliani".
Israele e Hamas sono "più vicini che mai" ad un accordo per il rilascio degli ostaggi a Gaza, dicono fonti di entrambe le parti citate da Haaretz. Israele - aggiunge Haaretz - è attualmente "più vicino a un accordo sugli ostaggi dall'ultimo accordo" di oltre un anno fa, ha dichiarato il Ministro della Difesa Israel Katz alla Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset. Sebbene Israele e Hamas abbiano concordato di non rivelare i dettagli dell'accordo che si starebbe delineando, fonti presenti alla discussione riservata hanno affermato che per la prima volta Katz ha confermato che l'attuazione avverrà per fasi: "Ci sarà un'ampia maggioranza nel gabinetto di sicurezza e un'ampia maggioranza nell'intero gabinetto per un accordo sugli ostaggi", ha aggiunto.
Israele si sta preparando per un'offensiva militare contro gli Houthi dello Yemen a causa dei continui attacchi missilistici e droni del gruppo. Lo riporta Al Jazeera citando la Israeli Public Broadcasting Corporation (Kan). L'annuncio è arrivato dopo che Israele ha intercettato un missile balistico e un drone lanciati dagli Houthi all'inizio della giornata. "Gli Houthi hanno assunto il ruolo di attaccare Israele per conto dell'intero asse iraniano", riporta Kan. L'emittente ha anche riferito di un consenso all'interno dell'establishment della sicurezza israeliana per colpire gli obiettivi degli Houthi.
Abu Mohammad al-Jolani ha dichiarato che le sanzioni internazionali contro Damasco devono essere revocate se si vuole che i rifugiati sfollati da oltre 13 anni di conflitto ritornino. Durante un incontro con una delegazione di diplomatici britannici, al-Jolani "ha parlato dell'importanza di ripristinare le relazioni" con Londra e "ha sottolineato la necessità di revocare tutte le sanzioni imposte alla Siria per consentire ai rifugiati siriani di tornare nel loro Paese", nelle osservazioni riportate su Telegram.
Abu Mohammad al-Jolani, il capo della coalizione islamista che ha preso il potere in Siria, ha dichiarato che è necessario un "contratto" tra lo Stato e tutte le fedi presenti nel Paese con molte minoranze per garantire la "giustizia sociale". "La Siria deve rimanere unita e deve esserci un contratto sociale tra lo Stato e tutte le fedi per garantire la giustizia sociale", ha dichiarato al-Jolani durante un incontro con dignitari e notabili della comunità drusa, nelle osservazioni riportate dal canale Telegram della coalizione guidata dal gruppo radicale sunnita Hayat Tahrir al-Sham (HTS).
"Le forze del Comando centrale degli Stati Uniti hanno condotto un attacco aereo di precisione contro una struttura di comando e controllo chiave gestita dagli Houthi sostenuti dall'Iran nel territorio controllato dagli Houthi a Sana'a, nello Yemen". Lo comunica su X il Comando centrale degli Usa. "La struttura presa di mira - si legge ancora - era un centro di coordinamento delle operazioni degli Houthi, come gli attacchi contro navi da guerra e mercantili della Marina statunitense nel Mar Rosso meridionale e nel Golfo di Aden. L'attacco riflette l'impegno costante del Comando nel proteggere il personale statunitense e della coalizione, i partner regionali e le spedizioni internazionali".
Abu Mohammad al-Jolani, capo della coalizione dominata dagli islamisti che ha preso il potere in Siria, ha annunciato che le fazioni saranno "sciolte" e i loro combattenti integrati nell'esercito del nuovo governo che ha rovesciato Bashar al-Assad. "Le fazioni saranno sciolte e i combattenti preparati a entrare nei ranghi del Ministero della Difesa, e tutti saranno soggetti alla legge", ha detto al-Jolani, che ora si fa chiamare con il suo vero nome, Ahmad al-Chareh, nelle osservazioni riportate dal canale Telegram della coalizione guidata dal gruppo radicale sunnita Hayat Tahrir al-Sham (HTS).