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Israele: "I primi tre ostaggi (donne) saranno rilasciati domenica" | Abu Mazen: "Pronti ad assumere responsabilità della Striscia di Gaza"

Tel Aviv e Hamas nella notte hanno annunciato la firma ufficiale dell'accordo. Il ministro Ben Gvir: "Pronto a dimettermi"

di Redazione online
17 Gen 2025 - 18:41
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La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas che coinvolge Libano, Siria e Iran giunge al giorno 469. L'ufficio del primo ministro Netanyahu ha annunciato che i primi tre ostaggi, che sono donne, saranno rilasciati domenica alle 16 (ora locale), la tregua dovrebbe entrare in vigore qualche ora prima (alle 12.15, sempre ora locale). I negoziatori di Israele, Hamas, Stati Uniti e Qatar nella notte hanno firmato ufficialmente a Doha l'accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani. Ma la riunione per il via libera del governo dello Stato ebraico prevista per oggi potrebbe slittare a sabato, con l'avvio del cessate il fuoco non prima di lunedì. Inizialmente l'accordo (ECCO COSA PREVEDE L'ACCORDO) prevedeva l'inizio della tregua da domenica 19 gennaio. Il ministro israeliano Ben Gvir, contrario a trovare un'intesa con Hamas, ha annunciato di essere pronto a dimettersi. Il presidente dell'Anp, Abu Mazen, annuncia di essere pronto ad assumersi la responsabilità della Striscia di Gaza.


Sabato Hamas comunicherà a Israele i nomi dei primi tre ostaggi che saranno liberati domenica alle 16:00 nell'ambito dell'accordo. Lo riferisce la tv pubblica israeliana Kan. Secondo il programma, il settimo giorno verranno resi noti i nomi di altri quattro rapiti. Ogni settimana, i nomi di altri tre.


Egitto e Qatar, insieme ad Hamas, stanno usando "tutti i mezzi disponibili" per garantire il rilascio di Marwan Barghouti nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco tra il movimento palestinese e Israele. Lo hanno riferito al Middle East Eye tre fonti informate sui negoziati. Il nome di Marwan Barghouti, l'esponente di Fatah che dal 2002 sta scontando l'ergastolo nelle carceri israeliane, è in una lista "di circa 100 prigionieri palestinesi anziani" in discussione in vista della seconda fase dell'accordo, ha detto una fonte, sottolineando che "Marwan, insieme ad altri pochi, è in cima a quella lista".


Migliaia di sostenitori degli Houthi hanno affollato la capitale dello Yemen Sanaa nel giorno della preghiera per celebrare la tregua a Gaza, che viene proclamata come una "vittoria" della "resistenza palestinese" contro Israele. 


L'ufficio del presidente dell'Autorità Palestinese Abu Mazen ha dichiarato che, dopo l'annuncio del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, la Presidenza palestinese conferma che "si assumerà la piena responsabilità nella Striscia di Gaza". "Il governo palestinese ha completato tutti i preparativi e le squadre di sicurezza sono pienamente preparate a svolgere qualsiasi compito. I loro compiti sono alleviare le sofferenze del nostro popolo, riportare gli sfollati alle loro case, gestire i valichi di frontiera e ripristinare i servizi di base come acqua ed elettricità", ha dichiarato. 


"La tregua è un grande traguardo che abbiamo atteso con ansia, ma purtroppo non significa che tutto sia finito - ha commentato Francesco Sacchi, capomissione di Emergency a Gaza - i problemi generati da quindici mesi di violenza sono enormi, la situazione umanitaria è disastrosa e prima di poter raggiungere la normalità sarà necessario un cammino lungo e difficile. Anche il ritorno nel Nord della Striscia per chi ha dovuto abbandonare le proprie case in questi mesi sembra davvero difficile perché gran parte del territorio è stato completamente distrutto dai bombardamenti". Da quando Emergency è entrata all'interno della Striscia di Gaza, nell'agosto 2024, ha assistito all'aggravarsi della situazione umanitaria giorno dopo giorno. All'interno della clinica i medici e infermieri di Emergency che supportano lo staff palestinese della ong locale CFTA (Culture & Free Thought Association), ad al-Mawasi nella cosiddetta zona umanitaria, assistono ogni giorno pazienti e a volte intere famiglie che hanno patologie dell`apparato respiratorio e patologie della pelle, dovute alle gravi condizioni igienico sanitarie, conseguenze della vita in tende e baracche sovraffollate. Oltre l`80% del territorio della Striscia è infatti stato sottoposto a ordini di evacuazione e circa il 90% della popolazione vive in tende e sistemazioni di fortuna.


"Il rafforzamento della sicurezza in Cisgiordania farà parte degli obiettivi di guerra" di Israele dopo l'accordo sul cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Lo riferisce la tv pubblica Kan. 


"Dopo aver esaminato tutti gli aspetti politici, di sicurezza e umanitari, e comprendendo che l'accordo proposto sostiene il raggiungimento degli obiettivi della guerra, la Commissione dei Ministri per gli Affari di Sicurezza Nazionale (gabinetto politico) ha raccomandato al governo di approvare il piano proposto. Il governo si riunirà più tardi oggi". Lo riferisce l'ufficio del primo ministro. 


Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha riferito durante la riunione di gabinetto che Israele "ha ricevuto garanzie inequivocabili da entrambi i presidenti Usa, sia Biden che Trump, che se i negoziati sulla fase due dell'accordo falliscono e Hamas non accetta le richieste di sicurezza, l'Idf tornerà a combattere intensamente a Gaza con il sostegno degli Stati Uniti". Lo scrive Ynet. 


Secondo una copia trapelata dell'accordo, oltre 1.700 detenuti palestinesi saranno liberati in cambio di 33 ostaggi israeliani nella prima fase dell'accordo: 700 terroristi, di cui 250-300 stanno scontando l'ergastolo; 1.000 cittadini di Gaza catturati dall'8 ottobre durante i combattimenti nella Striscia; e 47 detenuti nuovamente arrestati in seguito all'accordo sulla liberazione di Gilad Shalit del 2011. Lo riferiscono i media israeliani. 


Il Consiglio dei ministri israeliano si riunirà oggi alle 15.30 ora locale (le 14.30 in Italia) per approvare l'accordo sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Lo riferiscono i media israeliani. La riunione del governo inizierà presso l'ufficio del primo ministro a Gerusalemme, circa un'ora prima dell'inizio dello Shabbat. Lo riferiscono i media israeliani. 


Secondo fonti qualificate, l'attuazione dell'accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, firmato nella notte a Doha, inizierà come previsto domenica e non subirà ritardi dovuti alla concomitanza con le riunioni del governo israeliano. Lo riferiscono i media israeliani aggiungendo che il primo rilascio, di tre donne civili, avverrà domenica alle 16, ora locale. La tregua dovrebbe entrare in vigore domenica alle 12.15. Secondo indiscrezioni l'ufficio del primo ministro ha informato i parenti degli ostaggi che l'elenco dei detenuti palestinesi destinati al rilascio sarà reso pubblico dopo la riunione del governo di questa mattina. 


Continua l'impegno umanitario del nostro ministero della Difesa a favore della popolazione nella Striscia di Gaza. È partita dal porto di Monfalcone (Gorizia) una nave diretta a Cipro con a bordo oltre 50 tonnellate di beni di prima necessità raccolti dalla Confederazione Nazionale delle Misericordie d'Italia. Dopo l'arrivo al porto di Limassol, a Cipro, il materiale sarà successivamente trasferito a Gaza. La Difesa ha garantito il supporto tecnico e operativo all'attività, con il caricamento e il trasporto del materiale umanitario da parte di assetti dell'Esercito, sotto il coordinamento del Comando Operativo di Vertice Interforze. 


Nuovi attacchi aerei israeliani nella Striscia di Gaza hanno causato decine di morti e feriti. Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese "Wafa", sottolineando che i raid proseguono nonostante l'annuncio dell'accordo per un imminente cessate il fuoco. Secondo "Wafa", nelle ultime ore ci sono stati bombardamenti aerei nei pressi delle città di Gaza e di Jabalia, nell'area settentrionale della Striscia di Gaza. Fonti mediche riferiscono che dal primo annuncio del raggiungimento dell'accordo per il cessate il fuoco, avvenuto mercoledì, il numero di palestinesi morti è salito a circa 90. 


Il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha raggiunto un accordo con il primo ministro Benyamin Netanyahu sull'accordo di cessate il fuoco con Hamas a Doha, secondo quanto riportato dai media ebraici. I due hanno concordato la richiesta del ministro di estrema destra che l'Idf ritorni a combattere Hamas a Gaza dopo un cessate il fuoco temporaneo e sulla questione del controllo sugli aiuti umanitari trasferiti all'enclave palestinese, secondo Channel 12 News e il sito Walla news.


"Appoggiamo pienamente e sosterremo l'accordo di cessate il fuoco raggiunto tra Israele e Hamas": lo affermano in un comunicato i leader dei Paesi del G7, sottolineando che "si tratta di uno sviluppo significativo che ha il potenziale per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi rimanenti, facilitare ulteriormente gli aiuti umanitari urgentemente necessari e aprire la strada ai civili per tornare alle loro case e alle loro vite e ricostruirle". I leader del G7 rimangono allo stesso tempo "inequivocabili" nella loro "condanna di Hamas".


Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu "deve trovare un modo per soddisfare le legittime preoccupazioni dei palestinesi sulla sostenibilità a lungo termine di Israele". Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden a Msnbc, nella sua ultima intervista prima del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. "Ho continuato a ricordare al mio amico, ed è un amico, anche se ultimamente non andiamo molto d'accordo, Netanyahu, che deve trovare un modo per soddisfare le legittime preoccupazioni di un vasto gruppo di persone chiamate palestinesi, che non hanno un posto dove vivere in modo indipendente", ha dichiarato Biden. 


Si è appreso quali siano stati gli ultimi dettagli che hanno portato alla firma della tregua tra Israele e Hamas, che era stata annunciata mercoledì da Doha ma che si è conclusa solo nella notte tra giovedì e venerdì. Le squadre negoziali hanno infatti proseguito i colloqui per finalizzare tutti i particolari e risolvere le ultime questioni in sospeso, come quella relativa ai nomi dei detenuti palestinesi da scarcerare in cambio della liberazione degli ostaggi che si trovano ancora nella Striscia di Gaza. 


"La resistenza palestinese" ha costretto Israele ad arrendersi e ad accettare l'accordo sul cessate il fuoco a Gaza e lo scambio di prigionieri: lo ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, durante una telefonata con il vice capo dell'ufficio politico di Hamas, Khalil al-Hayya. Araghchi si è congratulato con il gruppo palestinese parlando di una "vittoria della resistenza e del popolo palestinese" contro Israele nella guerra a Gaza. L'agenzia di stampa Irna riporta inoltre che Araghchi "ha elogiato la leggendaria fermezza del popolo palestinese di fronte al genocidio israeliano e ai crimini senza precedenti del regime negli ultimi 15 mesi".


Gli sviluppi in Medio Oriente, compresa la Siria, e il programma nucleare di Teheran, saranno tra gli argomenti in discussione oggi tra i presidenti russo Vladimir Putin e iraniano, Massud Pezeskhian, che si incontreranno al Cremlino. I due leader parleranno anche di ""altre questioni dell'agenda globale e regionale di reciproco interesse", riferisce l'agenzia Ria Novosti. 


I leader del G7 definiscono l'accordo di cessate il fuoco a Gaza "uno sviluppo significativo" ed esortano Israele e Hamas a lavorare per la sua "piena attuazione". "Questo è uno sviluppo significativo", afferma il G7 in una dichiarazione, esortando "tutte le parti a impegnarsi in modo costruttivo" nelle prossime fasi dei colloqui "per contribuire a garantire la sua piena attuazione e la fine permanente delle ostilità". 


L'Ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha confermato che è stato raggiunto un "accordo per liberare gli ostaggi" e che ha ordinato al gabinetto politico di sicurezza israeliano di riunirsi nella giornata odierna. "Netanyahu è stato informato dal team negoziale che sono stati raggiunti accordi sull'intesa per liberare gli ostaggi", ha affermato l'ufficio del premier israeliano in un comunicato aggiungendo che il governo si riunirà "per approvare l'accordo" dopo la riunione di oggi del gabinetto politico di sicurezza. 


I negoziatori di Israele, Hamas, Stati Uniti e Qatar hanno firmato ufficialmente a Doha l'accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani. Lo riferisce il media Ynet. 


L'amministrazione Biden si dice stupita dalle notizie secondo cui Israele starebbe pianificando di ritardare di un giorno l'attuazione dell'accordo sugli ostaggi, secondo quanto afferma l'emittente israeliana Channel 12. L'emittente ha riferito che il Primo Ministro Benyamin Netanyahu intende convocare una riunione di gabinetto per votare l'approvazione dell'accordo solo sabato, anziché domani. Secondo Channel 12, la Casa Bianca è "furiosa" per la decisione e avverte che il giorno in più potrebbe portare a ulteriori complicazioni nell'attuazione dell'accordo. 


Secondo alcuni funzionari israeliani, citati dai media nazionali, è molto probabile che il rilascio degli ostaggi avvenga lunedì 20, mentre il presidente Usa eletto Donald Trump si insedia alla Casa Bianca. La votazione sull'accordo del governo e del gabinetto israeliani prevista per domani continuerà fino a sabato, è stato spiegato, quindi è molto ragionevole pensare che il primi tre rapiti vengano rilasciati lunedì e non domenica.


Il presidente dell'opposizione israeliana Yair Lapid si è rivolto con un messaggio al primo ministro Benyamin Netanyahu affermando che gli fornirà una rete di sicurezza per portare a termine l'operazione sull'accordo con Hamas. E ha osservato: "Questo è più importante di qualsiasi divisione che abbiamo mai avuto". La dichiarazione di Lapid è arrivata dopo che il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha affermato che il suo partito si ritirerà dal governo se l'intesa sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi sarà votata.


"Se l'accordo sul rilascio dei rapiti sarà approvato, presenteremo lettere di dimissioni e non faremo parte del governo. Ritorneremo a far parte dell'esecutivo se la guerra a Gaza riprenderà", ha dichiarato il ministro israeliano della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, fermamente contrario all'accordo tra Israele e Hamas. Secondo Channel 12, il governo è pronto a rinviare la votazione sull'accordo a sabato sera, quindi l'attuazione potrebbe slittare a lunedì. I ministri si incontreranno come previsto domani ma la riunione proseguirà sabato sera. Dopo il voto gli oppositori avranno 48 ore per presentare ricorso alla Corte Suprema.

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