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Rilasciati 200 prigionieri palestinesi. Alta tensione per una donna ostaggio della Jihad
di Redazione online© Afp
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La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas e che coinvolge Libano, Siria e Iran, è giunta al giorno 477. Sono state liberate le quattro soldatesse israeliane finora tenute in ostaggio. Scese dai suv dei fondamentalisti, sono salite sorridenti sul palco allestito a Gaza City e sono poi partite a bordo dei mezzi della Croce Rossa per tornare a casa. Al loro rientro sono state accolte dai parenti e dalla folla in festa e hanno riabbracciato i genitori nella base militare di Reem. Tel Aviv accusa Hamas di aver organizzato uno "spettacolo cinico" e teme per la sorte di Arbel Yehud, una donna civile ostaggio della Jihad. Sembra che le autorità israeliane abbiano chiesto di liberarla entro due giorni. Nel frattempo sono stati rilasciati 200 prigionieri palestinesi. La tv libanese al Mayadeen, vicina a Hezbollah, ha riferito di attacchi israeliani nel sud del Libano nelle ultime ore, che "hanno avuto un'escalation come non si vedeva da due mesi". La denuncia dell'Autorità nazionale palestinese: "Bambina di due anni uccisa da fuoco israeliano a Jenin".
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Il ministero della Salute dell'Autorità nazioanale palestinese afferma che una bambina di due anni è morta a Jenin in Cisgiordania in seguito alle ferite riportate nel corso di un raid dell'esercito israeliano. Lo riporta l'agenzia Wafa. Non ci sono commenti immediati da parte dell'Idf.
La Casa Bianca avrebbe ordinato al Pentagono di inviare bombe del peso di 907 chilogrammi a Israele che l'amministrazione Biden aveva precedentemente ordinato di fermare. Lo riporta Ynet spiegando che anche l'ostacolo alla consegna dei bulldozer D9 a Israele è stato rimosso.
Il leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid ha affermato che l'accordo con Hamas in merito al cessate il fuoco deve essere completato "in tutte le sue fasi", dopo il rilascio delle soldatesse Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag dalla prigionia di Gaza. "È vietato fermarsi fino a quando l'accordo non sarà completato nella sua interezza e tutti gli ostaggi torneranno a casa. Ognuno, fino all'ultimo", ha insistito Lapid.
Israele ha chiesto all'amministrazione Trump di fare pressioni sul Qatar e sull'Egitto perché spingano Hamas a rilasciare Arbel Yehud, l'ultima donna ostaggio civile che si ritiene sia ancora viva nella Striscia di Gaza. Lo riferisce Walla, citando un funzionario israeliano.
Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha parlato con Shira ed Eli Albag, i genitori di Liri, liberata dalla prigionia di Hamas. "Mia moglie e io, insieme a tutto il popolo di Israele, abbracciamo Liri e le sue compagne che sono ritornate alla luce. Sono felice che grazie ai nostri grandi sforzi, quelli dell'Idf e di tutti coloro che sono stati coinvolti, siamo riusciti a realizzare questo. È davvero un grande giorno. Stiamo lavorando per liberare tutti gli altri", ha detto il premier durante la conversazione.
I media palestinesi riferiscono di un morto e diversi feriti dopo che i militari israeliani avrebbero aperto il fuoco sui cittadini di Gaza che si avvicinano all'area del corridoio di Netzarim, che divide in due la Striscia tra nord e sud, lungo la via Salah al Din. Secondo i media palestinesi ci sarebbero anche dei feriti, ma l'esercito israeliano non ha commentato. In base all'accordo, Israele si sarebbe dovuto ritirare da una parte del corridoio di Netzarim il 26 gennaio e avrebbe consentito ai palestinesi di tornare nel nord di Gaza tramite la strada costiera. Il 22esimo giorno dell'accordo, ai palestinesi sarà consentito di tornare tramite Salah al Din. Israele ha affermato che non consentirà ai cittadini di Gaza di raggiungere il nord della Striscia finché Hamas non "organizzerà" il rilascio della civile Arbel Yehud, che avrebbe dovuto essere liberata oggi secondo i termini dell'accordo.
Un soldato dell'unità commando Egoz è rimasto gravemente ferito questa mattina durante un'operazione antiterrorismo in corso nella zona di Jenin, nella Cisgiordania settentrionale, ha affermato l'esercito israeliano, come riporta Times of Israel. Secondo l'Idf, altri due soldati di Egoz sono rimasti feriti in modo lieve e moderato nello stesso incidente.
La tv libanese al Mayadeen, vicina a Hezbollah, ha riferito di attacchi israeliani nel sud del Libano nelle ultime ore, che "hanno avuto un'escalation come non si vedeva da due mesi".
Il portavoce dell'Idf Daniel Hagari ha stigmatizzato in una dichiarazione pubblica lo spettacolo organizzato da Hamas per il rilascio delle soldatesse: "Hamas è un gruppo terroristico omicida. Ha dimostrato la sua crudeltà organizzando una cerimonia cinica", ha affermato, "ha mostrato una falsa rappresentazione del trattamento e della cura degli ostaggi, mentre in realtà sta crudelmente trattenendo civili innocenti da 477 giorni". "La missione non finirà finché tutti non saranno tornati in Israele", ha aggiunto.
La tv saudita Al Hadath, solitamente ben informata, riferisce che Israele ha chiesto ad Hamas attraverso i mediatori di rilasciare Arbel Yehud prima della prossima data di rilascio, ossia entro due giorni. Israele contesta ad Hamas di aver violato l'accordo rilasciando le 4 soldatesse prima delle due donne civili ancora a Gaza, Arbel e Shiri Bibas. Motivo della mancata apertura del corridoio Netzarim agli sfollati della Striscia per il ritorno a nord. Arbel è prigioniera di Jihad, mentre le soldatesse erano nelle mani di Hamas.
Sedici palestinesi rilasciati da Israele nell'ambito dell'accordo sul cessate il fuoco sono arrivati nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Karem Abu Salem (Kerem Shalom verso Israele). Lo riporta Al Jazeera, spiegando che i prigionieri palestinesi sono stati trasferiti all'Ospedale europeo di Gaza a Khan Younis, nel sud della Striscia.
Gli autobus con i detenuti palestinesi rilasciati oggi da Israele nello scambio di prigionieri con Hamas hanno lasciato due prigioni israeliane.
Israele sta aspettando da Hamas la lista con i nomi degli altri 26 ostaggi che devono essere rilasciati. "C'è grande preoccupazione per i due bambini Kfir e Ariel, di 2 e 5 anni, e per la madre Shiri" della famiglia Bibas. Lo ha detto il portavoce dell'esercito, Daniel Hagari.
Le quattro soldatesse liberate da Hamas dopo 477 giorni di prigionia hanno abbracciato i loro genitori nella base militare di Reem.
"Non siete sole": con questo messaggio scritto sulle t-shirt, migliaia di persone si sono radunate nella piazza degli ostaggi a Tel Aviv per la liberazione delle quattro soldatesse. L'atmosfera è carica di emozione, con canti spontanei e applausi che si sono alzati dalla folla. All'arrivo delle militari israeliane, è esplosa la gioia generale.
A Gaza "stiamo sostenendo il cessate il fuoco, sono stato lunedì in Israele e Palestina proprio per incoraggiare le due parti per andare avanti verso il secondo passaggio del cessate il fuoco per poi arrivare al terzo e poi a una pace duratura". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sottolineando che la liberazione degli ostaggi "va nella giusta direzione che ci porta a essere moderatamente ottimisti. È un cessate il fuoco fragile, vediamo quello che sta succedendo in Cisgiordania, ma l'Italia incoraggia le due parti a fare ancora di più".
Le quattro soldatesse rilasciate da Hamas sono arrivate in Israele. Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag sono tornate nel loro Paese dopo 477 giorni di prigionia a Gaza.
Le quattro soldatesse israeliane rapite da Hamas il 7 ottobre 2023 sono state consegnate dal gruppo armato alla Croce rossa internazionale in piazza Palestina a Gaza City. Appena scese dai mezzi di Hamas, i miliziani hanno scattato numerose foto delle quattro ragazze. Si è inoltre svolta la firma di alcuni documenti da parte dei fondamentaliasti e di membri della Croce rossa internazionale su un palco allestito nella piazza, prima della consegna degli ostaggi. Dopo 477 giorni di permanenza a Gaza, Hamas ha quante rilasciato Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag. Sembra che stiano tutte bene.
Le quattro soldatesse israeliane sono uscite dai suv di Hamas e sono salite sul palco allestito dai terroristi tenendosi per mano a Gaza City, sorridono facendo il segno della vittoria.
Hamas ha pubblicato la lista di 200 prigionieri palestinesi destinati a essere rilasciati da Israele oggi in cambio di quattro soldatesse israeliane, come parte dell'accordo di cessate il fuoco. I detenuti includono detenuti di lunga data e altri con lunghe condanne.
L'esercito libanese ha dichiarato di essere pronto a schierare le sue forze nel sud del Paese, accusando Israele di "procrastinare" il suo ritiro previsto nell'accordo di cessate il fuoco di 60 giorni con scadenza domani. "C'è stato un ritardo in diverse fasi a causa della procrastinazione nel ritiro dalla parte del nemico israeliano", ha affermato Beirut, confermando di essere "pronto a continuare il suo spiegamento non appena il nemico israeliano si ritirerà". Israele ha affermato venerdì che il ritiro graduale delle sue truppe dal Libano meridionale proseguirà oltre i 60 giorni previsti dall'accordo di cessate il fuoco.
Hamas ha comunicato che ci sono errori riguardo i nomi di alcuni dei prigionieri palestinesi che Israele dovrebbe rilasciare oggi. Lo riferiscono i media israeliani. L'Ufficio dei prigionieri ha precisato che la questione è stata resa nota ai mediatori e si conta di trovare soluzione.
Gli Houthi dello Yemen hanno rilasciato unilateralmente 153 detenuti di guerra. Lo ha affermato il Comitato Internazionale della Croce Rossa. Venerdì sera i ribelli sciiti avevano segnalato di aver pianificato il rilascio dei prigionieri, parte dei loro sforzi per allentare le tensioni dopo il cessate il fuoco nella guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Tuttavia, il rilascio segue la detenzione da parte degli Houthi di altri sette lavoratori yemeniti delle Nazioni Unite, che ha scatenato la rabbia dell'organismo mondiale.
Veicoli della Croce Rossa sono in viaggio da Rafah a Gaza fino al valico di Kerem Shalom, in Israele. Lo riporta Al Jazeera. La Croce Rossa faciliterà il trasferimento dei prigionieri di sicurezza palestinesi rilasciati a Gaza dopo che Hamas avrà liberato quattro ostaggi israeliani (quattro soldatesse israeliane rapite il 7 ottobre 2023). Mentre la maggior parte dei prigionieri andrà in Cisgiordania, alcuni sono destinati a Gaza.
Altri quattro ostaggi israeliani saranno liberati oggi da Hamas nell'ambito dell'accordo sul cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri e potranno riabbracciare i propri cari dopo oltre 15 mesi di prigionia. Si tratta delle quattro soldatesse: la 19enne Liri Albag e le ventenni Karina Ariev, Daniella Gilboa e Naama Levy. Per ciascuna delle donne civili in ostaggio, l'intesa prevede che Israele rilasci 30 prigionieri palestinesi. Per ciascuna delle donne soldato in vita delle Idf, dovranno invece essere rilasciati 50 prigionieri. In tutto saranno dunque 200 i detenuti palestinesi rilasciati.
Hamas ha reclutato tra 10.000 e 15.000 membri dall'inizio della sua guerra con Israele, secondo due fonti del Congresso Usa informate dall'intelligence statunitense, il che suggerisce che il gruppo terroristico sostenuto dall'Iran potrebbe rimanere una minaccia persistente per Israele. Lo riporta la Reuters sul suo sito. L'intelligence indica che un numero simile di combattenti di Hamas è stato ucciso durante quel periodo. Le fonti informate affermano che mentre Hamas ha reclutato con successo nuovi membri, molti sono giovani e non addestrati e vengono utilizzati per semplici scopi di sicurezza.
Sulla base di uno degli ordini esecutivi di Donald Trump, il neo segretario di Stato Usa Marco Rubio ha bloccato nuovi finanziamenti per quasi tutti gli aiuti esteri degli Stati Uniti, con eccezioni per i programmi alimentari di emergenza e gli aiuti militari a Israele ed Egitto. L'ordine, inviato alle ambasciate statunitensi in tutto il mondo, blocca molti miliardi di dollari in progetti finanziati da Washington a livello globale per sostenere tra l'altro la salute, l'istruzione, lo sviluppo, la formazione professionale, la lotta alla corruzione, l'assistenza alla sicurezza.
La compagnia aerea americana Delta Air Lines ha annunciato la ripresa, a partire dal primo aprile, dei voli diretti giornalieri tra New York e Tel Aviv, sospesi a fine luglio in seguito alla ripresa delle tensioni in Libano. "La decisione di Delta di riprendere questa rotta è il risultato di un'analisi completa della sicurezza condotta in stretta collaborazione con partner governativi e del settore privato", ha affermato la compagnia aerea in una nota sul suo sito web. Delta "continua a dare priorità alla sicurezza dei clienti e dell'equipaggio e ha adottato ulteriori precauzioni per le sue operazioni da e per Tel Aviv", ha proseguito.