Gaza, il rilascio delle quattro soldatesse israeliane e il ritorno a casa
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Alcuni ostaggi israeliani tenuti prigionieri sottoterra anche per 8 mesi. Libano, Hezbollah: "Non siamo d'accordo sulla proroga del cessate il fuoco"
di Redazione onlineLa guerra in Medioriente tra Israele e Hamas e che coinvolge Libano, Siria e Iran, è giunta al giorno 480. La Jihad islamica ha pubblicato un video di Arbel Yehoud, l'israeliana rapita da Hamas il 7 ottobre 2023 che sarà rilasciata giovedì insieme ad altre due persone. Otto ostaggi dei 33 da liberare sono morti. Intanto il governo di Hamas a Gaza ha affermato che oltre 376mila sfollati sono tornati nel nord della Striscia, nel primo giorno di apertura del corridoio di Netzarim per il passaggio dei palestinesi verso la parte settentrionale dell'enclave. Un ufficiale medico israeliano, citato dal Times of Israel, ha dichiarato che alcuni degli ostaggi rilasciati a Gaza nel cessate il fuoco in corso sono stati tenuti prigionieri nei tunnel di Hamas anche per otto mesi di fila, privati della luce del giorno e con poco o nessun contatto umano. Hezbollah: "Non siamo d'accordo sull'estensione della durata del cessate il fuoco" in Libano fino al 18 febbraio.
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Oltre 376mila palestinesi" sfollati a causa della guerra tra Israele e Hamas sono tornati nel nord di Gaza. Lo ha affermato l'Ocha, l'organismo umanitario delle Nazioni Unite.
Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, chiede a Israele di ritirare l'ordine all'Unrwa di lasciare Gerusalemme. Lo afferma in una lettera inviata all'ambasciatore israeliano al Palazzo di Vetro, Danny Danon. Nella missiva, Guterres ha ribadito la sua richiesta allo Stato ebraico di "rispettare il mandato" assicurato all'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi dall'Assemblea Generale.
I vertici dell'esercito israeliano hanno arrestato decine di terroristi a Jenin, in Cisgiordania, durante diverse operazioni speciali e ne hanno eliminati altri. Lo riferisce il portavoce dell'Idf, aggiungendo che i militari hanno localizzato e distrutto numerosi esplosivi, armi e mezzi di guerra.
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha parlato al telefono con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo ha riferito il leader ucraino. In un post su X, spiegando di avergli detto di aver accolto "con favore l'inizio del rilascio degli ostaggi" ed esprimendo la speranza che vengano tutti liberati presto. Zelensky ha poi aggiunto che "è fondamentale garantire una pace affidabile e duratura, in modo che le persone possano vivere in sicurezza". Zelensky ha chiarito di aver discusso con Netanyahu anche della sua partecipazione al memoriale ad Auschwitz in occasione dell'80esimo anniversario della liberazione del campo di sterminio.
Gli Stati Uniti "sostengono" la decisione di Israele di tagliare i legami con l'Unrwa. Lo ha detto la vice ambasciatrice americana all'Onu Dorothy Shea. In Consiglio di Sicurezza ha poi suggerito che i funzionari dell'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi stanno "esagerando gli effetti delle leggi".
Israele interromperà ogni contatto con l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unrwa) e "chiunque agisca per suo conto" a partire dal 30 gennaio. Lo ha reso noto l'ambasciatore israeliano all'Onu, ribadendo che l'agenzia avrebbe dovuto lasciare Gerusalemme entro quella data. "Questa decisione non è stata presa alla leggera, né in fretta. Non è una decisione politica. È una decisione necessaria", ha detto Danny Danon ai giornalisti parlando della decisione di bandire l'Unrwa adottata dal parlamento israeliano lo scorso ottobre. Israele accusa l'agenzia di sostenere la violenza di Hamas a Gaza.
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato, durante una visita sul versante siriano del monte Hermon, che l'esercito rimarrà lì a tempo indeterminato. Lo riporta il Times of Israel. "Le forze di difesa rimarranno sulla cima dell'Hermon e nella zona di sicurezza a tempo indeterminato per garantire la sicurezza delle comunità delle alture del Golan e del nord, e di tutti i residenti di Israele", ha detto Katz, riferendosi alla zona cuscinetto sul versante siriano del confine che Israele ha conquistato dopo la caduta del regime di Assad: "Non consentiremo a forze ostili di stabilirsi nella zona di sicurezza nella Siria meridionale".
"Gaza, una regione piccola e circoscritta, ha messo in ginocchio il regime sionista, armato fino ai denti e sostenuto dagli Usa". Lo ha affermato la Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, durante un incontro con gli ambasciatori dei Paesi islamici a Teheran. "Si tratta di un gocciolina della resistenza. Questa è la fiducia in Dio. Questa è la fede in 'in verità, ogni onore appartiene a Dio' ", ha detto Khamenei, citando il Corano. Durante il suo discorso, la Guida suprema ha citato Hasan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah in Libano, ucciso da Israele in un raid contro Beirut, il 27 settembre dello scorso anno. "Quando Hezbollah lo perse, nemici e alleati immaginarono che per Hezbollah fosse finita. Ma in alcuni casi, la sua determinazione si è persino intensificata, ed è stata in grado di opporsi al regime sionista", ha affermato Khamenei, come riferisce il suo profilo su X.
Le forze israeliane stanno portando avanti un violento raid a Jenin, in Cisgiordania, per l'ottavo giorno consecutivo. Durante l'incursione, hanno demolito la moschea di Hamza, situata nel campo profughi di Jenin. Lo riporta l'agenzia di stampa Wafa, citando fonti locali. Le forze israeliane hanno preso d'assalto anche le case nella parte orientale del campo, mentre le ruspe continuavano a distruggere le infrastrutture nei quartieri di al-Hawashin e al-Alup. L'operazione militare israeliana a Jenin ha finora causato 16 morti e decine di feriti.
Torture inumane, sparizioni forzate, detenuti costretti a vivere per giorni con i cadaveri: questi sono stati alcuni dei mezzi usati dall'ex governo di Bashar al Assad per soffocare il dissenso in Siria. Un rapporto, appena pubblicato, basato sulle indagini della Commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite sulla Siria, rileva come dall'inizio del conflitto siano stati commessi crimini contro l'umanità e crimini di guerra che rappresentano alcune delle peggiori violazioni sistematiche del diritto internazionale. "Siamo in un momento critico. Il governo di transizione e le future autorità siriane possono ora garantire che questi crimini non si ripetano mai più", ha dichiarato Paulo Sergio Pinheiro, presidente della Commissione. "Speriamo che le nostre scoperte, il risultato di quasi 14 anni di indagini, contribuiscano a porre fine all'impunità". Il rapporto, intitolato 'Web of Agony', si basa su più di 2.000 testimonianze, tra cui più di 550 interviste con sopravvissuti e rivela con dettagli spaventosi le forme di tortura e di trattamento crudele, degradante e disumano inflitte dalle ex forze statali a uomini, donne, ragazzi e ragazze detenuti.
È di almeno 16 morti e decine di feriti il bilancio dell'operazione condotta dalle forze israeliane a Jenin, nel nord della Cisgiordania. Lo riferisce l'agenzia di stampa palestinese "Wafa", secondo cui diverse persone sono state arrestate e circa cento case sono state distrutte. L'operazione israeliana prosegue per l'ottavo giorno consecutivo a Jenin.
Circa il 90% degli sfollati di Gaza che tornano nel nord della Striscia non ha una casa in cui stare, ha detto un funzionario di Hamas ai media del Qatar. In un'intervista con il canale Al Araby, il funzionario ha spiegato che i residenti sfollati devono camminare per più di otto chilometri su strade distrutte e che non ci sono risorse disponibili per accoglierl
"Parlerò con Bibi Netanyahu in un futuro non troppo lontano. Verrà qui per incontrarmi". Così il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, rispondendo a una domanda sul sostegno Usa alla soluzione dei due Stati in Medio Oriente. Quando gli è stato chiesto quando avverrà l'incontro, il presidente ha risposto: "Molto presto".
Oltre 300.000 palestinesi sfollati sono tornati nel nord della Striscia di Gaza ieri dalle aree centrali e meridionali dell'enclave, ha affermato l'ufficio stampa del governo di Gaza. "Oggi (ieri, ndr), oltre 300.000 palestinesi sfollati sono tornati dalle province meridionali e centrali alle province di Gaza e Gaza settentrionale", ha affermato l'agenzia in una dichiarazione rilasciata nella tarda serata di ieri.
L'esercito israeliano vigila sui palestinesi in viaggio verso nord e fa sapere di aver sparato "colpi di avvertimento" per allontanare alcuni "sospetti" che si avvicinavano alle truppe. "Nella parte settentrionale di Gaza - scrive l'Idf su Telegram - le truppe hanno identificato un sospettato che rappresentava una minaccia per loro e hanno sparato colpi di avvertimento per allontanarlo. Il sospettato non si è allontanato e, poiché continuava a rappresentare una minaccia per le truppe, sono stati sparati altri colpi per allontanare la minaccia. Inoltre, nella parte centrale di Gaza, un aereo israeliano ha sparato per allontanare un certo numero di veicoli sospetti che si stavano muovendo verso nord in un'area che non è autorizzata per il passaggio secondo l'accordo e senza ispezione, in violazione dei termini dell'accordo"
L'Onu si è detto "molto preoccupato" per "la situazione che si sta deteriorando in Cisgiordania". Lo ha affermato il portavoce Stephane Dujarric nell'incontro odierno con i media. Ha sottolineato in particolare "le violenze dei coloni sui civili palestinesi".