Gaza, la liberazione dei tre ostaggi israeliani Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami
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Il gruppo islamista replica al presidente americano: la Striscia "non è una proprietà immobiliare"
di Redazione onlineLa guerra in Medioriente tra Israele e Hamas e che coinvolge Libano, Siria e Iran, è giunta al giorno 493. Secondo una fonte palestinese, Hamas pensa che Israele voglia far saltare l'accordo puntando invece sul "Piano Trump" per trasformare Gaza nella "Riviera del Medioriente". E il gruppo islamista si dice "pronto a far pagare un caro prezzo" a Tel Aviv se ciò avvenisse. Sospendendo, come prima cosa, il rilaascio di ostaggi. Hamas risponde poi a Trump, secondo il quale "i palestinesi non avranno il diritto di tornare a Gaza": la Striscia di Gaza "non è un pezzo di proprietà immobiliare da acquistare e vendere, è una parte inseparabile della nostra terra palestinese occupata".
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L'Idf ha annunciato in un messaggio su Telegram che "è stato deciso di rafforzare significativamente l'area (di Gaza) con forze aggiuntive per missioni difensive". "In base alla valutazione della situazione, è stato deciso di aumentare il livello di prontezza e posticipare il congedo per i soldati combattenti e le unità operative nel Comando meridionale", aggiunge la nota. "Il rinforzo alle truppe aumenterà la capacità di difesa nell'area e aumenterà l'allerta rispetto a vari scenari nella regione".
Hamas ha reso noto che "la porta resta aperta" per rispettare la data di sabato prossimo per il nuovo scambio prigionieri. "Posticipare il rilascio dei prigionieri è un messaggio di avvertimento all'occupante", afferma Hamas in una nota, spiegando di aver sospeso lo scambio 5 giorni prima "per dare ai mediatori sufficienti opportunità di fare pressione sull'occupante affinché adempia ai propri obblighi". Secondo Hamas Israele ha violato l'accordo tra le altre cose ritardando il ritorno degli sfollati di Gaza nel nord, sparando ai palestinesi, ritardando l'ingresso di forniture medie e delle attrezzature per rimuovere le macerie.
Mezz'ora di colloquio a Gerusalemme tra Matteo Salvini e Benjamin Netanyahu: è stata l'occasione - viene spiegato in una nota - per ribadire l'amicizia tra Italia e Israele e il sostegno a ogni iniziativa utile per portare pace, stabilità e prosperità in Medio Oriente, eliminando una volta per sempre terrore e violenza islamica da ogni territorio, nell'interesse dello stesso popolo palestinese. "Ho anche confermato - ha detto il leader leghista - le mie perplessità rispetto alle recenti e indecenti decisioni della Corte Penale Internazionale, organismo la cui esistenza e utilità dovranno essere rimessi in discussione". "Sul fronte politico - ha aggiunto ancora Salvini -, è stata rafforzata l'intesa tra la Lega e il partito del Primo Ministro, il Likud. In agenda ho altri incontri istituzionali, col ministro con delega all'antisemitismo e con la collega ministra dei Trasporti, con l'obiettivo di creare relazioni più salde e nuove e importanti occasioni di lavoro per aziende e giovani italiani. L'Italia deve essere sempre più protagonista sulla scena internazionale".
I negoziatori di Hamas hanno dichiarato che le garanzie Usa per il cessate il fuoco non sono più in vigore di fronte al piano del presidente Usa Donald Trump di voler trasferire i palestinesi fuori da Gaza. Lo hanno affermato 2 fonti della sicurezza egiziana a Reuters rilanciata dal Times of Israel.
L'ex ministro israeliano ed esponente di estrema destra, Itamar Ben Gvir, ha chiesto di riprendere la guerra contro Hamas a Gaza, dopo l'annuncio di voler posticipare il prossimo scambio di prigionieri. Israele dovrebbe effettuare "un massiccio assalto a Gaza, dall'aria e dalla terra, insieme a un blocco completo degli aiuti umanitari alla Striscia, tra cui elettricità, carburante e acqua, e incluso il bombardamento degli aiuti che sono già stati portati e sono nelle mani di Hamas", ha detto su X.
A seguito dell'annuncio di Hamas di rinviare il prossimo rilascio degli ostaggi che era previsto per sabato, il ministro della Difesa Israel Katz ha annunciato di aver "ordinato all'Idf di prepararsi al massimo livello di allerta per qualsiasi possibile scenario a Gaza e di proteggere le comunità" di confine. Lo riporta il Times of Israel.
Hamas afferma che ritarderà il prossimo rilascio degli ostaggi israeliani "fino a nuovo avviso".
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha deciso di rinviare di tre mesi la discussione sull'istituzione di una commissione statale d'inchiesta sugli eventi del 7 ottobre 2023, contro il parere del Procuratore generale israeliano Gali Baharav-Miara. Lo riporta Haaretz. Baharav-Miara aveva affermato che il governo deve istituire immediatamente una commissione d'inchiesta statale o fornire motivazioni esplicite per il suo rifiuto di farlo.
Hamas ritiene che Israele si stia adoperando per far saltare l'accordo di cessate il fuoco. Lo ha detto oggi un alto funzionario palestinese all'emittente libanese Al Mayadeen, citando il ritardo nell'avvio dei negoziati per la seconda fase dell'intesa, che sarebbero dovuti iniziare lunedì scorso. La seconda fase prevede il rilascio dei restanti 65 ostaggi israeliani in mano ad Hamas, dopo i 33 che devono essere liberati nel corso dei 42 giorni della prima fase, quindi un cessate il fuoco duraturo e il ritiro delle forze israeliane dall'enclave. Stando alla fonte palestinese, Hamas pensa che il premier israeliano Benjamin Netanyahu stia puntando sul piano presentato dal presidente americano, Donald Trump, che prevede che gli Stati Uniti "prendano il controllo" della Striscia di Gaza. Il funzionario palestinese ha sottolineato che, in caso di boicottaggio della seconda fase, Hamas è pronto a far "pagare un caro prezzo" a Israele.
Donald Trump afferma che i palestinesi non avrebbero alcun diritto al ritorno in base al suo piano per impossessarsi di Gaza. "No, non ne avrebbero, perché avranno alloggi molto migliori", ha detto Trump a Bret Baier in un estratto di una intervista a Fox News quando gli è stato chiesto se i palestinesi avrebbero avuto il diritto di tornare. "In altre parole, sto parlando di costruire un posto permanente per loro", ha spiegato.
Il capo di Hamas a Gaza, Khalil al-Hayya, ha detto che i piani di Donald Trump per la Striscia di Gaza sono "condannati": "Li abbatteremo come abbiamo abbattuto i progetti che li hanno preceduti", ha dichiarato durante una commemorazione del 46° anniversario della rivoluzione iraniana a Teheran, come riporta il Guardian. Hamas, che governa la Striscia di Gaza dal 2007, ha già detto che il piano di Trump "metterà benzina sul fuoco" nella regione.
La Striscia di Gaza "non è un pezzo di proprietà immobiliare da acquistare e vendere, è una parte inseparabile della nostra terra palestinese occupata". Lo ha dichiarato un membro dell'ufficio politico di Hamas, Izzat al-Rishq, commentando le ultime dichiarazioni del presidente americano Donald Trump sulle intenzioni degli Stati Uniti di "acquistare e possedere" l'enclave palestinese. Parole che secondo al-Rishq denotano "profonda ignoranza" sulla Palestina e la regione.
La Russia non commenta per ora l'annuncio di Donald Trump di voler controllare la Striscia di Gaza, dicendo che occorre "aspettare di conoscere i dettagli". "A questo proposito - ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalle agenzie russe - dovremmo aspettare di conoscere alcuni dettagli, per sapere se stiamo parlando di un piano d'azione coerente". Ha aggiunto che "ci sono 1,2 milioni di palestinesi che vivono lì, e questa è la questione principale". "Queste - ha insistito Peskov - sono le persone a cui è stata promessa una soluzione statale al problema del Medio Oriente dalle relative risoluzioni del Cs dell'Onu.
"Il costo finanziario stimato della distruzione a Gaza è 100 miliardi di dollari. Il motivo di questo alto conto è Israele e il governo di Netanyahu". Lo ha detto il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, aggiungendo che l'amministrazione israeliana dovrebbe pagare per la ricostruzione. "Invece che cercare un posto per gli abitanti di Gaza che non riesce a sradicare, Netanyahu dovrebbe cercare una fonte per coprire i 100 miliardi di dollari di distruzione che ha causato", ha affermato il leader turco, come riferisce la presidenza della Repubblica di Ankara, durante un discorso a Kuala Lumpur, dove si trova in visita ufficiale.
Nessuno può costringere la popolazione della Striscia di Gaza ad abbandonare la sua patria eterna, che ha abitato per migliaia di anni. Lo ha detto ai giornalisti il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, prima di partire da Istanbul per la Malesia. "Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme Est appartengono ai palestinesi", ha detto il presidente turco, aggiungendo che la proposta del presidente statunitense Donald Trump di trasferire la popolazione della Striscia di Gaza nei paesi arabi, che è stata "avanzata sotto la pressione del regime sionista", non merita di essere discussa.