L'ospedale di Gaza City bombardato da Israele: distrutto il pronto soccorso
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Houthi: "Almeno 80 morti nei raid Usa nello Yemen". Il Pentagono: "Dimezzeremo i soldati schierati in Siria"
di Redazione onlineLa guerra in Medioriente tra Israele e Hamas e che coinvolge Libano, Siria, Iran e Yemen, è giunta al giorno 561. Una settimana dopo l'avvio dei negoziati sulla capacità nucleare di Teheran, si è tenuto a Roma il secondo round di colloqui tra Iran e Stati Uniti, con la mediazione dell'Oman. Al termine, Teheran ha parlato di "colloqui costruttivi", mentre per un alto funzionario americano sono stati compiuti "buoni progressi". Il ministro degli Esteri omanita ha parlato di "slancio: ora anche l'improbabile è possibile". Un alto funzionario am In serata è arrivata la presa di posizione di Netanyahu: "Mi impegno a impedire all'Iran di ottenere armi nucleari, è una promessa". A Gaza almeno 70 persone sono state uccise in 24 ore nei raid israeliani. Il bilancio degli attacchi aerei statunitensi contro un porto petrolifero controllato dai ribelli Houthi nello Yemen è salito ad almeno 80 morti, secondo quanto ha riferito lo stesso gruppo. Il Pentagono, intanto, ha comunicato che gli Stati Uniti ridurranno il numero di soldati schierati in Siria da circa 2mila a meno di mille nei prossimi mesi.
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Il secondo round di colloqui sul nucleare tra Iran e Stati Uniti "è stato un buon incontro" e "i negoziati stanno procedendo". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi parlando alla Tv di Stato. "Questa volta siamo riusciti a raggiungere una migliore intesa su una serie di principi e obiettivi", ha affermato, sottolineando che nei colloqui gli Usa hanno affrontato solo la questione nucleare.
Si prevede che il prossimo round di colloqui tra Iran e Usa sul nucleare si terrà nei prossimi giorni. Lo scrive l'agenzia di stampa iraniana Isna riferendo della conclusione del secondo round di colloqui a Roma.
Il gruppo yemenita Houthi sta piazzando mine antiuomo attorno al porto di Hodeidah e in altre zone del Paese sotto il loro controllo, in vista di un'offensiva terrestre da parte delle forze governative yemenite, con il supporto degli Stati Uniti. Lo scrive oggi la testata saudita Asharq Al-Awsat, citata dal quotidiano israeliano Ynet. Ynet ricorda che nei giorni scorsi media del Qatar hanno riferito di colloqui avuti dal governo yemenita riconosciuto dalla comunità internazionale, che ha sede ad Aden, con gli Stati Uniti e altri Paesi per lanciare un'operazione contro gli Houthi.
Si sono conclusi i colloqui indiretti sul nucleare tra Iran e Stati Uniti ospitati a Roma presso l'ambasciata dell'Oman, che ha mediato l'incontro. Il clima dei negoziati è stato definito "costruttivo" da Teheran.
Gli Stati Uniti hanno chiesto di incontrare funzionari di Hamas per negoziare il rilascio di Idan Alexander, cittadino israelo-americano, e dei corpi di altri quattro cittadini con doppia cittadinanza ancora in mano al gruppo palestinese. Lo hanno riferito fonti diplomatiche arabe ai media emiratini, precisando che la richiesta di colloqui diretti è stata presentata la scorsa settimana a uno dei mediatori dei colloqui tra Hamas e Israele e che l'incontro potrebbe tenersi nei prossimi giorni.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha espresso "la disponibilità italiana ad agevolare il prosieguo dei colloqui" tra Iran e Stati Uniti "anche per le sessioni a livello tecnico", nel corso degli incontri tra le due delegazioni a Roma.
I colloqui tra l'Iran e gli Stati Uniti sulla capacità nucleare di Teheran sono iniziati a Roma intorno alle 11:30, con la mediazione dell'Oman nella propria ambasciata. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, e l'inviato statunitense per il Medioriente, Steve Witkoff, avevano avviato le trattative sabato scorso proprio in Oman.
Almeno 70 persone sono state uccise dall'alba di venerdì in attacchi israeliani su case e campi profughi nella Striscia di Gaza: lo hanno riferito fonti mediche ad Al Jazeera. Gran parte delle vittime sono state registrate a Gaza City e nel nord di Gaza, ma attacchi mortali hanno avuto luogo in tutta la Striscia, inclusi Khan Younis e Rafah nel sud.
Gli Stati Uniti ridurranno il numero di soldati schierati in Siria da circa 2.000 a meno di 1.000 nei prossimi mesi, ha dichiarato il Pentagono. "Oggi il Segretario alla Difesa ha ordinato il consolidamento delle forze statunitensi in Siria... in località selezionate", ha dichiarato il portavoce del Pentagono Sean Parnell in una nota. "Questo processo ponderato e basato su determinate condizioni ridurrà la presenza statunitense in Siria a meno di 1.000 soldati nei prossimi mesi", ha affermato.