L'ospedale di Gaza City bombardato da Israele: distrutto il pronto soccorso
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Attesi nuovi colloqui in Oman. Netanyahu: "Teheran non avrà mai armi nucleari, è una promessa"
di Redazione onlineLa guerra in Medioriente tra Israele e Hamas e che coinvolge Libano, Siria, Iran e Yemen, è giunta al giorno 563. Una settimana dopo l'avvio dei negoziati sulla capacità nucleare di Teheran, si è tenuto a Roma il secondo round di colloqui tra Iran e Stati Uniti, con la mediazione dell'Oman. Al termine, Teheran ha parlato di "colloqui costruttivi", mentre per un alto funzionario americano sono stati compiuti "buoni progressi". Il ministro degli Esteri omanita ha parlato di "slancio: ora anche l'improbabile è possibile". Un alto funzionario am In serata è arrivata la presa di posizione di Netanyahu: "Mi impegno a impedire all'Iran di ottenere armi nucleari, è una promessa". E sulla strage di operatori umanitari Onu l'esercito di Israele ammette l'errore.
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La Protezione civile di Gaza gestita da Hamas ha accusato oggi l'esercito israeliano di aver compiuto "esecuzioni sommarie" durante la sparatoria del 23 marzo scorso in cui sono morti 15 medici palestinesi nella Striscia. La posizione delle autorità di Gaza è in netto contrasto con le conclusioni del rapporto dell'Idf sulle uccisioni pubblicato ieri. "Il video girato da uno dei paramedici dimostra che la narrazione dell'occupazione israeliana è falsa e dimostra che sono state effettuate esecuzioni sommarie", ha detto all'Afp un funzionario della Protezione civile, Mohammed Al-Moughair.
Dodici persone sono state uccise ed altre 30 ferite nei raid statunitensi contro la capitale dello Yemen. Lo hanno reso noto i ribelli Houthi, spiegando che l'attacco ha colpito il mercato del quartiere di Farwa, nel distretto di Shuub a Sana'a. Quella zona era già stata presa di mira dagli americani in precedenza.
Lo Stato israeliano ha annullato i visti d'ingresso a 27 parlamentari francesi di sinistra due giorni prima della loro partenza per una visita in Israele e nei territori palestinesi. E' quanto riporta il The Times of Israel. Solo pochi giorni fa - precisa il quotidiano oinline - Israele aveva impedito a due parlamentari britannici, appartenenti al partito laburista al governo, di entrare nel paese. Il ministero degli Interni israeliano afferma che i visti per i 27 sono stati annullati in base a una legge che consente alle autorità di escludere dal territorio persone che potrebbero agire contro lo Stato di Israele.
Un'indagine interna dell'esercito israeliano ha ammesso oggi una "cattiva condotta professionale", "disobbedienza" e "incomprensioni" nella sparatoria in cui sono morti 15 medici palestinesi nella Striscia di Gaza a marzo. L'esercito ha annunciato l'imminente licenziamento di un ufficiale e si è "rammaricato" per le vittime collaterali. "E' stato un errore, ma non pensiamo che sia un errore che capita tutti i giorni", ha affermato il generale (di riserva) Yoav Har-Even, responsabile delle indagini, durante una conferenza stampa. Il 23 marzo, pochi giorni dopo la ripresa dell'offensiva nella Striscia di Gaza, le truppe israeliane avevano aperto il fuoco sulle squadre della Difesa civile e della Mezzaluna Rossa a Rafah, nel sud del territorio palestinese. La sparatoria, in cui hanno perso la vita 15 persone, ha scatenato l'indignazione internazionale; l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, l'ha definita un possibile "crimine di guerra". Israele aveva affermato che a bordo delle ambulanze si trovavano sei membri di Hamas "L'indagine ha portato alla luce diversi casi di cattiva condotta professionale, disobbedienza agli ordini e mancata piena responsabilità dell'incidente", ha dichiarato oggi l'esercito israeliano. L'ufficiale che quel giorno comandava l'unità sul campo verrà sollevato dall'incarico, ha affermato. Le vittime erano otto membri della Mezzaluna Rossa, sei membri della Protezione civile di Gaza e un membro dell'Unrwa.