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Hamas: "Azioni legali contro Blinken per crimini di guerra" | Idf: conclusa operazione nel nord di Gaza: uccisi 300 terroristi

Libano, l'inviato Usa annuncia l'inizio del ritiro di Israele dal sud

di Redazione online
07 Gen 2025 - 17:34

La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas che coinvolge Libano, Siria e Iran giunge al giorno 459. L'alto funzionario di Hamas Osama Hamdan ha annunciato in una conferenza stampa in Algeria azioni legali contro il segretario di Stato americano Antony Blinken per il suo ruolo nella guerra a Gaza: "La sua complicità nei crimini contro il nostro popolo sarà perseguita legalmente", ha minacciato. Nel fine settimana parlando con il New York Times, Blinken ha attribuito direttamente ad Hamas la colpa per il mancato raggiungimento di un accordo sul rilascio degli ostaggi.  Intanto l'inviato Usa in Libano annuncia il via al ritiro delle forze israeliane dal sud del Paese.

Gaza, nuovi raid di Israele sulla Striscia: uccisi cinque reporter

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Un aereo militare israeliano ha bombardato un edificio nella vecchia Gaza Street a Jabalia al-Balad, nel nord della Striscia di Gaza. Il bilancio è di otto vittime. Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa, secondo cui il numero di persone ferite è imprecisato.


La proposta israeliana su cui si basano i negoziati a Doha per il rilascio degli ostaggi è stata rivelata per la prima volta durante il notiziario della tv pubblica Kan. Il documento è stato presentato al gabinetto ristretto e prevede tra l'altro il ritiro dell'Idf dal corridoio Netzarim nel centro di Gaza, lo smantellamento totale degli avamposti militari nella Striscia, aiuti umanitari. "Il primo giorno rilascio di 3 rapiti, il settimo altri 4 e successivamente 3 ostaggi ogni 7 giorni. Israele, su raccomandazione del gruppo negoziale, pretende la lista dei rapiti prima dell'attuazione dell'accordo.


Se gli ostaggi in mano ad Hamas non verranno liberati entro il 20 gennaio, "in Medioriente si scatenerà l'inferno". Lo ha detto Donald Trump, tornando a ripetere una minaccia già fatta nelle scorse settimane.


Dopo 64 giorni di combattimenti intensi, la brigata Kfir dell'Idf ha concluso una vasta operazione nel nord di Gaza che ha portato all'eliminazione di circa 300 terroristi di Hamas e alla distruzione di 7 chilometri di tunnel sotterranei. L'Idf prevede di non consentire nell'area evacuata il ritorno della popolazione palestinese.


Il Libano si prepara a rimuovere milioni di metri cubi di macerie degli edifici distrutti o danneggiati dalla guerra tra Israele ed Hezbollah, andata avanti dall'ottobre 2023 a novembre. Secondo le stime del governo libanese, il volume totale varia tra 50 e 100 milioni di metri cubi, ovvero da 5 a 10 volte il volume delle macerie risultanti dalla guerra 2006, durata un mese. Il ministro dei Lavori pubblici e Trasporti libanese, Ali Hamiyah, ha annunciato che "il dossier di rimozione delle macerie entrerà nella fase di attuazione dopo che gli standard tecnici, scientifici e legali saranno approvati dalle autorità competenti", riferisce il portale di notizie saudita Asharq News. 


L'alto funzionario di Hamas Osama Hamdan ha annunciato in una conferenza stampa in Algeria azioni legali contro il segretario di Stato americano Antony Blinken per il suo ruolo nella guerra a Gaza: "La sua complicità nei crimini contro il nostro popolo sarà perseguita legalmente", ha minacciato. Nel fine settimana parlando con il New York Times, Blinken ha attribuito direttamente ad Hamas la colpa per il mancato raggiungimento di un accordo sul rilascio degli ostaggi. "Quello che abbiamo visto ripetutamente è che Hamas non vuole concludere un accordo", ha detto Blinken.


Secondo Al Jazeera sarebbero 28 i morti complessivi a Gaza a causa dei bombardamenti "incessanti" da parte di Israele cominciati lunedì. Dell'ultimo raid su edifici residenziali sarebbero rimaste vittime 6 persone, fra cui un bambino. Per Tom Fletcher, capo dei soccorsi delle Nazioni Unite ripreso dal canale arabo, gli sforzi per salvare le vite dei sopravvissuti a Gaza sono "al punto di rottura" a causa dei continui attacchi.


Due gruppi ribelli drusi della provincia di Sweida, nella Siria meridionale, hanno dichiarato di essere pronti a unirsi a un esercito nazionale dopo che i combattenti dell'opposizione guidati dagli islamisti hanno rovesciato il presidente Bashar al-Assad il mese scorso. "Noi, il movimento Uomini della dignità e la Brigata della montagna, le due più grandi fazioni militari di Sweida, annunciamo la nostra piena disponibilità a fonderci in un corpo militare... sotto l'ombrello di un nuovo esercito nazionale il cui obiettivo è proteggere la Siria", hanno affermato i gruppi in una dichiarazione congiunta.

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