L'accordo tra Hamas e Israele
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Tre dei rapiti rilasciati nel primo dei 42 giorni di tregua. in agenda la presenza israeliana nella Striscia e gli aiuti alla popolazione palestinese
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L'accordo è in tre fasi, con una prima tregua di 42 giorni durante i quali sarebbe previsto un graduale rilascio dei primi 33 ostaggi e un altrettanto graduale inizio del ritiro delle forze israeliane dalle aeree popolate della Striscia di Gaza. E' quanto prevede la bozza di accordo che i mediatori hanno trasmesso da Doha a Israele e Hamas. Ecco i punti principali dell'intesa:
Hamas dovrebbe rilasciare i primi tre rapiti il 7 ottobre subito dopo l'annuncio dell'accordo, nel primo giorno di tregua, sulla base di una lista umanitaria di 33 rapiti tra cui bambini, donne, anziani e malati. Una settimana dopo, con l'inizio del ritiro delle forze israeliane, è atteso il rilascio di altri quattro ostaggi con Israele che consentirà agli sfollati palestinesi il ritorno nel nord di Gaza. Tra gli ostaggi liberati nella prima fase dovrebbero esserci anche 5 soldatesse israeliane in cambio di 250 prigionieri palestinesi, in rapporto di una a 50. Il rapporto per gli ostaggi uomini è invece di un ostaggio in cambio di 30 prigionieri.
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Israele avrebbe accettato di rilasciare almeno mille prigionieri palestinesi durante la prima fase, tra cui circa 190 che hanno scontato condanne di 15 anni (anche alcuni condannati all'ergastolo). A nessuno sarà permesso di andare in Cisgiordania e non sarà rilasciato nessuno dei miliziani che hanno partecipato all'attacco del 7 ottobre 2023, così come non sarà liberato Marwan Barghouti, il leader della prima Intifada condannato all'ergastolo. Israele avrebbe anche respinto la richiesta di Hamas di riavere il corpo di Yahya Sinwar, il leader dei miliziani ucciso a ottobre scorso.
L'accordo si articolerebbe in tre fasi (forse ridotte a due). Al 16mo giorno dall'accordo inizierebbero i colloqui per la definizione della successive: nella seconda dovrebbero essere rilasciati tutti i rimanenti ostaggi maschi e le forze israeliane dovrebbero ritirarsi quasi completamente dalla Striscia. Una terza fase vedrebbe la restituzione dei corpi degli ostaggi uccisi mentre erano detenuti a Gaza e la creazione di un piano di ricostruzione e di una nuova struttura di governo.
Veicoli e altri mezzi di trasporto potranno attraversare un passaggio adiacente alla Salah al-Din Road, monitorato da una macchina a raggi X gestita da un team di sicurezza qatariota-egiziano. L'accordo, secondo quanto riferito, prevedrebbe che le forze israeliane rimangano nel corridoio Filadelfia, che separa Gaza dal Sinai egiziano a sud della Striscia, mantenendo una zona cuscinetto di circa 800 metri lungo i confini orientali e settentrionali durante la prima fase di 42 giorni. Le forze israeliane dovrebbero poi ritirarsi anche dal corridoio di Netzarim, che divide la Striscia in due e conduce fino al Mediterraneo.
Nell'intesa previsto anche un aumento degli aiuti umanitari inviati nella Striscia da parte delle organizzazioni internazionali, tra cui le Nazioni Unite (si ipotizzano almeno 600 camion al giorno).