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Netanyahu: "Una nuova norma non è la fine della democrazia, non giustifica le proteste e lo sconvolgimento del Paese"
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Proteste in Israele, dove i manifestanti antigovernativi hanno bloccato l'autostrada Ayalon, a Tel Aviv. Scontri con la polizia, decine di arresti. I dimostranti sono scesi in strada dopo l'approvazione da parte del Knesset, il Parlamento monocamerale israeliano, del punto cruciale della controversa riforma giudiziaria, la cosiddetta "clausola di ragionevolezza". Le opposizioni, al grido di "vergogna", hanno lasciato indignate l'aula boicottando il voto. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, insieme ai suoi alleati della destra nazionalista e religiosa, ha portato avanti con determinazione la riforma, nonostante le massicce proteste che durano da mesi.
Sono più di 1.000 i manifestanti che stanno bloccando l'autostrada, mentre la polizia tenta di allontanarli dalla strada usando la forza. Un gran numero di agenti di polizia si sono schierati sull'autostrada per disperdere i manifestanti anche con cannoni ad acqua. La situazione è molto caotica. I media locali parlano di 34 arresti in tutto il Paese, di cui 15 solo a Tel Aviv. Almeno 4 agenti sarebbero rimasti feriti e tre manifestanti hanno riportato lievi conseguenze dopo che un furgone si è lanciato sul corteo in un sobborgo della città.
"La norma approvata non è affatto la fine della democrazia, bensì la realizzazione del volere dell'elettorato e dunque l'essenza stessa della democrazia". Lo ha detto Netanyahu, che ha aperto ad "un dialogo con l'opposizione già nei prossimi giorni".
"Noi abbiamo operato un aggiustamento moderato per riportare l'equilibrio fra i poteri", ha aggiunto il premier, sottolineando che tutto questo "non giustifica" le proteste e "lo sconvolgimento del Paese". "Entro la fine di novembre - ha proseguito - è possibile raggiungere intese" con l'opposizione.