Ma Tel Aviv precisa: "Nessun cambiamento nella nostra politica"
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Israele e palestinesi si sono impegnati "a ridurre l'escalation sul campo e a prevenire ulteriori violenze". E' quanto emerso dal vertice di Aqaba, in Giordania, dove le due parti si sono incontrate insieme ad egiziani e giordani su pressione degli Usa. Tutte le parti hanno sottolineato "l'importanza di preservare lo status quo storico dei Luoghi santi a Gerusalemme". Israele e i palestinesi si sono dichiarati disponibili "a un'azione immediata per fermare misure unilaterali per un periodo di tre-sei mesi e da parte di Israele a interrompere qualsiasi nuovo insediamento per sei mesi".
Ma da Tel Aviv arriva una precisazione, con il consigliere della Sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi che, dopo aver preso parte ai lavori di Aqaba, chiarisce: "Contrariamente a quanto riferito sull'incontro in Giordania, non c'è alcun cambiamento nella politica di Israele". E aggiunge: "Nei prossimi mesi Israele regolarizzerà nove avamposti e approverà 9.500 alloggi in Cisgiordania. Non c'è alcun congelamento nelle costruzioni né cambiamento sullo status quo sul Monte del Tempio (Spianata delle moschee), né limiti alle attività dell'esercito".