Gaza, chi sono i primi tre ostaggi israeliani che vengono liberati
© Ansa | Da sinistra Emily Damari, Romi Gonen e Doron Steinbrecher
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Romi Gonen, Emily Damari, Doron Steinbrecher sono state liberate il 19 gennaio
Arrivano le prime testimonianze dei tre ex ostaggi israeliani, Romi Gonen, Emily Damari, Doron Steinbrecher, liberati il 19 gennaio da Hamas. A riportare i loro racconti è la tv israeliana Channel 12. Le tre donne hanno riferito che, inizialmente, dopo il 7 ottobre 2023, sono state tenute prigioniere insieme, ma a un certo punto sono state separate. Emily ha condiviso la prigionia con Romi per una parte significativa degli ultimi 15 mesi. Sono state spostate decine di volte tra diversi nascondigli, sia sopra che sottoterra. Una delle tre donne è stata costretta a subire un intervento chirurgico senza anestesia: "Non pensavo che sarei tornata, ero sicura che sarei morta a Gaza", ha detto.
Durante parte della loro prigionia, le donne sono state tenute in complessi umanitari destinati agli sfollati di Gaza. Ad alcuni dei rapiti venivano fornite le medicine di cui avevano bisogno, ma altri non vedevano quasi mai la luce e venivano trattenuti per la maggior parte del tempo in strutture sotterranee. Durante la cattività hanno potuto vedere e sentire trasmissioni televisive e radiofoniche, venendo a sapere della lotta delle loro famiglie per la liberazione. "Abbiamo visto la vostra lotta, abbiamo sentito le nostre famiglie litigare", hanno detto. Attraverso le trasmissioni hanno visto anche gli orrori del massacro avvenuto il 7 ottobre. "Ci siamo resi conto che le nostre famiglie sono sopravvissute, ma abbiamo scoperto che abbiamo perso molti amici", ha testimoniato una di loro.
Poi hanno riferito che solo al mattino del rilascio sono venute a sapere che sarebbero state liberate: "Non ci credevamo quando ci hanno detto che eravamo a un passo da casa". Le ragazze hanno dichiarato che gli "ultimi momenti di orrore si sono verificati proprio durante il trasferimento alla Croce Rossa. Eravamo spaventate a morte durante il passaggio dalle mani dei terroristi alla Croce Rossa", hanno detto, spiegando che la paura derivava sia dalla presenza dei terroristi armati che dalla folla inferocita che le circondava.
Intanto, proseguono i controlli medici e psicologici per tutte e tre le giovani. "Sta molto meglio di quanto ci aspettassimo", ha detto Mandy, la madre di Emily, quando ha potuto finalmente riabbracciare la figlia "come avevo sognato di fare per molto tempo". Ma la strada verso la guarigione è comunque "appena iniziata", ha sottolineato la madre.
E proprio Emily è già tornata sui social. "Sono tornata alla vita", è stato il suo primo messaggio. "Ringrazio Dio, ringrazio la mia famiglia, i miei amici, i migliori che ho al mondo. Sono riuscita a vedere solo un frammento di tutto e mi avete spezzato il cuore dall'emozione. Grazie, grazie, grazie. Sono la persona più felice del mondo", ha continuato Emily nel post su Instagram. Come riporta La Stampa, la giovane ha perso due dita dopo essere stata ferita da Hamas prima di essere rapita. Ora il gesto rock che la giovane compie con le sue dita rimaste - pollice, indice e mignolo - da quando è stata liberata è diventato un simbolo di coraggio e speranza.
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Le tre donne israeliane hanno portato con sé una sorta di "borsa regalo" consegnata loro da miliziani dell'ala militare di Hamas, le Brigate Qassam. In un video propagandistico diffuso dall'organizzazione domenica sera, che mostra la liberazione dei tre ostaggi israeliani, spicca il dettaglio della consegna alle donne delle borsette. Mentre Romi Gonen, Doron Steinbrecher ed Emily Damari salivano su un fuoristrada della Croce Rossa a Gaza City, un militante di Hamas ha consegnato a ciascuna di loro una borsa di carta con su impresso il logo delle Brigate Qassam. Il militante a volto coperto ha poi esibito un certificato, in ebraico e arabo, che attestava la "decisione di rilascio". Ciascuna delle tre donne reggeva ancora le borse nelle riprese diffuse più tardi dalle Forze di difesa Israeliane, dove però il logo delle Brigate Qassam appariva sfocato.
© Ansa | Da sinistra Emily Damari, Romi Gonen e Doron Steinbrecher
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Un rappresentante della famiglia di Gonen ha riferito ieri all'emittente televisiva statunitense Cnn che la borsa ricevuta conteneva il certificato di rilascio, una collana e delle foto scattate durante la prigionia della donna, e ha aggiunto che l'Agenzia per la sicurezza interna di Israele (lo Shin Bet) ha confiscato tutto il materiale. All'atto della riconsegna dei tre ostaggi, i miliziani di Hamas hanno chiesto a un rappresentante della Croce Rossa di firmare un documento in arabo, la "ricevuta di presa in carico dei prigionieri israeliani". Secondo la Cnn, si è trattato di un evidente tentativo di Hamas di presentarsi ancora come entità istituzionale legittima: un messaggio ribadito anche all'incrocio Al Saraya di Gaza City, dove le Brigate Qassam hanno schierato decine di militanti in divisa, nel tentativo di presentarsi come una forza armata coesa a dispetto delle durissime perdite subite in oltre un anno di combattimenti contro le Forze di difesa israeliane.
Tutte e tre le ragazze liberate avevano i capelli raccolti in una treccia. Lo ha notato Chen Goldstein Almog, ex ostaggio rilasciato nel novembre del 2023, come riporta La Stampa. C'è un messaggio dietro questa acconciatura? "Forse c'è qualche ostaggio, a Gaza, che sta cercando di inviare un messaggio al mondo intrecciando i capelli delle prigioniere rilasciate", ha ipotizzato Goldstein Almog.