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Il bombardamento ha investito anche un oleodotto, provocando un vasto incendio. Hamas ha dichiarato di aver sparato 130 razzi "in reazione alla distruzione di un grande edificio a Gaza"
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Tre persone sono morte e diverse altre sono rimaste ferite, alcune in modo grave, durante un bombardamento compiuto da Hamas contro Holon, area urbana a sud di Tel Aviv. I razzi esplosi dalla Striscia di Gaza hanno colpito anche un bus vuoto e un edificio. Tra le vittime figura anche una donna. Nella città israeliana si sono susseguite esplosioni e sirene d'allarme e tutti gli atterraggi all'aeroporto Ben Gurion sono stati annullati. Lo Stato ebraico ha risposto colpendo un edificio a Gaza City.
Il blocco temporaneo dei voli è stato deciso per consentire alle batterie Iron Dome di intercettare i razzi palestinesi in arrivo. Aerei che si accingevano ad atterrare sono stati dirottati verso Cipro. Alcuni velivoli in partenza hanno ricevuto ordine di prendere una lotta a nord di Tel Aviv.
Hamas: "Sparati 130 razzi su Tel Aviv" - "Come promesso, abbiamo sferrato un attacco contro Tel Aviv. Abbiamo lanciato 130 razzi in reazione alla distruzione di un grande edificio a Gaza", ha annunciato l'ala militare di Hamas, le brigate Ezzedin al-Kassam.
"Se Israele vuole un'escalation, siamo pronti" - Hamas si è poi detto "pronto" ad affrontare un'intensificazione degli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza. "Se Israele vuole un'escalation, la resistenza è pronta, se vuole fermarsi siamo pronti anche noi", ha detto il leader Ismail Haniyeh.
Colpito un oleodotto ad Ashkelon, vasto incendio - Un razzo sparato da Gaza ha centrato una delle infrastrutture strategiche più importanti di Ashkelon: la pipeline del "Red-Med Land Bridge", che collega il Mediterraneo al porto di Eilat sul Mar Rosso. Immagini televisive hanno mostrato un vasto incendio.
Sinagoghe e negozi in fiamme a Lod - Violenti incidenti si sono verificati anche a Lod e a Ramle, cittadine miste nel centro di Israele, con sinagoghe, negozi e auto date alle fiamme da dimostranti arabi. La polizia ha scortato alcuni "residenti ebrei terrorizzati" via dalle loro case.
Netanyahu: "Hamas e Jihad islamico pagheranno" - "Hamas e la Jihad hanno pagato e pagheranno un prezzo pesante", ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu. "Abbiamo colpito centinaia di obiettivi a Gaza, eliminato terroristi, colpite basi di Hamas e torri. Continuaiamo ad attaccare a tutta forza. La campagna militare prenderà tempo, andremo avanti".
Israele colpisce un altro edificio a Gaza City - Le forze israeliane hanno distrutto un alto edificio a Gaza City, denominato al-Jawharah. Non si hanno altre notizie al momento. Hamas e Jihad islamico avevano fatto sapere che attacchi di questo tipo avrebbero condotto a nuovi lanci di razzi verso Tel Aviv.
Israele invia rinforzi a Lod e in altre città - "Ho parlato con il sindaco di Lod ,Yair Revivo, e l'ho aggiornato sulla decisione di rafforzare immediatamente la vigilanza con le forze di polizia di frontiera". Lo ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, aggiungendo: "Nella situazione a cui siamo arrivati, dobbiamo agire con fermezza contro i criminali, raffreddare gli animi e mantenere l'ordine pubblico. In qualità di leader pubblici, abbiamo la responsabilità di calmare la situazione, ed è così che agiremo". Gantz non ha escluso "l'imposizione di un coprifuoco se necessario". Secondo i media, misure straordinarie saranno estese ad altre città.
007 palestinese ucciso in Giordania - La giornata di violenza ha riguardato anche la Cisgiordania. Nel nord della regione è stato ucciso un palestinese e un altro è stato ferito dall'esercito israeliano. Entrambi erano membri dei servizi segreti palestinesi e sono finiti sotto il fuoco dell'esercito israeliano in un valico militare vicino a Nablus.
L'appello degli Stati Uniti: "Basta uccidere i civili" - "Bisogna porre fine alle deplorevoli morti di civili": è l'appello lanciato a israeliani e palestinesi dall'amministrazione Biden, preoccupata per l'escalation tra le due parti in Medio Oriente. Gli Stati Uniti continuano a sostenere la soluzione dei due Stati nel conflitto.